DIARIO ELETTORALE spettacolo scritto, diretto e interpretato da Mario Migliucci in scena dal 2 al 5 marzo al Teatro Spazio 18b-Roma

Pinterest LinkedIn Tumblr +
Inaugura la seconda parte della stagione del Teatro Spazio 18b, nel cuore della Garbatella, DIARIO ELETTORALE, spettacolo scritto, diretto e interpretato da Mario Migliucci, in scena dal 2 al 5 marzo.

Un incontro al seggio, due giovani scrutatori al servizio della democrazia, lui e Lei, ore e ore dietro a un banco, scambiandosi giusto qualche parola.

Poi tutto finisce, in attesa della prossima chiamata alle urne: un referendum, le politiche, un ballottaggio, ogni voto potrebbe essere l’occasione giusta per rivedere Lei. In mezzo scorre la vita, scritta, raccontata, immaginata. Legati da un filo invisibile, lanciato da lui senza che Lei, l’eletta, nemmeno lo sappia.

“Diario Elettorale” è un progetto di scrittura che ha visto succedersi più fasi di creazione e sedimentazione. La prima tappa risale, circa dieci anni addietro, alla stesura quotidiana di un diario sotto forma epistolare, con destinataria una ragazza conosciuta nelle vesti di scrutatore durante le operazioni di voto. Una ragazza mai più vista e sentita, a cui un ipotetico giorno fare arrivare in qualche modo i messaggi a lei destinati.

“In questa prima fase che ancora non prevedeva un’evoluzione teatrale il dichiarato modello di riferimento è stato il romanzo Che tu sia per me il coltello di David Grossman, autore a me particolarmente caro in quanto legato al mio debutto teatrale professionistico, avvenuto nel 1998 con Il giardino d’infanzia di Riki, sua unica opera teatrale”_ annota Mario Migliucci.

“Del romanzo di Grossman mi ha conquistato la creazione di un universo parallelo, un mondo fuori del mondo, che del mondo però inevitabilmente si nutre, che rende possibile una comunicazione autentica tra due esseri umani. Un uomo vede una donna, se innamora, o meglio, sente un legame invisibile, le scrive, e conseguentemente si scrive, con la comprensione totale di colui che ama, con la spietatezza della lama di un coltello. Le prime pagine del mio diario epistolare le ho scritte prima ancora di finire di leggere quelle del romanzo di Grossman. Quello era il modello, la materia da lavorare ovviamente era la mia, il caso singolare a cui adattarlo era il mio. E così per un po’ mi sono scritto, scrivendo alla mia musa, Donatella, la ragazza del seggio. Poi mi sono fermato, pensando di poter ricominciare da un momento all’altro, sarebbe bastato scrivere di nuovo quel nome, Donatella, in cima a una pagina del mio blocco-diario. Ma non è successo. Quindi, più recentemente, mi sono riletto e trascritto, parola per parola, da blocco a nuovo documento word. Ho sentito la brace scoppiettare ancora sotto la cenere del tempo raccontato e trascorso e ho pensato fosse arrivato il momento. Il momento di far arrivare a Donatella le parole a lei destinate. E ho capito che il mio ufficio postale di riferimento non poteva essere che il teatro. E allora sono ripartito da tre domande.

Cosa mi ha spinto un giorno a cominciare a scriverle? Cosa mi ha spinto, una volta compiuti diciotto anni, a cominciare a collezionare con cura i miei certificati elettorali?

Che cosa, con il passare del tempo, ha fatto perdere di senso ad entrambe le decisioni? I certificati ho smesso di conservarli, perché sostituiti dalla tessera elettorale. Ma avrei continuato a farlo, se ancora esistessero? Li rivestirei ancora di qualche particolare importanza? Oppure, uscito dal seggio (perché a votare continuo ad andarci), appallotterei quel foglio per gettarlo nel più vicino cassonetto per il riciclo della carta? Ah, benedetto senso civico.. Ah, benedette illusioni.. Ho ritenuto che i due elementi, privato e politico, andassero intrecciati. Mi è piaciuto pensare che il luogo dell’incontro con Donatella, la mia eletta immaginaria, un seggio elettorale, non fosse poi così casuale. Entra dunque in gioco il secondo modello di riferimento, La giornata di uno scrutatore di Italo Calvino, illuminante esempio di cortocircuito tra vicenda personale e contesto generale, limpido racconto di sentimenti e considerazioni di un servitore della democrazia rappresentativa. Decisivo incontro infine si è rivelato, come nelle mie intenzioni, quello con Mariaclara Verdelli, Laura Benvenga, Giulia Anita Bari e Javier Salnisky e le musiche da loro eseguite, nelle diverse versioni dello spettacolo finora presentate. Come in un seggio elettorale, ognuno al suo posto, ci si divide compiti e strumenti, al servizio di questa nostra storia.”

Scrivi a: redazione@viviroma.tv
Share.

About Author

Il Gruppo ViviRoma fondato da Massimo Marino nel 1988, nasce come giornale murale per ampliarsi nel tempo in un magazine, TV e WEB.

Leave A Reply

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com