Al cinema dal 15 ottobre: la vera storia del sequestro di Giuseppe Vinci
Esce nelle sale italiane il 15 ottobre 2025, a 30 anni esatti dalla liberazione di Giuseppe Vinci, il film “Storia di un Riscatto”, scritto e diretto da Stefano Odoardi.
Un’uscita simbolica per ricordare uno degli eventi più drammatici della cronaca italiana degli anni ’90: il rapimento più lungo mai organizzato dall’Anonima Sequestri.
Prodotto da Superotto Film Production in collaborazione con Teatro di Sardegna, Banca Generali, Fullcode, e con il sostegno di Fondazione Sardegna Film Commission, Fondazione Banco di Sardegna e Regione Autonoma della Sardegna, il film sarà auto-distribuito da Superotto Film Production.
Un tour con il regista e il protagonista reale
Il lancio del film sarà accompagnato da un tour promozionale che partirà dalla Sardegna, luogo simbolico della vicenda, per poi toccare le principali città italiane.
A presentarlo, il regista Stefano Odoardi insieme al vero Giuseppe Vinci, che nel film interpreta sia sé stesso nel presente sia il padre Lucio Vinci negli anni ’90.
Una storia vera, una ferita ancora aperta
Nel 1994, Giuseppe Vinci fu rapito dall’Anonima Sequestri in Sardegna. L’obiettivo era colpire la sua famiglia, fondatrice della catena di supermercati Vinci, in un territorio economicamente fragile.
Vinci fu tenuto prigioniero per 310 giorni in una cassa di compensato di 190 x 180 x 190 cm, diventando protagonista del sequestro più lungo attribuito all’organizzazione criminale.
La vicenda segnò un momento di svolta: per la prima volta, la popolazione sarda reagì pubblicamente contro l’Anonima Sequestri, grazie soprattutto all’impegno della moglie venezuelana di Vinci, Sharon, che guidò le mobilitazioni civili.
Il cast
Oltre a Giuseppe Vinci, il cast di Storia di un Riscatto include:
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Andrea Niccolò Staffa
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Leonardo Capuano
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Stefano Mereu
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Florencia Rolando
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Felice Montervino
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Luigi Pusceddu
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Nunzio Caponio
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Cristina Maccioni
Trama del film
Ambientato negli anni ’90, il film racconta le fasi del rapimento di Giuseppe Vinci, le difficoltà della sua famiglia e il comportamento controverso dello Stato italiano.
Nonostante il blocco dei beni da parte del governo, il padre Lucio Vinci fece di tutto per salvare il figlio.
Il riscatto, pari a 4 miliardi e 250 milioni di lire, fu pagato, ma la famiglia fu poi costretta anche a versare le tasse su quella somma, portando al fallimento della loro attività.
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