Il ‘Provino’ monologo teatrale di Carlo Picchiotti, con Ramona Gargano, regia di Marzia Verdecchi

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Iniziamo col dire che un monologo per un attore è un bel banco di prova.
C’è un pubblico davanti con delle aspettative e lui è lì indifeso davanti al pubblico.

Un palco che deve riempire di gesti e parole, se poi il teatro è piccolo, come quello delle Salette, lo spazio esiguo permette al pubblico di carpire ogni suo gesto, ogni espressione.

Ogni incertezza o sfumatura viene immediatamente recepita, avvertita, sentita, apprezzata.

Si crea un inevitabile palpabile contatto ed empatia, è imperativo essere bravo, o sarai divorato da quegli sguardi critici.

Se sarai valido quegli stessi occhi balleranno inseguendoti come in una danza ipnotica, come i topini del flautista magico.

Così mi è accaduto, non ho staccato mai gli occhi da Ramona e mi sono ridestato solo a luci riaccese…

Ornella Maffei alias Ramona Gargano, presenta uno spettacolo disegnato per lei: ‘Provino’, assai ironico ed autoironico.

Una velata critica nei confronti di quei saccenti e altezzosi registi, che più o meno sapientemente, spesso discutibilmente mettono alla gogna durante i provini i poveri attori speranzosi.

E allora perché non rendergli la pariglia? Perché non ‘usarli’ e gettarli su un palco al pubblico ludibrio, innanzi ad un uditorio che tifera’ per Ornella?

Dicevo anche autoironico, perché dileggia con una punta di sapiente sarcasmo lo stesso attore, quando non è all’altezza, rimarcando sardonicamente il suo modo di vivere, di colui che si nutre di aspettative, di illusioni, di sogni e spesso invece si sazia di fallimenti, privazioni e rifiuti.

Ma Ramona è una Superman travestita da Clark Kent, arriva sul palco in ritardo concitata, vuole concedersi un ulteriore possibilità e spera in un ennesima occasione, questo provino.

provinoLo affronta però disilluso, ormai temprata dalla sua esperienza e dai dinieghi ricevuti.

Si presenta con una voce tremolante che presagisce il suo fallimento già in corso, prima ancora di poter dimostrare le sue capacità, ammesso che ne abbia…

Ma ci inganna, con la sua goffagine, la sua vocetta insicura ed emozionata, mentre già pare asfaltatarsi da sola la strada che la porterà verso il suo insuccesso.

Poi come se niente fosse, getta i panni di Kent ed esce il Superman che è in lei, ci ha raggirati.

Cambiando espressione, impostazione e tono, interpreta magistralmente un brano di Shakespeare, lasciandoci completamente basiti e svelando cosi le sue celate capacità.

Poi, mentre ci ridestiamo dalla sua inaspettata performance, abbandona la sua perizia per rivestire i panni dell’incertezza iniziale.
Questo è il fulcro dello spettacolo, un altalenante mutamento del personaggio.

Ramona si burla di noi per tutto lo spettacolo, ci tiene in pugno con le sue capacità e lo sa’.

Finge di essere usata in quel provino, ma usa noi soggiocandoci con la sua personale interpretazione.

Gioca con noi, ci spinge a ridere del suo personaggio e poi ci colpisce con frecciatine dal retrogusto amaro, ci tratta come vorrebbero trattare lei, bara manipolandoci, servendosi delle nostre emozioni per dare linfa allo spettacolo e smontando man mano la nostra convinzione, quella di averci fatto credere di avere davanti a noi una delle ‘tante’ illuse senza talento, ed invece…

Gli stati d’animo della sua Ornella fluttuano come le onde di un indomito mare, mentre noi siamo la zattera sospinta e sbattuta dai marosi partoriti dalla sua interpretazione, siamo in balia dei suoi altalenanti umori.

Ci diverte con la sua personalità, con i personaggi che partorisce ed arricchisce con dialetti efficaci e credibili e ci cattura con le sue storie.

Vere, false?
Ornella è ad un provino e si racconta, verità, recitazione?
Cerca di ammaliare il regista o è nel panico?
Non sapendo cosa proporre inventa storie, o attinge dalle sue personali vicissitudini?

Lo scoprirete vedendo lo spettacolo, peccato per chi non avrà modo di assistere, si perderà un ottima performance, quella di una bravissima attrice, un bello spettacolo, meritevole di essere visto.
Questa ‘piccola’ grande attrice, minuta nella statura, ma gigante sul palco.

Faccio fatica a riconoscerla a spettacolo finito, sembra cosi imponente e giunonica sul palco ed invece mi trovo davanti una piccola e semplice ragazza… sa ammaliare.

È quello che ha dentro che la fa sembrare così grande, padrona del palco e della serata.

Ramona ha una carica, una disinvoltura, una capacita’ di trasformazione, che esprime egregiamente nel suo monologo.

Spettacolo ben scritto, ben strutturato, ben bilanciato e sviluppato, mai noioso sempre fluido, con un imprevisto colpo di scena finale inaspettato, che conclude efficacemente la serata.

Una sceneggiatura che permette a questa ragazza di tirare fuori e mostrare agli astanti in un’ora di recitazione, tutte le sue capacità: la grinta, la simpatia, la bravura, la drammaticità, l’espressività, ma soprattutto la sua preparazione e formazione artistica.

Sa giocare con se stessa e con i suoi ruoli, plasmandoli a suo piacere, accattivandosi il pubblico e sono convinto, inorgogliendo il suo regista e il suo sceneggiatore.
Un centro, pieno, per tutti loro.

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