Intervista a Shalimar Nur

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esclusivaL’arte non ha confini, le emozioni che ci comunica possono raggiungere tutti. Questo ci permette di ampliare il nostro bagaglio culturale con una contaminazione che non fa rinunciare alla propria identità.

Oltre alla musica, di cui mi occupo con la mia rubrica, questa volta voglio parlarvi di un’altra forma d’arte, la danza, in questo periodo quella orientale è di gran moda ed è una delle discipline più seguite tra le donne di tutto il mondo. A Roma si tengono corsi e seminari con grandi maestri, presentazioni di libri, proiezioni di documentari, Kermesse dedicate a ballerine emergenti. Incuriosita, per saperne di più, ho fatto qualche domanda ad una delle insegnanti più seguite: Maria Vittoria, in arte Shalimar Nur.

shalimar nurCome nasce la tua passione per la danza?
Questa passione ha radici lontane, ho iniziato a frequentare un corso di danza classica a 6 anni, perché da bambina ero riservata e un po’ selvaggia ed un’amica dei miei disse: “Questa bimba dovrebbe fare danza classica, l’aiuterebbe ad essere meno schiva, visto che ha il fisico adatto”. E danza classica fu, giuro è stato un colpo di fulmine, un amore a prima vista che ancora dura, nonostante siano passati tantissimi anni, naturalmente ho abbandonato le punte, ma la danza nella mia vita ha ancora un ruolo importante.

Cosa ti ha avvicinato alla danza orientale?
Come molte bambine rimanevo incantata davanti alla tv, quando trasmettevano i film sulle principesse arabe e danzatrici orientali, mi piacevano i loro movimenti, ma più che mai apprezzavo i vestititi così colorati e leggeri. Durante un viaggio in Egitto con i miei, a circa 13 anni, rimasi a bocca aperta, a guardare le danzatrici del ventre, in uno spettacolo per turisti, al Cairo.

Tornata a Roma cosa è accaduto?
Qualche anno dopo, mia nonna aveva preso con se una coppia, lui faceva l’autista e lei era una cuoca che aveva lavorato in ambasciata, entrambi erano nati ad Alessandria D’Egitto. Mansur e Maha divennero miei amici e conoscendo la mia passione per la danza, mi mostrarono qualche passo a tempo di darbuka. Imparai qualcosa, anche un po’ d’arabo e loro divennero i miei primi insegnati, lei come maestra di danza, lui come suonatore di tabla.

shalimar nurCredi che il destino abbia contribuito ad aprire la strada a questa tua professione?
Sicuramente ha influito, penso però che dopo aver iniziato a studiare danza orientale a 15 anni e poi smessa, perché i miei due insegnanti si trasferirono in ambasciata in Francia, ho continuato a studiare danza, contemporanea, moderna Jazz, afro, e tantissimi altri stili con cui mi sono formata.

Sei scaramantica quando Sali sul palco hai un oggetto o un rito a cui ricorri?
Che dirti, non sono superstiziosa nel vero senso della parola e non ho oggetti scaramantici con me, però cerco di non pensare a nulla, di ricreare, secondo tradizione buddista, il vuoto mentale.

Parlami della musica araba e del genere che più prediligi?
La musica araba, sullo spartito, come tutta la musica scritta, parla italiano, però è caratterizzata dai ritmi, sostanzialmente per ballare devi conoscere i diversi ritmi, questo fa la differenza tra danzatrici. Io prediligo la musica legata al “Raks sharqi” (danza classica orientale), in fondo è quella che più mi appartiene, però essendo una maestra alla continua ricerca di musiche poco coreografate ed inedite, ascolto un po’ tutto.

Gli accessori sono fondamentali. Quali i più comuni?
La danza araba è ricca di accessori, si inizia con il velo, che è forse il più conosciuto, per arrivare al bastone, che appartiene più al folclore, poi ce ne sono tantissimi altri: spada, sagat, piccole nacchere di ottone che si suonano con le mani, candelabro utilizzato per portare fortuna agli sposi e alla comunità, il tamburello i pugnali. Sicuramente fanno parte di una tradizione più moderna e meno araba: le ali, i fans veil, i ventagli i pois veil.

La danza orientale si balla nei teatri o in quali location?
In Italia ci sono pochi ristoranti arabi dove oltre la cena offrono l’intrattenimento musicale e danzato. Nel mondo arabo, ma già in Turchia, dove mi sono esibita varie volte, esistono grandi ristoranti, famosi e ben frequentati, con orchestra annessa e palco circolare, dove ogni sera c’è uno spettacolo di danza orientale. A Roma ci sono dei ristoranti gestiti da libanesi, siriani, che offrono questo tipo di intrattenimento, dove in genere si esibiscono cantanti arabi, con musica araba dal vivo, accompagnati da danzatrici orientali, per lo più romane. Io preferisco il teatro lo trovo più adatto, anche se appartiene ad un immagine moderna della danza orientale, secondo me più fruibile per un pubblico italiano. Comunque questa danza si sposa bene, con eventi, manifestazioni, gare etc.

