Omaggio al Duca Bianco, l’alieno caduto sulla terra!

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di Miria Maiorani

“La celebrità (“fame”) non serve assolutamente a niente, è solo un impedimento per tutto quello che vuoi fare. Avrei voluto fare tutto ciò che ho fatto ed essere completamente senza volto” (David Bowie)

Il lutto del 21° secolo è senza dubbio la perdita di un artista che ha lasciato, lascia e lascerà anche dopo la sua morte la sua arte, il suo essere innovativo, rivoluzionario e all’avanguardia, ma soprattutto ci lascia la sua creatività nella forma più pura ed assoluta che può rappresentare questo termine.

David Bowie – David Robert Jones, ha lasciato la vita terrena il 10 gennaio 2016 all’età di 69 anni vissuti come se fossero stati il doppio. Nella sua vita non si è certo fatto mancare nulla andando oltre quelle che sono le barriere sancite dalla morale e dal mondo. Lui era quello che era e non aveva timore di esprimere se stesso con la naturalezza di un uomo libero.

50 anni di carriera, trascorsi attraverso impersonificazioni, come il suo alterego Ziggy Stardust, fino al sofisticato Duca Bianco, sconfinando in diversi generi musicali che ha sempre reso armoniosi con la sua evoluzione. Molti gli stilisti attratti dal suo stile e dalla rivoluzione che ha accompagnato tutta la sua vita, forse primo fra tutti Jean Paul Gaultier.

David Bowie non si definiva musicista, ma artista e cercava nella forma d’arte più consona il modo per arrivare al cuore della gente e soprattutto a se stesso.

Innovativo, come la sua canzone Ch-ch-ch-change che sta a rappresentare la sua voglia di cambiamento, la mutazione come ragione di vita. Cambiamento fino alla fine: due giorni dopo l’uscita del suo ultimo disco, come un bravo attore sa fare e come uno straordinario regista sa fare, la sua uscita di scena.

Ci lascia un album capolavoro assoluto come, d’altra parte, capolavori assoluti sono state tutte le sue creazioni siano esse musicali, recitative o pittoriche. Bowie è la vera rappresentazione di quello che si può definire un individuo libero. Una voce viscerale, potente, profonda che sarà difficile ritrovare, un canto teatrale accompagnato da colori, movimenti e “sussurri” corporali…

Amavo, amo ed amerò per sempre David Bowie, ha accompagnato in modo determinante tutti i più bei momenti della mia vita e di quelli che, come me, hanno vissuto un certo periodo storico che ha sentito l’odore della sua presenza e le sonorità dei suoi concerti come quello indimenticabile di “The Glass Spider Tour” del giugno del 1987 a Roma dove ebbi l’onore di essere presente.

Mi ritengo fortunata di essere capitata “per caso” in quel fermento senza fine di arte, cultura e creatività e di godere dei suoi frutti, come ha, tra l’altro, affermato anche il Duca Bianco che in un’intervista ha dichiarato: “Ho avuto la fortuna di vivere in una metropoli dove si respiravano cultura e arte. Ogni artista è figlio del suo tempo e io sono figlio di un momento storico straordinario. E lo sa perché? Perché chi aveva talento sapeva che prima o poi ce l’avrebbe fatta. Nella musica come nella pittura, nel cinema o nella letteratura. Io sapevo fare un po’ di tutto, ma con il tempo mi convinsi che la mia migliore qualità era la voce. Quindi, comprai un microfono…”

David Bowie è PATRIMONIO DELL’UMANITA’, speriamo che il mondo della musica e dell’arte in genere sappia attingere dai suoi cambiamenti per capire che l’arte è cambiamento continuo.

“La missione di un artista è andare oltre e continuare a sperimentare cose nuove anche se destinate a una popolarità inferiore a quella dei grandi successi”

“Amo vivere e passeggiare a Berlino perché è l’unico luogo al mondo dove non esistono star e divi. L’ultimo, che risiedeva in quella città, è morto tanti anni fa in circostanze misteriose”

“Scrivo per me stesso, e se una cosa mi piace, penso che a qualche parte ci sarà. qualcun’altro a cui piacerà.”

“Mr. Stardust. è stato un piacevolissimo compagno di lavoro, ma non ho voluto che interrompesse il mio processo evolutivo”

“Il rock è la più importante espressione artistica di questo secolo. Ma io amo anche creare i personaggi, la narrativa, gli scenari. Così sono attratto da più direzioni allo stesso tempo, e cercare di tenere tutto in equilibrio nella mia mente è un lavoro maledettamente difficile.”

“Pensate che il matrimonio tra una rockstar e una super modella sia una cosa meravigliosa, un sogno? Beh, avete ragione”

“… Non penso di avere mai sentito che la vita fosse molto lunga. Non era certamente una sorpresa per me invecchiare. Non so se sia una cosa positiva o negativa, ma sono stato sempre terribilmente consapevole della sua finitezza, ed ho sempre creduto che se abbiamo quest’unica vita, allora dobbiamo sperimentare con essa”

“Incontrai Marc Bolan mentre dipingevamo le pareti dell’ufficio del nostro manager…Lui mi portò a fare shopping nelle pattumiere. All’epoca Carnaby Street – il distretto della moda – attraversava un periodo di incredibile ricchezza. Così, piuttosto che rimettere i bottoni alle camicie o sostituire le zip ai pantaloni, alla fine della giornata, gettavano tutto nella spazzatura. Così Marc ed io passavamo la sera tardi e mettevamo insieme i nostri guardaroba”

“Non cambio per confondere le persone. Sto solo cercando. Questo causa i miei cambiamenti. Sto solo cercando me stesso”

“Sono nel processo di vivere, non il suo risultato”

“Essere al sicuro è l’ultima cosa che voglio. Voglio andare a letto tutte le sere dicendo ‘se non dovessi più svegliarmi, posso almeno dire di avere vissuto da vivo'”

“Per me un camaleonte è qualcosa che si mimetizza per apparire il più possibile come l’ambiente che lo circonda. A me sembra di avere fatto sempre l’opposto”

“Penso che nell’arte sia molto più importante la teatralità, l’artificio”

“David Bowie è la somma di qualsiasi cosa un certo numero di persone pensa di me in un determinato momento. La percezione appartiene a loro. Non ho nessun controllo su di essa…”

“Non penso che David Bowie sia necessariamente così importante. Penso che il contenuto e l’atmosfera creati dalla musica che scrivo siano più importanti”

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Il Gruppo ViviRoma fondato da Massimo Marino nel 1988, nasce come giornale murale per ampliarsi nel tempo in un magazine, TV e WEB.

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