San Michele a Ripa

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La grande struttura architettonica di S. Michele a Ripa si snoda lungo tutto il fronte del porto di Ripa Grande.

Al fine di arginare il fenomeno della mendicità e del vagabondaggio si costituirono organizzazioni che si prefiggevano di soccorrere poveri, invalidi, orfani, zitelle, vecchi e bisognosi in genere. Vennero edificate quindi strutture apposite, quali orfanotrofi, carceri, conservatori, ospedali, ospizi, come quello che monsignor Tommaso Odescalchi istituì nel 1673 a Piazza Margana e denominato Collegio di San Michele dei poveri orfani trasferito poi nel 1686 a Trastevere divenendo l’Ospizio Apostolico di San Michele.

san michele a ripa

San Michele a Ripa, carcere delle donne

Il nucleo originario della struttura fu stabilito nella proprietà Odescalchi immediatamente alle spalle del porto fluviale di Ripa Grande, affinché un nuovo edificio accogliesse gli orfani assistiti dall’opera pia di famiglia e li indirizzasse ad apprendere un mestiere. I ragazzi venivano avviati a varie attività artigianali, ma soprattutto imparavano a lavorare nel lanificio.

All’epoca al San Michele accedevano ragazzi fra i sette e gli undici anni orfani di padre, la cui madre doveva avere almeno tre figli, e potevano rimanere all’istituto fino a venti anni imparando dapprima a leggere e scrivere, per essere poi avviati ad una delle numerose scuole di arti e mestieri, o alle discipline artistiche.

San Michele a Ripa

Ospizio dei poveri di San Michele

Nel 1701 per iniziativa di papa Clemente XI Albani, su progetto di Fontana, inizia l’ampliamento dell’edificio per accogliere i vecchi dell’Ospizio dei Mendicanti e per la costruzione di un carcere minorile, destinato a correggere gli adolescenti traviati. Al carcere erano ammessi i ragazzi che, avendo commesso dei reati, risultavano troppo giovani per essere mandati alle galee.

san michele a ripa

Ripa_grande-S.Michele_chiesa_di_s_M_del_buon_viaggio

In tempi successivi furono costruiti: il nuovo corpo di fabbrica di fronte alla Porta Portese, adibito a stanze da affittare e, in seguito, a Caserma dei Doganieri; la Chiesa della Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo nel Cortile dei Vecchi; la Chiesa della Madonna del Buon Viaggio così denominata perché, prima di uscire dalla Porta Portese, ci si fermava a pregare, dato che l’Agro Romano era terra di briganti e di malaria.

Al centro dei vari edifici il Fontana progettò la “Chiesa Grande”, dedicata al Salvatore, alla Madonna ed a S. Michele. Qui, per lungo tempo, confluirono i tre grandi gruppi ospiti del S. Michele, i vecchi, i ragazzi e le donne, rimanendo, però, separati tra loro. Nel 1735 papa Clemente XII affidò a Ferdinando Fuga la costruzione del carcere femminile sul lato prospiciente la Porta Portese, insieme alla caserma dei doganieri: una lapide ne ricorda ancora la costruzione, “CLEMENS XII COERCENDAE MULIERUM ET CRIMINIBUS VINDICANDIS ANNO MDCCXXXV”.

San Michele a Ripa

Trastevere Porta Portese

L’interno, dove le recluse fabbricavano tessuti, annoverava un ambiente rettangolare a tre ordini di celle sovrapposte su un solo lato, con un grande Crocefisso nella parete di fondo; tre grandi finestre davano luce alla prigione.

Il S. Michele sopravvisse alle ruberie delle truppe francesi, sia repubblicane che imperiali. Il complesso edilizio fu confiscato dopo l’Unità d’Italia e nel 1871 nacque l’Istituto Romano S. Michele, affidato al Comune. Gli antichi carceri minorile e femminile vennero trasformati in un nuovo reclusorio minorile, in seguito intitolato al suo direttore e grande educatore, Aristide Gabelli.

Dopo la trasformazione di Roma in capitale d’Italia, la storia del S. Michele è una storia di continua decadenza e degrado. A parte il carcere minorile, il resto del complesso fu lasciato andare e vi si installarono sempre più artigiani autonomi. Nel 1938 l’Istituto Romano S. Michele trasferì a Tor Marancia i suoi assistiti e si avviò, così, il tracollo definitivo. Nel giro di un trentennio gli edifici, occupati e devastati nel periodo bellico e postbellico da militari, sinistrati e sfollati, decaddero, fino al crollo dei tetti e degli impiantiti.
Oggi il Complesso del San Michele è una delle sedi del Ministero per i beni, le attività culturali e il turismo.

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Il Gruppo ViviRoma fondato da Massimo Marino nel 1988, nasce come giornale murale per ampliarsi nel tempo in un magazine, TV e WEB.

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