C’è un’età per iniziare questo genere di danza?
Alle bambine di 6 anni non consiglierei danza orientale, la farei fare dagli 11 anni in su. Nelle bambine troppo piccole, lo scheletro non è formato ed i movimenti fuori asse possono creare qualche fastidio. Detto questo è chiaro, se l’obiettivo è quello di raggiungere certi livelli, per gareggiare ed esibirsi anche per lavoro, è preferibile non iniziare dopo i 18 anni e meglio ancora con precedenti esperienze di altre danze, classica ad esempio.

shalimar nurPuò ballare chiunque?
Certamente si ed è un tipo di movimento dolce, adatto proprio a tutti, perché la danza regala grandi momenti di appagamento e benessere, che oltre al fisico fanno bene alla mente, soprattutto migliora l’autostima.

I benefici della danza orientale?
La danza orientale attraverso i suoi movimenti, oscillatori, vibratori e sinuosi, consente di sbloccare il diaframma, allenare gli addominali, migliorare la postura, tonificare tutti i muscoli del corpo, modellare la schiena, sciogliere i bacino, bruciare qualche caloria. Inoltre migliora il tono dell’umore e rende le persone più aperte alle relazioni sociali, in più, visto che non esiste un prototipo fisico di riferimento, non esistono limitazioni sulla fisicità, si può essere: magre, rotondette, robuste, in soprappeso e ballare tranquillamente ed esibirsi, senza scantonare nel ridicolo, o essere oggetto di scherno.

Gli uomini ballano?
Certo che ballano, anzi la danza orientale è stata diffusa nel mondo ed anche in Italia, da uomini, il maestro Reda (che ha superato abbondantemente i 90 anni) ha creato per primo lo stile che noi balliamo nei teatri, ha infatti inserito degli elementi di danza classica, in modo da renderlo più appetibile, sui palchi dei teatri. Io ho avuto maestri uomini, gli uomini, in oriente, ballano tutti, qualcuno anche in modo scherzoso per imitare le donne. Comunque io ho un allievo maschio, che ha iniziato tantissimi anni fa a ballare con un mio maestro, Esmat Osman, purtroppo deceduto e che ora balla con me.

Ci sono gare a cui si può partecipare?
Certo, c’è un mondo di gare, la federazione italiana di danza sportiva, emanazione del Coni, fa gare per tutte le discipline di danza, compresa quella orientale, io sono un suo tecnico, cioè giudice di gara, oltre ad essere maestro. Si può gareggiare in varie categorie e classi, anche amatoriali, poi c’è la categoria over 35, che è piena di pubblico che ha abbondantemente superato i 50…e gareggia con grinta. Comunque, oltre la Fids, ci sono tantissime federazioni che fanno gare.

Oltre ad essere una brava ballerina, dove insegni?
Sinceramente, non avendo più venti anni, mi dedico con grande amore all’insegnamento, mi piacerebbe portare avanti la mia idea di danza, in poche parole, per me la danza è un contenitore: poi puoi ballare in stile jazz, contemporaneo, latino americano, moderno o orientale, ma devi avere delle basi, devi conoscere il corpo ed imparare a controllarlo in modo armonico, naturalmente studiando. Insegno allo Ials il lunedì con un corso professionale ed il giovedì uno per principianti, il martedì sono in Prati da passione di danza, con un corso avanzato, il mercoledì a Montevede con uno principianti, il sabato ho un laboratorio coreografico a Talenti.

Ci sono DJ di musica araba?
Certo che si, ce ne sono parecchi, anche di rapper che mixano i tormentoni orientali in stile rap, house e poi esiste lo shaabi uno stile che si balla nel mondo arabo in stile disco…

Oltre alla danza cosa ti piace del mondo arabo?
Mi piace la filosofia, l’atmofera il paesaggio, i racconti, la poesia ed anche la saggezza, le citta, i colori, i mercati, ho letto tantissimi libri sul mondo arabo e, anche se sono fermamente cattolica, ho letto qualcosa sul Corano per essere informata meglio.

Perchè hai scelto questo nome d’arte?
“Shalimar Nur”: shalimar era il nome del profumo di mia nonna della Guerlain, Shalimar è una bellissima città indiana, famosa per i giardini di Shalimar. Il termine “Shalimar” significa anche “Principessa del deserto” e “Nur” significa luce, non potevo che scegliere il nome di un profumo, una città famosa per i suoi giardini e il deserto e la luce, cose che mi appartengono.

Passioni oltre la danza ?
Naturalmente mi piace la musica, il cinema, il viaggio inteso come viaggiatore e non come turista, sono innamorata dei libri e se posso leggo. Sono un medico mancato, anche se mi sono laureata in “Scienze della comunicazione”, con una tesi sulla danza, leggo riviste mediche scientifiche e mi appassiono, mi interessa anche molto l’esoterismo. Appassionata di religione soprattutto quella buddista. Poi viva l’arte a tutto tondo. Ho esperienze lavorative: come giornalista, nel settore salute bellezza, stare in forma ed automobili; come manager nel mondo delle aziende multinazionali; sono stata speaker radiofonica e danzatrice in vari programmi televisivi, ma la ricerca continua, chi si ferma e perduto.

Progetti futuri?
Oltre a danza orientale e coreografica, insegno anche Pilates e ginnastica posturale, il lavoro sul corpo per me è importante e come una forma di meditazione attiva, la mia prossima fatica sarà uno spettacolo il 23 giugno a Roma, con tutte le mie allieve. Poi ho tanti progetti per regalare benessere a molte donne che sono stanche e demotivate.

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Attrice, modella, affermata e famosa DJ

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