Nel ricordo di Pier Paolo Pasolini

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Nella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975 Pier Paolo Pasolini veniva barbaramente ucciso all’idroscalo di Ostia, alle porta di Roma, “sembrava un mucchio di immondizia”, dice Oriana Fallaci.

Da allora sono passati 44 anni e su quell’omicidio ancora non è stata fatta chiarezza ed il Poeta non ha avuto giustizia!

Dopo la morte è stato studiato, analizzato, accusato, osannato, incensato, giudicato, compatito, giustificato e deriso, ma il suo personaggio scandaloso e ambiguo non è stato forse effettivamente conosciuto.

Un uomo che ha saputo vedere il bello dove niente era bello, l’uomo che ha attinto ispirazione nelle periferie più buie della capitale dove diceva che “vi abitavano gli angeli”. Quelle stesse periferie che oggi stanno diventando quartieri “alla moda” e che forse sono stati anche un po’ spersonalizzati da quel consumismo che certamente non appartiene a Pier Paolo Pasolini. Chissà cosa penserebbe oggi nel vedere il Pigneto pieno di tanto radical chic o intellettual chic o hipster chic che forse non si accosta molto al suo pensiero, lui che tanto amò questi luoghi che sono stati lo scenario per la nascita di capolavori assoluti del cinema.

L’arte nell’arte e nel bello che va solo portato in superficie, questo secondo me è stato il suo merito. Riuscire, in modo del tutto naturale, a vedere il bello molto prima di quanto possa l’uomo medio che è preso invece da obiettivi analoghi, ma con percorsi diversi. Insomma una genialità rara alimentata forse anche dal periodo storico in cui egli visse.

Rimane nella nostra memoria la sua sensibilità ed innocenza, il suo essere libero da ogni condizionamento e tutto il bagaglio culturale ed artistico che ci ha donato e che ancora oggi, a distanza di 44 anni, è sorprendentemente attuale.

Commemorare Pier Paolo Pasolini apre nella coscienza una ferita che inevitabilmente gli anni non hanno potuto e saputo rimarginare, ma “ricordare Pasolini è un dovere”, come ha anche affermato il ministro Franceschini, “e trasmettere oggi alle generazioni giovani il suo messaggio di ricerca e denuncia, alla luce dell’emergenza del tema delle periferie urbane, è ancor più significativo e necessario”.

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Il Gruppo ViviRoma fondato da Massimo Marino nel 1988, nasce come giornale murale per ampliarsi nel tempo in un magazine, TV e WEB.

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