“La macchina delle immagini di Alfredo C.”

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Arena “Casa del cinema” di villa Borghese
di Roland Sejko
con Pietro De Silva

Il trailer:

A volte mi trovo a scrivere, a distanza di tempo, due articoli dello stesso spettacolo; poi, rileggendo quanto scritto, trovo differenti sfumature ed osservazioni.

Questo è il caso del film “La macchina delle immagini”, il cui titolo dovrebbe essere “La macchina delle emozioni”, quelle che il caro Pietro e il bravissimo Roland riescono a trasmettere così intensamente al pubblico. Dopo un’ attenta ricerca storica negli archivi in Albania e in Italia e grazie alla personale ed inconfondibile recitazione toccante, profonda, silenziosa e allo stesso tempo assordante di Pietro, questo film prende vita.

Dell’attore ascoltiamo la voce narrante, che riporta i pensieri di Alfredo (Cecchetti), mentre ci scorrono davanti le inconfondibili immagini in bianco e nero del ventennio fascista e poi i quindici anni del regime comunista albanese. Alfredo, dopo la caduta del regime fascista, rimase “bloccato” in Albania insieme ad altri 27.000 connazionali e dovette ricominciare tutto daccapo, cioè raccontare con l’obiettivo un altro regime che non cambiò molto le sue sorti, imbrigliandolo di nuovo in una dittatura.macchina delle immagini

Testimone della nascita, del trionfo e del declino, spese tutta la sua vita di bravo ed appassionato cineoperatore dietro la sua macchina da presa, sempre presente ad ogni evento importante che questi regimi volevano immortalare per alimentare la propaganda, sfruttando il suo occhio attento e la sua preziosa pellicola. Allora, ecco scorrere davanti agli occhi dello spettatore migliaia di immagini prestigiose dell’Istituto Luce e degli Archivi albanesi, che raccontano il recente passato attraverso personaggi importanti e riconoscibili, ma anche e soprattutto attraverso tanti volti ignoti di gente comune che con spontaneità narra quella che io definisco “storia nella storia”.

Pietro è eccezionale con la sua espressività; ci porta in questo viaggio a ritroso nel tempo trasmettendo emozioni intense con semplici sguardi e gesti. Nei suoi occhi c’è un mondo, quello che Roland ha saputo scoprire ed “usare” per raccontare. Pietro è un fantastico attore italiano, protagonista indiscusso di questo film documentario, per altro l’unico a attore che regge tutto sulle sue spalle, mentre Roland è un grande regista albanese, che con la sua intensità e un profondo rispetto e amore per le vicende ha saputo costruire un film dal forte impatto comunicativo.

Una pellicola che meritatamente sta mietendo successi sia tra il pubblico che presso la critica, e che sta dando tanta soddisfazione ai due artisti. In un’ora ed un quarto, riescono ad inserire trentacinque anni di grandi accadimenti, il dramma di due popoli e la difficile vita di questo operatore cinematografico, inghiottito prima dai regimi e poi dalla storia. Scomparso e dimenticato, viene qui “riesumato” dal buon Roland e dal grande Pietro che gli tributano a loro modo onore e giustizia. Seppure a distanza di mesi, rivedere questo lavoro mi ha permesso non solo di rivivere quelle emozioni che già provai, ma anche di cogliere quelle piccole sfumature che alla Prima mi erano sfuggite, di afferrare tutti quei fantastici dettagli e minuzie di cui il film è pregno, di cogliere quei tocchi d’artista della sceneggiatura e dell’immagine. Il film vale, soprattutto merita anche di essere rivisto. Lo spettatore si troverà inconsapevolmente ad entrare come ospite in un tempo passato, a viverne gli aspetti controversi e contemporaneamente ad esserne assorbito.

Stasera nell’arena gremita c’erano molti amici e colleghi di Pietro e Roland, tutti colpiti e rimasti affascinati dalla proiezione. È stato molto piacevole per me l’incontro con tutti loro dopo la proiezione per scambiare pareri e opinioni, e fare anche due chiacchiere su i loro progetti artistici futuri. Quello che io amo definire il “terzo tempo”, uno spazio in cui ho modo di relazionarmi con grandi artisti del calibro di Edy Angelillo, Pino Quartullo, Carmen Di Marzo, Maurizio D’Agostino, Armando Puccio, Camilla Bianchini, Patrizia Loreti, Giada Foletto, Margherita Romaniello, Adriano Bennicelli… e tanti altri che immagino riconoscerete tra i miei immancabili selfie di fine serata.

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