‘Dalla parte della cicala’ commedia teatrale

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TEATROVID-19
Il teatro ai tempi del corona
Attraversando ancora la terza fase (vista la proroga…)
Teatro Trastevere

Il teatro Trastevere ha riaperto i battenti e offre una programmazione interessante che va dal 15 al 27 settembre. L’ingresso è gratuito ma su prenotazione, a disposizione 150 posti all’aperto in piena sicurezza e rispetto delle normative anti covid.

I nostri hanno deciso di utilizzare l’attigua piazza San Francesco d’Assisi nel cuore di Trastevere per la rassegna teatrale.
Ad aprire la kermesse è proprio il ‘condottiero’ Marco Zordan, direttore artistico del teatro, nonché valido attore che conosco molto bene.

Amabile, ironico, poliedrico, stasera si cimenterà in questo spettacolo insieme ad un’ altra brava artista che risponde al nome di Veronica Liberale. Anche lei veterana dei palchi e che, oltre alla recitazione si cimenta egregiamente nella scrittura e nella regia di spettacoli in cui spesso è presente nel ruolo di attrice, come in questo.
Stasera Veronica scomoda Gianni Rodari, famoso scrittore orientato alla formazione dei bambini e dei giovani attraverso la scrittura creativa e il gioco. Quale ex maestro elementare non abbandonerà mai il suo stile letterario ricco di morale atto ad educare e a far riflettere.

Nelle sue filastrocche e favole inseriva sempre un messaggio educativo e positivo con sapiente semplicità ed ironia.
A conferma di ciò gli venne riconosciuto il premio Andersen nel 1970, una specie di premio Nobel per la letteratura per all’infanzia.

Il titolo che stasera Veronica sceglie per raccontare la vita di quest’uomo, nasce da una sua favola, quella della cicala e della formica, Rodari ovviamente si schiera dalla parte della cicala:
‘Che il più bel canto regala’, senza chiedere nulla a dispetto dell’ avara formica che invece tiene tutto per lei.
Uno scrittore ed un pensatore controcorrente che dimostra durante la sua vita, di essere, nonostante il suo antifascismo e la scelta di aderire al partito comunista, comunque e sempre un democratico pronto al dialogo con tutte le parti in campo, anteponendo ad ogni ideologia politica l’essere umano, tanto da risultare scomodo allo stesso suo partito e scomunicato dalla chiesa nonostante sia stato un seminarista.
La chiesa arrivò per la sua posizione politica anche a bruciare negli oratori i suoi libri…

Veronica ha scritto uno spettacolo che si rivela essere come una dolcissima melodia che ripercorre come fosse una colonna sonora composta di emozioni, la vita di Rodari. Scegliendo con grande intuito Marco Zordan, colui che ha saputo interpretare magistralmente questa figura. Uno spettacolo che ha il sapore di un concerto suonato con gli strumenti più delicati che esistano e che morbidamente quasi sussurrano accarezzando l’ ascoltatore e cullandolo come fosse sospeso in una dimensione onirica.

Tante emozioni e sorrisi concentrati in un ora e un quarto di scena, ma che riescono impeccabilmente a riassumere e a concentrare mirabilmente la storia di questo importante personaggio italiano.

Un vero e proprio tributo che mi auguro possa essere visto ed avere il successo che merita di fronte ad un vasto pubblico.
Marco è un interprete eccezionale, con i suoi vivaci occhi neri e profondi che sprizzano scintille di vita con cui ci ipnotizza e ci proietta nella dimensione di Rodari raccontandolo come fosse Gianni stesso a svelarsi.

Sapientemente e divertentemente Marco si trasforma imitando alcuni personaggi che hanno partecipato alla vita di Rodari, cambia voce, tono e dialetto per imitarli e dà corpo a questa stupenda storia, che così proposta, mi ha restituito le stesse emozioni provate ascoltando i racconti nel film ‘Il pianista sull’oceano’ quando Tim Roth, nei panni di Novecento, racconta le sue storie con uno sguardo perso e sognante e anche quelle sensazioni provate guardando ‘La vita è bella’ grazie alla delicatezza di Benigni nei panni di Guido.

Veronica non poteva scegliere un interprete più adatto che peraltro ricorda Rodari in una delle sue foto da giovane.
Sempre presente sul palco come un direttore d’orchestra che conosce i suoi musicisti fidando della loro preparazione, segue la sua opera direttamente dalla scena.

Costantemente presente la sua figura non invade mai il campo di Marco, come una buona madre farebbe supportando e spingendo il suo rampollo ad esprimersi senza ostacolarlo mai, anzi incitandolo silenziosamente a dare il meglio di sé.
Veronica come Marco, interpreta invece tutti i personaggi femminili della storia: la madre, la moglie e la dottoressa che lo accoglie in ospedale poco prima della fine della sua vita.

Veronica è stata davvero profonda e capace nell’ imbrigliare i momenti salienti della vita di Rodari.
Rodari sarebbe stato fiero di questo spettacolo così delicato e celebrativo.

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