Intervista ad Arianna Calandra

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esclusiva“Il fantasy può essere una chiave di lettura per spiegare ai giovani la realtà. Il mio sogno nel cassetto? Fare della scrittura il mio mestiere”

I telegiornali e le notizie di cronaca influenzano spesso i giudizi delle persone sui giovani e sulla loro voglia di lottare per raggiungere degli obiettivi. E’ davvero un peccato perché se esistono ragazzi propensi a buttare i sogni nella pattumiera, ne esistono altri che di quei sogni vivono cercando di trasformarli in realtà. Quando ho conosciuto Arianna Calandra ho subito capito di avere davanti a me una ragazza tenace e ambiziosa che dopo aver intrapreso gli studi in Archeologia ha deciso di fare della scrittura il suo mestiere.
Il suo romanzo d’esordio, “La forma della luce”, sta riscuotendo un vero e proprio successo tra gli appassionati del fantasy, un genere che come ci ha rivelato Arianna può essere sfruttato come chiave di accesso alla realtà. In questa chiacchierata, l’autrice oltre a raccontarci qualche curiosità in più sul romanzo ci ha svelato i suoi prossimi progetti.

Arianna Calandra e Giulia Bertollini

Arianna, “La forma della luce” è il tuo romanzo d’esordio. Perché il genere fantasy? Cosa ti attrae di questo mondo?
Il fantasy mi ha sempre appassionato sin da quando ero bambina. Trascorrevo il mio tempo tra giochi di ruolo e letture di fumetti. E’ stato un approccio oserei dire naturale. Man mano crescendo mi sono sempre più interessata alle tematiche spirituali, allo studio delle diverse culture e all’antropologia. Ho cercato un modo per coniugare questi due elementi dando vita poi al mio romanzo “La forma della luce”.

Anche perché molti lo considerano un genere da ragazzini.
Dipende in che modo il fantasy risulta strutturato. L’elemento fantastico può essere sfruttato anche per spiegare una realtà dura e spietata. Non sono argomenti da ragazzini anzi tutt’altro. Il fantasy può essere una chiave di lettura diversa per spiegare il quotidiano e i suoi problemi.

Nella storia che hai raccontato sembra esserci l’influsso dell’attualità. Un mondo corrotto in cui la violenza e l’odio si propagano a macchia d’olio. Da questo punto di vista, il genere fantasy e la sociologia sono assimilabili? Il fantasy è per te un modo per parlare di questo mondo tramite altri mondi?
Sì secondo me sono complementari. Il fantasy non deve essere per forza incardinato in un medioevo fantastico alla Tolkien ma può spaziare molto. Per questo, ho deciso di ambientarlo ai giorni nostri. Mi premeva dare una risposta a tutte le domande che ci poniamo ogni giorno e ai problemi da cui veniamo assaliti. Nel fantasy ho voluto offrire ai lettori una motivazione e spero di esserci riuscita.

Quanto lavoro ti ha richiesto la stesura di questo romanzo e qual è il momento della giornata più creativo di Arianna?
La stesura è stata davvero complessa e mi ha richiesto anni. E’ iniziato come un gioco perché fino a quel momento mai avrei pensato di mettermi a scrivere. Ho impiegato tanto tempo anche con le ricerche. Il momento più creativo per me è la mattina quando apro le finestre e la stanza si inonda di luce. In quel momento, mi lascio ispirare (ride).

La relatrice della presentazione Sara Colangeli con Giulia Bertollini

Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire il tuo libro, quali sceglieresti?
Sognante, utopico e che fa viaggiare. Quest’ultimo non è propriamente un aggettivo ma riassume bene il senso del fantasy che è un genere che consente di trasportare la mente in altri mondi e realtà.

Sei laureata in Archeologia. In che modo i tuoi studi ti hanno stimolata e aiutata nella scrittura? Quanto conta la conoscenza diretta della vita quando si racconta? Quanto invece l’immaginazione?
I miei studi mi hanno aiutata tanto anche perché all’Università mi sono trovata a sostenere alcuni esami come antropologia religiosa e antropologia culturale che mi hanno dato spunti interessanti nella realizzazione di questo romanzo. Attenersi al reale è fondamentale per poter trasmettere un messaggio che possa essere valido nella vita quotidiana.

In futuro, pensi di dedicarti solo a questo genere o ti piacerebbe sperimentare qualcosa di diverso?
Mi piacerebbe sperimentare pur continuando a mantenere l’elemento del fantastico. In futuro, comunque ho già in mente di scrivere un romanzo storico. Chissà.

Quali sono gli scrittori o i libri che ti hanno ispirata sia come persona sia come scrittrice?
Tolkien è stato il mio primo amore. L’ho incrociato da bambina e ho letto tutti i suoi romanzi. E’ stata la base per partire in questo percorso. Un’altra autrice che adoro è Scarlett Thomas. Lei si occupa di narrativa in cui il fantasy è intrecciato alla realtà. Mi ha dato anche lei un bello spunto.

Sulla scia del successo di Game of Thrones e del Signore degli Anelli, ti chiedo: se mai o venisse realizzato in futuro un telefilm tratto dai tuoi libri, quali attori vorresti per le parti dei protagonisti?
Bella domanda! Devo dire che non ci ho mai pensato però ad ogni modo vorrei che siano fedeli alle caratterizzazioni fisiche presenti nel romanzo. Spesso ho notato che dopo aver letto il libro si rimane delusi dalla trasposizione che ne è stata fatta. Ecco, io voglio evitare proprio questo.

Un sogno nel cassetto.
Riuscire a fare della scrittura un mestiere e un obiettivo di vita.

Prossimi progetti?
Sto ultimando la stesura del sequel de “La forma della luce” e poi spazierò dilettandomi in altri generi. Ancora però devo capire bene come muovermi(ride).

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