Maddale’ – Spettacolo teatrale, Teatro Trastevere

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Attraversando la terza fase (ancora purtroppo)

Maddalena è una donna come tante, simile ad una di quelle che troviamo nelle periferie più degradate di Roma.
Un matrimonio sbagliato alle spalle, senza figli, senza un lavoro fisso, con pochi soldi e con un marito agli arresti domiciliari.

A rompere la sua triste monotonia sarà un nuovo inquilino stabilitosi proprio nella stessa casa popolare dove abita lei.
Musicista, pittore, scrittore, un artista insomma, che distrae Maddalena dall’apatica quotidianità di cui è ormai vittima inconsapevole e che la stimola verso nuovi interessi latenti in lei, distrazioni che le permettono di fuggire, anche se per poco, dalla sua amara realtà.

Classica donna della periferia romana, indurita dalle asperità della vita, forte, coriacea e ribelle, ma allo stesso tempo rassegnata nei confronti di un’ esistenza che non le piace, che però accetta e subisce seppur a testa alta. Completamente impantanata in questa dimensione, si è adattata, plasmata e uniformata a questa società colma di reietti, accettandoli e facendosi accettare.

Generosa, combattuta, persa nel suo ruolo di donna infelice, sopravvive accettando il suo limite fino a che non gli si presenta questa mendace alternativa. Rimane incinta di lui, ma a breve Maddalena si renderà conto che non è un uomo troppo dissimile dal marito.

Uguale, se non peggio. Un fallito insoddisfatto, pieno di sogni infranti e di rancori, egoista, arrabbiato con la vita, sceglie le droghe e l’alcool come lenitivi alla sua rabbia e frustrazione.

Strabiliante interpretazione di Livia De Luca (Maddalena). Tra gestualità, movenze, espressività, altalenanti umori. Recita questo ruolo in modo naturale e realistico. Per dar vita al suo personaggio, attinge dalle sue origini romane il dialetto romanesco ed enfatizzandolo lo doma senza renderlo mai sguaiato.

Nella sua recitazione ho avvertito delle tracce, delle reminiscenze, degli atteggiamenti, delle espressività che mi hanno ricordato la Magnani o la Loren, quando in alcune scene drammatiche impongono il loro personaggio femminile con la stessa verve che Livia adotta per fare Maddalena.

Vidi questo spettacolo un paio di anni fa e mi piacque già allora.
Ora, dopo un paio di defezioni nel cast prontamente sostituite e qualche piccolo ritocco e smussatura, lo spettacolo è decisamente più incisivo.
Ogni scena è realistica, non sembra recitata e coglie proprio quello spaccato di vita che vuole rappresentare. Semplice e crudo.

Appaiono, in questo dramma, anche altri personaggi, anche questi non dissimili da quelli che si incontrerebbero al bar all’angolo della solita periferia.

Simpatica l’amica napoletana (Miriam Esposito), molto espressiva e molto partenopea sia nelle movenze che nella sua espressività, e ovviamente nel suo dialetto. Capace di dare un tocco di dolcezza alla crudezza della storia. Anche lei è la classica donna che a volte compare dal grigiore delle borgate grazie alla sua tempra e al suo carattere cordiale ed altruista, in grado di apportare un tocco di colore e dolcezza. Una vera amica ed un vero appoggio morale, per Maddalena.

Bravo il marito (Paolo Congi) nel suo ruolo di personaggio degradato, così come i suoi amici, non proprio per bene. Uno, dallo stravagante soprannome di “Tedesco” (Mauro Tiberi), che sembra un motociclista hells angel e che, grazie alla sua mole, troneggia ed impera sugli altri e sul palco. L’altro, Lorenzino (Patrizio Recchioni), spiritato, sembra uscito dalla serie di Gomorra. Tutti sono piuttosto realistici nell’aspetto, con le loro battute triviali e i loro atteggiamenti da duri.

Infine l’artista (Mauro Ascenzi) stravagante, depresso, incapace di ritrovare quel successo che per un attimo si era affacciato nella sua vita, sprofonda nella depressione più cupa, precipitando nello squallore non dissimile da quello degli altri personaggi.

Una storia fatta di droga, galera, insoddisfazioni, di desideri e sogni infranti, di persone che ormai non credono più in un futuro diverso.

Anche la maternità di Maddalena e’ appena un guizzo di speranza.
Quando rivela il suo stato al marito, lui, ferito nell’orgoglio, vorrebbe vendicarsi dell’affronto subito dal rivale, forse piu colpito nell’orgoglio per non essere stato in grado di dare un figlio a Maddalena che per il tradimento.
Si scopre però che anche in quest’uomo c’è in fondo una parte buona.

Accadrà infatti qucosa di inaspettato. I due si ritroveranno? Il figlio in arrivo sarà il Deus ex machina per entrambi?

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