“L’Arte incontra le Professioni”: un titolo che già da solo racconta l’essenza di una serata straordinaria, nata dalla visione della giornalista Maridi Vicedomini.
Un evento che ha trasformato la storica cornice di Scotto Jonno, nel cuore della Galleria Principe di Napoli, in un elegante palcoscenico dove arte, cultura e professioni si sono fuse in un’esperienza unica.
Un parterre d’eccezione ha illuminato l’ingresso, accolto in primis dagli avvocati Riccardo Satta Flores, Presidente del Rotary Club Chiaia, Anton Emilio e Paolo Krogh, Giancarlo Capuano, Maurizio De Dominicis con la moglie Ilaria Ferrara Dentice, Gennaro Famiglietti, Console Generale della Bulgaria e figura di spicco del mondo diplomatico, oltre ai chirurghi Marco De Fazio e Giuseppe Doriano con le consorti.
Tra gli ospiti anche la scrittrice Annella Prisco, gli ingegneri Roberto Bellucci Sessa con Virginia Basile, Domenico Salierno, Presidente Rotary Club Napoli, con la moglie Erminia Guerrera, gli imprenditori Ennio Giardino e Marizia Rubino, Sergio Di Sabato, Giuseppe Mirante con la moglie Vanda, Roberto De Laurentiis con la consorte Diana.
Un’elegante performance di images vivant ha catturato l’attenzione: un’eterea ballerina danzava su una grande sfera bianca luminosa, avvolta dalle vibrazioni delicate del pianoforte di Mariella Pandolfi. Un’immagine destinata a restare impressa nella memoria dei presenti.
Il red carpet, illuminato dai flash di paparazzi agguerriti, ha introdotto gli ospiti all’interno dell’iconica struttura ottocentesca, dove il patron Luca Iannuzzi e sua moglie Debora Di Meo hanno rivolto il loro caloroso saluto.
Iannuzzi ha raccontato con orgoglio la rinascita di Scotto Jonno:
«È un gioiello Liberty riportato al suo antico splendore — spiega — un progetto che rompe gli schemi tradizionali per trasformarsi in un centro polifunzionale dove arte, cultura e gusto convivono in perfetta armonia». Arredi storici, velluti di San Leucio, cristalli, sculture, dipinti ad olio: ogni dettaglio dialoga con l’anima della città, amplificata dalla presenza di una biblioteca interna, luogo di incontro e riflessione.
Prosegue Iannuzzi:
«Desideriamo offrire un lusso intellettuale che si racconta attraverso ogni piatto e ogni cocktail, concepiti come un viaggio tra i miti e le leggende partenopee. Il nome “Scotto Jonno” è un omaggio necessario alla storia di Napoli: Vincenzo Scotto Jonno trasformò questi spazi in un tempio raffinato della mondanità sul finire dell’Ottocento. Custodire il suo nome significa portare nel presente quella magia fatta di musica, festa e cultura».
La serata è poi esplosa in un trionfo di sensazioni, accompagnata dalle sonorità eleganti dell’ensemble composto da Antonio Cece (chitarra), Massimo Mercogliano (contrabbasso) ed Ernesto Gargiulo (clarinetto), con la direzione artistica di Marco Amoroso.
A chiudere il cerchio della perfezione, l’esperienza gastronomica firmata dallo Chef Marco Ambrosino, che con la sua cucina “tecnica e poetica” ha sedotto i palati di tutti gli invitati.
Tra i presenti anche Lino e Cristiana Gentile, Attilio Menduni de Rossi e signora, Antonio e Annamaria Sarno, Antonio e Giovanna Scotto, Sossio e Iolanda Grassia, Carlo e Pina Monni, Loredana Maddaloni, Dario Cecere, Vincenzo e Beatrice De Notariis: un mosaico di personalità che ha reso la serata un autentico tributo alla Napoli che vive, crea e incanta.
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