Teatro Tor Bella Monaca
Di Cinzia Leone e Fabio Mureddu
Maximo event di Nicolò Innocenzi
La travolgente Cinzia Leone mette a segno due date sold out qui al Teatro Tor Bella Monaca, proponendoci un travolgente monologo con il suo inconfondibile approccio, sempre schietto e divertente ma anche toccante e profondo sul tema della “mammità”, come lei la definisce.
Con delicatezza Cinzia analizza il distacco dal cordone ombelicale e l’influenza che ogni madre lascia sulle proprie figlie in quello che sembra essere un circolo vizioso che si ripete da sempre. Perché se è vero che quel cordone viene reciso alla nascita, il legame psicologico ed affettivo rimane e condiziona ogni donna in un continuo ripetersi di dinamiche che a volte sfiorano la tossicità.
Lo spettacolo di Cinzia vuole divertire facendo riflettete su questa forma di condizionamento, e lo fa attraverso i pensieri e i comportamenti di una figlia.
C’è un imprinting molto forte che ogni donna porta con sé per tutta la vita, sia quando il rapporto ha rappresentato un’esperienza positiva che in caso contrario.
Con la sua verve ed esuberanza, l’attrice metterà a nudo gli aspetti di questa relazione, senza peli sulla lingua, toccando situazioni difficili, imbarazzanti, critiche ma cogliendovi anche elementi piacevoli e allegri.
Ospite, attraverso dei simpatici video, è la madre, interpretata da lei stessa che indossa un bel parruccone.
Disturba continuamente la figlia con telefonate assillanti, affliggendola con le sue problematiche fisiche e psicologiche, tra cui una particolare gastrite. Questa scelta aggiungerà comicità al monologo rendendolo ancora più divertente e frizzante.
Le telefonate si susseguono in maniera crescente e sempre più invadente, mentre vedremo Cinzia assumere un atteggiamento via via più ostico e acido espresso da battute pungenti fino ad arrivare all’apoteosi, quando faranno breccia in lei i sensi di colpa per quanto pensato e detto. Una rappresentazione comica di quanto avviene poi nella realtà.
Altra sorpresa è l’interazione con una sorta di suggeritrice nascosta tra il pubblico, l’attrice Veronica Maria Genovese, che dalle prime uscite dà l’impressione di un’improvvisazione da parte di uno smaliziato spettatore, che Cinzia gestisce in maniera esilarante.
Oltre alla “mammità”, nella pièce viene inserito molto altro.
Ad esempio le divertenti digressioni sui disturbi fisici della madre, oppressa da colite e gastrite che avrebbero un’origine ancestrale, che si rincorrono dalla preistoria fino all’uomo contemporaneo; oppure il traffico di Roma e il problema dei parcheggi, ma anche il brodo primordiale da cui ha avuto origine la vita e per il quale viene tirato in ballo perfino Giovanni Rana con i suoi tortellini. Spassosissimo.
Assistiamo anche al dialogo con un figlio immaginario che si trasforma in uno sfogo verso una figura maritale assente ed egoista; parte, questa, profonda e molto forte, uno sfogo sempre più intenso che dà vita ad una bella prova di grande recitazione, nonostante sia anche condito da forte comicità.
Cinzia continuamente coinvolge il pubblico e spesso chiede le luci in sala.
Ama avere un contatto diretto con le persone e creare uno scambio emozionale.
Dietro l’artista c’è una persona spontanea, sincera e ricca di empatia, profondamente umana che facilmente si emoziona; la vediamo in questa veste di fronte a un video preparato con Antonello Fassari, scomparso da poco tempo, e nonostante tutto riesce a dar vita ad una scena esilarante.
Oppure quando ancora sembra stupirsi di tutto l’affetto che il suo pubblico le dimostra.
Ci fa notare che è lunedì, chi è in sala ha lavorato tutto il giorno e domani mattina dovrà svegliarsi presto per fare lo stesso. Eppure stasera il pubblico è qui per lei e per la profonda stima che nutre.
Cinzia è una guerriera che ha saputo affrontare un difficile momento della sua vita senza cambiare, anzi, dimostrando a tutti noi quanto sia diventata più forte.
Un grosso esempio per tutti da cui imparare. Ha ripreso in mano la sua vita ed eccola ancora qui a fare spettacolo con il suo tipico spirito travolgente e impetuoso con cui spara a raffica battute quasi a perdifiato, con l’energia di un’ adolescente.
Si muove sul palco con la padronanza della sua lunga esperienza che l’ha vista divertire varie generazioni. Questo suo monologo racchiude l’essenza di una grande artista comica ma anche toccante.
La sua è una forte critica agli atteggiamenti delle madri invadenti, soffocanti, esagerate, anche se traspaiono il rispetto e l’amore per queste figure così importanti che paradossalmente, attraverso questa pièce, vengono esaltate. È un inno alla mamma.
Quello che a mio avviso la contraddistingue, è la sua innata ed immutata sincerità, un dono che ha saputo preservare e che le ha permesso di mantenere quel bellissimo rapporto con il suo pubblico che stasera ho avuto modo di palpare con mano.
Dopo tante risate per i suoi divertenti aneddoti e sfoghi e i tanti elementi per la riflessione, Cinzia arriva all’epilogo con un momento struggente ed emozionante.
Una vera e propria dedica non solo alla mamma, ma a tutte le mamme che esistono e che nonostante i loro difetti ci hanno regalato la vita e ci hanno aiutato a compiere i primi passi fino a diventare quello che siamo. Mamme vere, come la sua che “non è nessuna delle madri di questo spettacolo, è la mia”.
Scrivi a: redazione@viviroma.tv