Tutto per mio figlio con Giuseppe Zeno e Antonia Truoppo. Regia di Umberto Marino

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Presentato in anteprima Sabato 26 marzo alla tredicesima edizione del BIF&ST International Film&tv Festival di Bari, il film tv ‘Tutto per mio figlio’, scritto e diretto da Umberto Marino, interpretato da Giuseppe Zeno, una co-produzione Rai Fiction e Compagnia Leone Cinematografica, prodotto da Francesco e Federico Scardamaglia (A.P.A.) per Compagnia Leone Cinematografica.

‘Tutto per mio figlio’, che andrà in onda prossimamente in prima serata su Rai 1, si avvale di un ricco cast che comprende anche Antonia Truppo, Tosca D’Aquino, Giuseppe Pirozzi, Massimiliano Rossi, Roberto De Francesco, Ernesto Mahieux, Nello Mascia, Bruno Torrisi e Fabio De Caro. Sul versante tecnico, la direzione della fotografia di Agostino Vertucci, il montaggio di Roberto Siciliano, le scenografie di Enrico Serafini, le musiche di Paolo Vivaldi per le Edizioni Musicali Rai Com e i costumi di Valter Azzini.

Raffaele Acampora (Giuseppe Zeno) non è un magistrato, un giornalista o un poliziotto. Non è un personaggio importante, uno con un ruolo di contrasto delle organizzazioni criminali. È un uomo come tanti. Ha una moglie, Anna (Antonia Truppo), che ama, e quattro figli, di cui il più grande, Peppino, ha quattordici anni e come molti ragazzi della sua età comincia a cercare la sua strada nel mondo. Ma non è facile farlo quando vivi in un territorio dove le organizzazioni criminali dettano legge. Raffaele è un allevatore che “fa” i mercati, mestiere ereditato da suo padre. Una vita dura, che però lui affronta a testa alta con il piglio di chi sa di far bene il proprio lavoro. Ma a causa della camorra, ogni settimana Raffaele e i suoi colleghi sono vittime del racket criminale, che impone loro il pizzo e vessazioni di ogni tipo. Fino a quando, un giorno, Raffaele decide di ribellarsi. Fonda un sindacato e, con la sua forza d’animo contagiosa, convince i suoi colleghi a iscriversi. Collabora con la polizia e la magistratura, denuncia, fa nomi. La camorra cerca in ogni modo di farlo smettere, prima con offerte e poi con minacce e intimidazioni. Ma Raffaele ha detto agli iscritti del sindacato che avrebbe difeso i loro interessi, e ha una parola sola.

“Tutto per mio figlio – sottolinea il regista Umberto Marino – racconta la storia di un uomo qualunque, con una vita qualunque, un uomo piccolo, che però fa una grande scelta. Siamo nella Campania del 1996, nel regno della camorra. Questo film tv si propone di mostrare il male senza renderlo romantico e di raccontare come il bene vi si opponga con gesti e comportamenti piccoli, legali, poco eclatanti, ma non per questo meno importanti. In questo contesto, la mia regia non vuole diventare protagonista, ma intende nascondersi per dare il più grande spazio possibile ai personaggi e ai loro sentimenti”.

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Il Gruppo ViviRoma fondato da Massimo Marino nel 1988, nasce come giornale murale per ampliarsi nel tempo in un magazine, TV e WEB.

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