Intervista a Simone Giacinti

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Simone Giacinti e il suo “Er mostro de Roma – La drammatica storia di Girolimoni”.

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Simone Giacinti scrive questo spettacolo sul famoso “mostro” di Roma. Ancora ricordo da ragazzetto quando tra maschietti ci si girava a guardare una “pischella” carina ma troppo giovane, e qualcuno del gruppo se ne usciva sempre con “Aoh, ma che nun l’hai vista che è ‘na regazzina? Ma chi sei, Girolimoni?”

Ebbene, nonostante fosse stato scagionato dopo la sua morte, per quelle cinque giovani vittime tutt’oggi non si conosce l’assassino. Come per tutti, anche nella mia infanzia Girolimoni era sinonimo di pedofilia.

Simone, che conosco da diversi anni e che stimo come attore brillante con vene drammatiche, scrive questo spettacolo e chiama con sé sul palco un altro grande artista dal nome Massimo Genco, anche lui grande caratterista. Insieme sono insuperabili, lo garantisco per averli visti più volte dividersi il palco o la strada nelle loro visite teatralizzate come “Mastro Titta”, “Trilussa” ed altre proposte dalla “Fenix 15 30” e da “I viaggi di Adriano”, in compagnia della bravissima e coinvolgente Vanina Marini, che qui avrà il ruolo di regista. Con loro ho pianto e ho riso, e sono curioso di conoscere e farvi conoscere questo nuovo progetto, facendo quattro chiacchiere proprio con Simone, autore e attore.

girolimoniAllora Simone, perché hai scelto proprio questa storia?

Guarda Ric, nasce tutto dalla scoperta della vera storia di Girolimoni. Io sono cresciuto, come molti ragazzi romani, con questo nome usato come aggettivo scherzoso nei confronti di amici che si frequentavano con ragazze più piccole di loro. Mio padre era solito dire: “Ecco Girolimoni” ad un nostro amico di famiglia fidanzato con una ragazza più giovane. Io ridevo, e ho sempre pensato che fosse quindi un qualcosa di ironico. Quando ho scoperto la verità, sono rimasto scioccato e mi sono detto che sarebbe stato bello portare in scena una storia simile.

Hai preso il soggetto come spunto oppure ti sei attenuto alle vicende storiche?

Il teatro è bello perché ci permette di romanzare e di inventare senza però dover spiegare niente. Possiamo far finta di essere alieni senza che nessuno si chieda se esistano veramente o meno. In realtà qui c’è tanta verità, semplicemente un po’ mescolata per rendere giustizia alla storia ed avere un filo logico che in un’ora di spettacolo possa funzionare.

girolimoniSe sì, dove hai trovato il materiale per parlare di lui?

Mi sono documentato un bel po’. Sono due anni che siamo su questo testo che era nato come monologo per Massimo Genco, da portare in una rassegna. Poi lo abbiamo sviluppato ed eccoci qui, ad affrontare un testo a due. Le fonti sono per lo più libri e scritti del tempo. Giornali e radiogiornali.

Anni fa ti vidi in uno spettacolo, “Villaggio Dachau”, sempre da te scritto, in cui parlavi di tuo nonno e della sua vita nel campo di concentramento. Sei particolarmente affezionato a questo periodo storico?

Vorrei tantissimo non dover mai parlare di quegli anni, sarebbe bello non ci fosse niente da dire. Sono affezionato alla memoria ed al racconto. Se ci pensiamo un secondo, le nostre nonne ed i nostri nonni (dico di noi trentenni oggi) stanno quasi tutte/i per lasciarci e l’idea della perdita di certe storie e di certi racconti mi logora. È questo fondamentalmente che mi spinge a scrivere e raccontare.

girolimoniHai scelto due ottimi compagni di viaggio: Massimo Genco e Vanina Marini. Perché proprio loro?

Come ti ho detto, il testo nasce per Massimo. Per lui ogni anno scrivo un monologo per mantenermi in allenamento e perché mi piace vederlo in scena e metterlo in difficoltà. Per me Massimo è un fratello ed un attore incredibile, uno di quelli che pensi sempre che si meriti tanto, tanto di più. Ha tempi comici naturali che in pochi hanno, ha una ironia da commedia che sta finendo ed è un peccato non vederlo lavorare quanto meriterebbe. Tre anni fa scrissi per lui un testo su Gaetano Bresci e decidemmo di darlo in mano a Vanina Marini. Io non volli partecipare a nessuna prova e fui colpito dalla messa in scena. Vanina è una regista stimolante e favolosa. Lavora per immagini, riesce a rendere immagine tutto ciò che è scritto sul testo e a trasmetterla a chi sta sul palco. Sono felice del lavoro che stiamo facendo, per me è una crescita enorme.

Spiega al pubblico perché dovrebbe venire a vedere questo spettacolo.

Per tornare a condividere dei momenti sociali e per sentirsi meno soli. Non vi aspettate lo spettacolo della vostra vita, ma una semplice storia che speriamo di raccontarvi nel migliore dei modi.

girolimoniQuali reazioni ti aspetti dalla platea?

Anche solo vedere una platea riunita sarà una bella cosa. Spero semplicemente che la storia di calunnia e di infamia che raccontiamo susciti un qualcosa, una qualsiasi emozione: rabbia, disgusto, disprezzo o gioia. Non importa quale, non è compito nostro scegliere quale sensazione veicolare, a noi spetta solo raccontare.

Hai qualche simpatico aneddoto da raccontare che abbia coinvolto voi tre durante la realizzazione o le prove dello spettacolo?

Le cene rimediate all’una di notte. La stanchezza. Le risate. Questo credo che basti per far capire il clima nel quale lavoriamo, nonostante tutto.

Quando e dove sarai in scena con il tuo Girolimoni?

Debutteremo al Teatro Trastevere il 20 Gennaio 2022 e saremo in scena fino al 23. Tutte le sere alle 21 tranne la domenica alle 17.30.

Beh, allora non ci resta che andare a vedere questo spettacolo!

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