Il teatro ai tempi del corona: concorso autori attori

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Attraverso la terza fase (la lunga uscita)

Autori nel cassetto, Attori sul comò
Finale tra cinque spettacoli arrivati alla serata conclusiva al “Teatro degli Audaci” per questa gara rassegna.
Lo spettacolo che vincerà il primo premio avrà a disposizione tre serate per andare in scena sul palco di questo teatro e potrà vantare il 70% degli introiti dell’ incasso.
A seguire, il secondo posto avrà due serate mentre al terzo ne andrà una.

Oltre alla giuria è previsto il voto del pubblico che dovrà scegliere tre proposte su cinque, dando un punteggio a scalare: tre punti al primo, due al secondo e uno alla terza scelta.
Tra la giuria nomi noti (non me ne vogliano se cito solo quelli che ho fatto in tempo ad appuntarmi):
Pietro De Silva, Anna Testa, Eugenio Tassitano, Germano Rubi, Francesco Pancale, Adriano Vianello, Rosario Galli, Alberto Bassetti e Francesco Verdinelli.

Passiamo alla gara
Primo corto:
“Prossima puntata” di Valeria Wandija, con Deborah Ponzo e Gabriele Planamente, (premiato poi come miglior attore della serata), affronta il dramma della ludopatia. Tre amici, due ragazze e un ragazzo; quest’ultimo perso nel disperato mondo del gioco fatto di illusorie vincite e sicure perdite: il denaro, il rispetto per se stesso e per gli altri e la serenità di una vita normale. Nei pochi minuti a disposizione (tutti i partecipanti hanno circa quindici minuti), rendono brutalmente l’idea di questa tragedia.
Corto ideato durante la quarantena e ispirato ad una persona affetta da ludopatia che l’autrice conosce.
Diretto, crudo e realistico. Amaro il momento in cui il protagonista scende tra il pubblico ed ossessivamente elemosina a tutti qualche spiccio da poter investire in questo sogno di vittoria illusoria.
La giuria apprezza la tematica proposta e la prova della compagnia, così come il pubblico.

Secondo corto.
“La signora degli scarafaggi” di Fabrizio Ansaldo, con una brillante ed emozionante Cristina Frioni che impersona una donna in cerca di lavoro in un’ America che si affaccia agli anni ’70.
Tra povertà, disperazione, solitudine e paranoia, in un ambiente malsano, tra spacciatori, alcolizzati e sporcizia, in una casa invasa dagli scarafaggi, fa proprio amicizia con uno degli insetti, sottolineando così la sua solitudine. Bravissima la protagonista tra alti e bassi e cambi di voce in cui dà vita ai vari personaggi della storia. Emozionante prova, ben accolta dalla giuria e dal pubblico. La proposta vince il secondo posto. Vince il premio come miglior attrice Cristina Frioni ex equo con Giovanna Cappuccio de “Il figlio cambiato” .

Terzo corto.
“Alie (ni) nati”, di Alessandro Giova.
Durante la notte di San Lorenzo, tre amici in preda agli effluvi dell’alcool (Giuseppe Carvutto, Cristina Todaro e Alessandro Giova), sognano di realizzare qualcosa di grande.
Una parodia sui loro sogni, che poi sono quelli della loro generazione.
Tra le varie idee, propongono di creare un partito dal programma piuttosto stravagante, che però un’ Italia desiderosa di cambiamento sceglie come voto di protesta, facendogli vincere le elezioni! Ironico, ben recitato, ricco di battute divertenti. Nato come corto per partecipare a questo concorso, i nostri hanno l’idea di svilupparlo e farne uno spettacolo completo.
Tematiche contemporanee, uno spaccato di vita su un mondo giovanile insofferente, in bilico tra la stravaganza e passività, con scarsa fiducia nel proprio futuro, ma anche fortemente satirico e assai critico nei confronti del panorama politico.
Corto che vince il concorso di stasera.

Quarto corto
“Il figlio cambiato” di Giancarlo Moretti, tratto da una storia di Pirandello ed immerso nel folklore della Tammorra. Una donna disperata, colma di sensi di colpa per essere stata costretta a vendere il figlio a causa della propria povertà, nella speranza che questi possa avere un futuro migliore con i nuovi genitori, vive lo strazio del pentimento. La giuria ha apprezzato molto il testo e la recitazione impeccabile ed emozionante di Giovanna Cappuccio. Un monologo ridotto drasticamente nella durata, ma che Moretti ha saputo concentrare nel tempo a disposizione senza sminuirne il contenuto, emozionando e suggestionando pubblico e giuria, che gli ha aggiudicato il terzo posto riconoscendo il premio di migliore attrice a Giovanna Cappuccio ex equo con Cristina Frioni de “La signora degli scarafaggi” .

Quinto corto.
“Se il mondo fosse assurdo” di Luca Franco.
Tre giovani donne si raccontano in questo viaggio, con il linguaggio del “teatro dell’assurdo”. Dialoghi surreali, a tratti incomprensibili, per una forma di teatro futuristico ed assai ostico.
Con questo approccio le donne svelano man mano il loro segreto fatto di violenze fisiche e psicologiche familiari. Un grido di accusa contro la sopraffazione che lascia segni visibili sul corpo e nell’animo delle donne.
Una proposta ostica ed ermetica, con dialoghi che seguono una linea tutta loro, innovativa, che si perdono in una difficile ma riuscita sincronia psicotica.
I personaggi si alternano repentinamente tra loro senza mai accavallarsi, confondendo ma anche svelando ognuna la sua triste storia che, giunta all’epilogo, lascia scioccati.
Proposto in maniera meno sperimentale (o con un tempo maggiore a disposizione) sarebbe forse più fruibile. Brave le ragazze Monica Falconi, Sara Mazzei ed Erica Picchi della compagnia “Mercanti di stelle”.
La giuria dà loro dei consigli su come sfruttare meglio questa proposta, comunque apprezzata, premiandone l’autore.

Ad ogni fine performance un interessante confronto tra gli artisti, gli autori e la giuria ricca di opinioni, spiegazioni e scambi di idee.
Un modo per capire meglio ogni proposta e i suoi retroscena e la possibilità di poter spiegare la propria idea davanti ad una giuria che si è dimostrata attenta, pronta ad una critica intelligente e costruttiva, mai vessatoria.
Una giuria composta di addetti ai lavori, conoscitori del teatro, che con le loro osservazioni hanno reso più fruibili le proposte al pubblico in sala.

Ho molto apprezzato la serata sia per le idee che per l’ interscambio tra pubblico, giuria, autori e attori, che andrebbe, a mio avviso, riproposto ad un pubblico più numeroso. Una chiave per avvicinare il teatro a chi ne è a digiuno, una sorta di metodo Bosso: spiegare e far vivere ai presenti, accompagnandoli per mano, un viaggio tra emozioni e cultura nel mondo del teatro, così come il grande misicista Ezio Bosso ha sapientemente fatto con la musica classica.

È stato un immenso piacere incontrare Pietro De Silva nella giuria, giù dal palco Giovanna Cappuccio con l’autore Giancarlo Moretti, la bravissima Ines Le Breton tra il pubblico con il simpaticissimo Maurizio Brescia D’Agostino.
Serata che non prevedeva l’accesso stampa, ma a cui ho voluto presenziare come spettatore e di cui ho voluto scrivere perché meritevole di essere conosciuta.

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