Elezioni 2018: Save the Children, mense scolastiche, libri e misure per contrastare il bullismo e il fenomeno delle baby gang tra le proposte dei bambini ai candidati alle prossime elezioni politiche

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L’Organizzazione diffonde il video “Se io fossi premier…” e dà voce ai tanti minori con i quali lavora ogni giorno in tutta Italia per ricordare l’importanza di implementare politiche dell’infanzia efficaci

Mense scolastiche, libri e viaggi di istruzione anche per i bambini che non possono permetterselo, palestre in tutte le scuole e più piste ciclabili nelle città. E, ancora, misure per contrastare il bullismo e il fenomeno delle baby gang e azioni concrete per far sì che ogni bambino straniero possa perfettamente sentirsi accolto nel nostro Paese.

A pochi giorni dalle elezioni politiche, Save the Children – l’Organizzazione che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro – dà voce ai tanti bambini e bambine con cui lavora ogni giorno in tutta Italia, i quali hanno “presentato” il loro personalissimo programma elettorale per ricordare le loro priorità ai candidati reali e dare loro preziosi consigli.

Protagonisti del video “Se io fossi premier…”, i minori che frequentano i Punti Luce di Save the Children in Italia – 23 spazi ad alta densità educativa presenti attualmente in 18 città – hanno indossato per un giorno i panni dei candidati alle prossime elezioni immaginando, se ad essere eletti alle urne fossero proprio loro, quali azioni metterebbero in campo, dall’educazione alla povertà, dall’ambiente alla solidarietà.

E così, tra i piccoli candidati non è mancato chi ha tenuto a sottolineare l’importanza di garantire che tutti gli alunni possano avere libri sui quali studiare e possano avere accesso alla mensa scolastica perché “non dovrebbe succedere che è stato dato il pasto a tutti i bambini, tranne a quel bambino che ha dovuto aspettare mezz’ora perché la mamma doveva portare i soldi”. Allo stesso modo, occorre far sì che tutti gli alunni possano prendere parte al viaggio di istruzione per evitare che rimangano da soli, a scuola, perché le loro famiglie non hanno risorse sufficienti. Ma i bambini protagonisti di “Se io fossi premier…” chiedono anche più attività educative al di fuori dell’orario scolastico e palestre in tutte le scuole perché non accada che in alcuni istituti “non aprono la palestra da 7-8 mesi”.

Tra i temi toccati dai minori anche quelli delle baby gang e del bullismo, per i quali i piccoli candidati ritengono sia fondamentale il coinvolgimento delle famiglie e delle scuole. In tema ambientale, spicca il desiderio di vedere le città più ricche di biciclette e piste ciclabili, così come nel programma elettorale non manca la solidarietà: destinare gli spazi abbandonati all’ospitalità delle persone senza fissa dimora e accogliere in modo adeguato i bambini stranieri che giungono nel nostro Paese. “All’inizio tutti mi trattavano male, nessuno stava vicino a me perché ero straniero – spiega uno dei piccoli candidati – Vorrei che questa cosa non succeda di nuovo con gli altri bambini che vengono in Italia”.

“Ascoltare il punto di vista dei bambini sugli aspetti della vita che li riguardano da vicino è fondamentale per offrire soluzioni concrete ai loro bisogni e ai problemi che devono affrontare quotidianamente. Nelle loro proposte ai candidati, i minori hanno sollevato questioni importantissime sulle quali i rappresentanti politici che siederanno al Governo e in Parlamento saranno chiamati ad intervenire mettendo in campo politiche efficaci o implementando pienamente leggi già approvate”, ha affermato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

“La povertà è uno dei temi principali su cui i bambini si sono soffermati nel loro programma elettorale. In particolare, i bambini hanno testimoniato, con tanti esempi concreti, l’importanza di superare la “povertà educativa” e le discriminazioni che si presentano anche a scuola, quando ad un bambino, a causa della povertà familiare, viene preclusa la possibilità di avere i libri di testo, di partecipare alla gita scolastica, di mangiare alla mensa con i propri compagni di classe. I bambini e le bambine che hanno partecipato ai laboratori per “Se io fossi premier…” sognano poi una scuola ed una comunità nella quale tutti i bambini di origine straniera si sentano pienamente accolti e sia contrastato ogni fenomeno di bullismo e di violenza. Speriamo che il nuovo Parlamento sappia fare tesoro di queste indicazioni. I bambini non partecipano al voto: sta nella responsabilità degli adulti fare in modo che la loro voce sia costantemente ascoltata nella definizione delle priorità del governo e che i diritti dei più piccoli non siano dimenticati”, ha concluso Raffaela Milano.

guarda anche: http://www.viviroma.tv/category/attualita/solidarieta/

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