Digital Media Fest: intervista a Janet De Nardis

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Anche quest’anno avrà luogo il consueto appuntamento con il Digital Media Fest targato Janet De Nardis che da anni ha portato una ventata di novità nel mondo del web e dell’imprenditoria.

esclusivaJanet De Nardis ha avuto la capacità di intuire prima di tutti l’importanza dei prodotti audiovisivi webnativi riconoscendogli il valore qualitativo cinematografico. La manifestazione è il più grande evento in Italia dedicato all’evoluzione digitale. La  mission del DMF è anche quella di favorire il contatto tra filmmakers, produzioni cinematografiche,  distribuzioni tradizionali e  piattaforme online, aziende (I Brand) e le istituzioni tutti uniti dalla sensibilità nel veicolare messaggi attraverso i nuovi linguaggi.
Abbiamo rivolto qualche domanda a Janet De Nardis ideatrice e direttrice dell’evento.

janet de nardisSiamo giunti alla terza edizione del Digital Media Fest quest’anno finalmente in presenza. Quali sono le novità?
Terza edizione come Digital Media Fest, ma abbiamo alle spalle altri sei anni di Roma Web fest… Una squadra avviata che fronteggia con caparbietà i duri tempi della pandemia. Quest’anno il digitale è davvero il padrone assoluto dell’audiovisivo, ma soprattutto portiamo alla ribalta le tecnologie più estreme applicate al racconto. Negli incontri del festival la realtà virtuale e la realtà aumentata saranno stimolo per molte riflessioni. Avremo tanti esperti che ci porteranno esempi concreti di come il racconto sia sempre più tecnologico e di come si stia realizzando tutto quello che fino a poco tempo fa credevamo fosse fantascienza.

Dopo tanti anni alla conduzione di questa manifestazione quali sono le tue conclusioni riguardo all’approccio nei confronti di questo mondo da parte dei giovani filmmakers?
Sono certa che la libertà creativa di chi è fuori dagli schemi e quindi anche dalle regole mainstream, sia spesso foriera di scoperte positive. Quando “la moda” delle webserie ha cominciato a prendere piede anche in Italia abbiamo avuto un proliferare di creativi vivacissimi, dai Licaoni alla Buoncostume, dai The Jackal ai The Pills, dagli Zero a registi come Ivan Silvestrini o Vincenzo Alfieri. In questi anni ho vissuto il cambiamento di linguaggio che dal web si è spostato al cinema, permettendo il cambiamento di schemi ormai vecchi. Credo che i giovani, se guidati, ma anche assecondati, possano dare tanti stimoli all’industria audiovisiva, ma bisogna evitare di intercettare i talenti per irregimentarli in meccanismi precostituiti.

Come si preparano i concorrenti nella realizzazione dei filmati?
Ogni creativo ha un proprio modo di lavorare. Non esistono regole nella creatività. Le stesse idee a volte nascono di getto, altre volte necessitano di gestazioni che possono durare anni.

Come usciamo secondo te da questo duro periodo di chiusura e costrizione, ma soprattutto come ne escono il cinema e le produzioni cinematografiche?
Questa è una domanda complessa. Sicuramente ne usciremo diversi e pieni di ferite, soprattutto per ciò che concerne le sale avremo una cultura da ricostruire. Le persone si sono abituate, a fruire dei film da casa, perdendo il contatto con la vera magia del cinema. Questa situazione ha creato un vero problema di distribuzione che ad oggi è insanabile… Il costo del film, senza la sala, non è supportato. Le piattaforme come Netflix o Amazon non pagano il valore reale del film, tutt’altro…. Inoltre la tecnologia, ha fatto passi da gigante e la pandemia ci sta portando velocemente verso il consumo del mondo virtuale che credo, in breve tempo, possa sostituire quello reale.

Tra le tante esperienze lavorative che hai affrontato che posto occupa il Digital Media Fest?
Un posto importantissimo: sono cresciuta ed evoluta con lui. Il mio lavoro è cambiato insieme alle mie esperienze attraverso il festival. Gli stimoli ricevuti dai tanti creativi e professionisti che lo hanno attraversato, mi hanno permesso di diventare una professionista più focalizzata su un universo, che di per sè è immenso: l’audiovisivo e il racconto attraverso di esso.

Cosa ti senti di consigliare a chi si affaccia per la prima in questo settore?
Di essere curiosi, di avere sempre un pensiero laterale. Di studiare a fondo per avere una grande cultura alla base, per sapere ciò che deve essere ancora fatto!

I vincitori delle scorse stagioni sono riusciti a ritagliarsi una fetta di mercato dopo la partecipazione alla competizione?
Certamente! Dal nostro festival sono emersi tantissimi talenti: dai creativi di Romolo+ Giuly a Ivan Silvestrini e Vincenzo Alfieri, ma anche personaggi come lo straordinario Edoardo Ferrario.

La cosa più bella che ti hanno detto da quando hai ideato questa manifestazione.
Che ho cambiato la vita di alcune persone, che sono stata di ispirazione e che ho saputo vedere il talento e metterlo in luce, quando gli altri lo reputavano solo stravaganza.

Per rimanere in tema di lavoro virtuale cosa pensi degli influencer?
Penso che sono figli di un’epoca in cui si pensa poco ed è facile lasciarsi influenzare da tutto e tutti.

A maggio sarai alle prese con il tuo primo lungometraggio “Good Vibes”. Ci puoi dare delle anticipazioni?
Si tratta di un fanta-thriller che ha come protagonista un telefonino con un’app speciale che consente di scoprire i segreti di chiunque… una riflessione sul tema della privacy attraverso l’incalzare di cinque storie concatenate. Si tratta di una co-produzione Austria/Italia che vedrà la partecipazione di attori internazionali.

Con quale regista o attore avresti piacere di realizzare un’opera cinematografica e perché?
Adoro Willy Smith e per me sarebbe splendido, un giorno, lavorare con lui! E’ un artista a tutto tondo che sa cantare, recitare, presentare, ma soprattutto che riesce a fare ridere o piangere con la stessa intensità in relazione al ruolo interpretato.

C’è altro che bolle in pentola o avrai un po’ di tregua?
C’è sempre altro… le pentole sono tante. Sto preparando un progetto web, ma non posso dire di più!

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About Author

Il Gruppo ViviRoma fondato da Massimo Marino nel 1988, nasce come giornale murale per ampliarsi nel tempo in un magazine, TV e WEB.

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