Roma, 29 ottobre 2025 – Quando la musica si fa memoria, ribellione e poesia.
Ieri sera, al Largo Venue nel cuore del Pigneto, Roma ha celebrato uno dei suoi figli più amati: Rino Gaetano. Una serata intensa e vibrante, per rendere omaggio a quello che sarebbe stato il suo 75° compleanno, trasformando il locale in un tempio di emozioni, libertà e verità cantata.
Una famiglia, una band, un’eredità viva
L’evento è stato voluto e curato dalla famiglia Gaetano: Anna Gaetano, sorella dell’artista, e Alessandro Gaetano, suo nipote, che oggi guida con passione la Rino Gaetano Band — formazione ufficiale nata nel 1999 e diretta da lui dal 2013.
Sul palco, insieme ad Alessandro (voce e chitarra), si sono alternati Ivan Almadori (voce, chitarra), Fabio Fraschini (basso), Michele Amadori (tastiere, cori), Alberto Lombardi (chitarra elettrica, cori) e Marco Rovinelli (batteria): una squadra coesa e potente, capace di far rivivere l’energia e l’anima di Rino con autenticità e rispetto.
Ospiti d’eccezione e momenti di pura emozione
Sul palco si sono alternati ospiti speciali e performance che hanno toccato il cuore del pubblico.
Cristiano Cosa ha aperto con una versione intensa di “Mio fratello è figlio unico”, creando un’atmosfera di partecipazione e commozione.
Carlo Valente ha proposto un brano di ingresso libero, portando la sua voce sincera e la sua libertà d’espressione, tanto vicine allo spirito di Rino.
Il cantautore Artù (nome d’arte di Alessio Dari) ha emozionato tutti con “Ti voglio”, restituendo la dolce malinconia e la fragilità poetica che attraversano il repertorio di Gaetano.
E infine, «Entrambi romani, indipendenti, ironici e veri.»
Con queste parole Giulia Massarelli ha introdotto Piotta, che ha raccontato il suo legame artistico e umano con Rino Gaetano.
Il rapper, visibilmente onorato di rendergli omaggio, ha ricordato le prime canzoni che gli hanno fatto scoprire la forza e l’attualità della sua musica — da “Ti ti ti ti”, eseguita solo il giorno prima ospite di Luca Barbarossa, fino a una trascinante “E cantava le canzoni”, interpretata sul palco e accolta da un’ovazione del pubblico.
Tra memoria, novità e arte visiva
Durante la serata, Giulia Massarelli ha presentato tre momenti simbolici dedicati alla memoria e all’attualità di Rino Gaetano:
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il repack “Io ci sto”, con inedito Sony pubblicato proprio ieri e annunciato da Alessandro Gaetano;
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il documentario “Rino Gaetano – Sempre più blu”, diretto da Giorgio Verdelli, in uscita nei cinema il 24, 25 e 26 novembre;
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e la splendida scultura luminosa di Marco Lodola, installata sul palco come faro di luce e creatività.
Un intreccio perfetto di musica, memoria e arte visiva, capace di raccontare Rino non come un ricordo, ma come un presente vivo più che mai.
Tutto questo grazie alla Rino Gaetano Band, unica formazione ufficiale, impegnata a custodire e diffondere l’eredità musicale e umana dell’artista, nel segno di verità e libertà.
Tutti insieme per cantare la libertà
Il pubblico, entusiasta e partecipe, ha accompagnato la band in un viaggio tra i classici di sempre: “Gianna”, “A mano a mano”, “Aida” (apoteosi pura), “Io ci sto”, “Nuntereggae più” e “Berta Filava”.
Il gran finale è stato una vera esplosione di emozioni: tutti sul palco e in platea a cantare “Il cielo è sempre più blu”.
Un inno collettivo, catartico, che ha fatto vibrare la sala. La voce di Rino, attraverso la sua band e il suo pubblico, è sembrata ancora lì: viva, libera, necessaria.
Rino, oggi più che mai
Quella del 29 ottobre 2025 non è stata soltanto una festa, ma un atto d’amore collettivo verso un artista che ha saputo raccontare l’Italia con ironia, lucidità e tenerezza.
Rino Gaetano continua a essere una bussola per chi cerca autenticità e libertà, un cantautore che, con la leggerezza della sua voce, sapeva dire la verità meglio di chiunque altro.
Grazie alla famiglia Gaetano, alla Rino Gaetano Band e a tutti gli artisti ospiti, Roma ha vissuto una notte irripetibile: un compleanno che diventa simbolo di resistenza, arte e umanità.
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