Intervista a Giada Prandi

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esclusivaGiada Prandi, attrice che dal prossimo 5 novembre e fino al 10 novembre andrà in scena al Teatro Trastevere di Roma con “DOLCE ATTESA PER CHI?”. Progetto sostenuto dallo studio Genetica: la banca etica del cordone ombelicale specializzata in Nutrigenica,Test DNA, Genetica prenatale non invasiva, Cellule staminali.

Inoltre Giada Prandi sarà al fianco di Alessandro Gassman e Maya Samsa in “Io ti cercherò” nuova fiction di prossima messa in onda su RAI 1.

Le abbiamo rivolto qualche domanda sui suoi prossimi lavori e sul suo futuro.

giada prandiStai per andare in scena al Teatro Trastevere con la pièce “Dolce attesa per chi?”. Ce ne parli un po’?
“Dolce attesa per chi?” è la mia seconda produzione ed è un progetto di cui vado molto orgogliosa. Cerco sempre di trattare tematiche che abbiano a che fare col sociale e con la vita delle persone. Per me è importante che il pubblico senta che si sta parlando anche di loro e che si senta emotivamente coinvolto in quello che sta vedendo.
In questo caso si parla di maternità e dei suoi effetti collaterali, del “lato oscuro”.
Bianca è una trentenne precaria nel lavoro e in amore, ha un contratto “a progetto” ma progetta di avere un contratto; sogna l’uomo ideale, ma è innamorata di un ricercatore precario, nonché un “cervello prossimo alla fuga”. E allora, cosa accade se con questi presupposti Bianca inizia a desi-derare un figlio ed una famiglia?
In lei scoppia una vera e propria diatriba fra la testa e la pancia, una guerra fra la sua parte più razionale e positiva e quella più istintiva e cinica. Non a caso in scena io e Veronica Milaneschi (che interpreta il mio alter ego e tutte le personificazioni delle mie paure) siamo vestite da soldati con tanto di armamentario.
Lo spettacolo si snoda tra una serie di interrogativi quotidiani da cui scaturiscono risate amare e considerazioni sulla vita di una donna alle prese con le sue paure e le sue incertezze. Si può fare un bambino con un compagno ricercatore precario che medita l’espatrio? Meglio rimanere in Italia o no? Come si fa a crescere un figlio da sola se non si hanno dei nonni a disposizione?
Come conciliare il desiderio di maternità con il lavoro?
Il testo di Betta Cianchini non vuole tanto dare risposte o messaggi particolari quanto porre domande molto specifiche su un tema molto importante che non riguarda solo le donne ma anche i loro partner.

Quali difficoltà hai avuto ad affrontare un argomento così delicato seppur rappresentato in chiave ironica?
E’ uno spettacolo pieno di risate amare. Si ride tanto ma nel momento in cui si sta ridendo ci si accorge del substrato tragico che permea questo testo. Quindi la difficoltà è stata quella di non perdere mai il contatto con la fragilità, l’inquietudine, la solitudine e l’alienazione del mio personaggio.

giada prandiCi puoi dare qualche anticipazione sulla nuova fiction di RAI1 che ti vedrà al fianco di Alessandro Gassman?
Purtroppo non posso anticipare niente mi è stato proibito tassativamente.
Posso solo dire che si intitola “ Io ti cercherò”, che è una bella storia contemporanea, interpretata da un ottimo cast guidato da un regista pazzesco che è Gianluca Maria Tavarelli.
Il mio è un personaggio molto dolce, puro e solare ma di più non posso proprio dire mi dispiace. Uscirà a Gennaio, magari ci rivediamo per parlarne come si deve.

Come nasce la tua passione per la recitazione?
Fin da piccola! Mio padre era ed è ancora un “drogato” di cinema, credo mi abbia trasmesso lui questa passione. Recitare era quello che ho sempre voluto fare, non riuscivo a immaginare di poter fare nient’altro, sono sempre stata un giullare fin da piccola.

Sono molti anni che ti dividi tra teatro, cinema ,televisione e radio. In quale settore ti senti a casa e perché?
Ovunque ci siano storie e personaggi forti da raccontare e dove ci siano emozioni vere. Il mezzo non è tanto importante. Amo sentire il pubblico vivo in sala ogni sera così come amo la magia del set e della macchina da presa e del dettaglio. Non c’è una cosa che preferisco, basta che ci sia verità ed emozione in quello che faccio. Sono una persona sincera nella vita e questo a volte è stata un’arma a doppio taglio ma nel mio lavoro di attrice per me è importante cercare sempre la verità in quello che racconto e interpreto, è fondamentale per arrivare al cuore delle persone.

giada prandi

foto di Paolo Stucchi

Credi che il destino abbia contribuito ad aprire la strada a questa tua professione?
Credo nel potere dell’intenzione, nella forza di volontà, nella tenacia. Credo che ognuno sia in qualche modo artefice del proprio destino. Io so che ho sempre voluto fortemente fare quello che faccio, ho studiato, ho fatto sacrifici, ho faticato, non mi sono mai arresa anche in momenti in cui la tentazione di mollare tutto era forte. Ho avuto tante soddisfazioni ma anche tante cadute, mi sono sempre rialzata e rimessa al lavoro per migliorare me stessa. Tutt’ora studio e lavoro su me stessa costantemente per continuare a crescere come donna e come attrice. Lo trovo uno degli aspetti più stimolanti di questo lavoro: non si finisce mai di imparare, di scoprire, di crescere. Non si arriva mai e se hai questa consapevolezza rimani umile e con i piedi per terra e impari a goderti il viaggio perchè la meta probabilmente non esiste neppure.

Sei scaramantica? Quando sei sul set porti con te qualche portafortuna?
Il giusto, ho i miei piccoli “riti” e ci sono degli oggetti che porto sempre con me quando lavoro però più che altro col tempo ho imparato a preservarmi dalle energie negative.
Sono più selettiva con le persone di cui mi circondo e i progetti che scelgo di intraprendere

giada prandi

foto di Paolo Stucchi

Rimpianti nei hai?
Si, quello di essere stata troppo critica e severa con me stessa per troppo tempo. Ora mi voglio molto più bene e tutto mi sembra più semplice e leggero. Sono molto molto seria sul mio lavoro ma ho decisamente imparato a prendermi meno sul serio.

Un sogno nel cassetto.
Se te lo dico non si avvera!

Passioni oltre alla recitazione?
Viaggiare. Un’altra passione che mi ha trasmesso mio padre che è stato un grande viaggiatore, ha visto praticamente tutto il mondo. Viaggiare per me è terapeutico, è una delle cose che mi fa stare meglio in assoluto. Vedere posti nuovi incontrare nuove culture, stare in mezzo alla gente, scoprirla conoscerla. Viaggiare ti ridimensiona ti insegna a relativizzare tutto, ti porta fuori dalla tua piccola routine quotidiana, ti insegna a ripetere gli altri e ad apprezzare tutto quello che hai e che dai per scontato. Quest’estate con mio marito siamo stati in Nepal, un viaggio pazzesco che mi è rimasto nel cuore.

Progetti futuri?
Nei prossimi giorni girerò un cameo nel prossimo film di Daniele Lucchetti “ Lacci”. Poi c’è una cosa bella che inizierò a girare tra qualche settimana di cui però non vi posso dire ancora nulla mannaggia! Un’altra scusa per rifarci una chiacchierata tra qualche mese.

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Il Gruppo ViviRoma fondato da Massimo Marino nel 1988, nasce come giornale murale per ampliarsi nel tempo in un magazine, TV e WEB.

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