Teatro Marconi e Felice Della Corte

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esclusivaChi frequenta il teatro Marconi abitualmente, si sarà imbattuto in una strana “figura mitologica”, mezza attore e mezza direttore, che si aggira per la sala e gli ambienti attigui sempre impegnata ed operativa. Con occhio attento e carattere gioviale, particolarmente disponibile verso le esigenze di tutti, costui è Felice Della Corte, una persona dalle mille sfaccettature. Dicevo “mitologico” perché oltre che attore e direttore, è anche regista, organizzatore, e tanto altro.

Sempre attivo, porta avanti il suo Teatro Marconi grazie anche all’opera di un valido staff di cui si è circondato negli anni, che si dimostra sempre molto professionale e profondamente affezionato al mondo dello spettacolo.

Felice, da tanto desideravo fare questa chiacchierata con te, ma i tuoi mille impegni ce lo hanno sempre impedito! Vorrei parlare di te, del tuo lavoro, del teatro, del tuo nuovo spettacolo e della programmazione che hai preparato per il pubblico per questa stagione 2022 – 2023.

teatro marconiPremetto subito che ogni volta che vengo al Teatro Marconi mi sento a casa mia. Tu, Maria, Manuela (le responsabili della reception) e gli altri membri dello staff avete il potere di far sentire sempre benvenuti e coccolati tutti. Qual è il vostro segreto?

Il nostro non è un segreto, siamo semplicemente spinti dal desiderio che chi frequenta il teatro si senta a casa propria, a partire dalle persone che ci lavorano dentro e ovviamente questo vale anche per il pubblico.

Come nasce questo teatro?

Questo teatro nasce dalla follia di aprirne un altro dopo il Nino Manfredi di Ostia che è stata la mia prima sfida. Mi sono detto “…nell’aprire il Nino Manfredi sono stato fortunato, le persone hanno accolto questa realtà con grande entusiasmo, magari anche aprendo il Marconi avrò lo stesso tipo di fortuna”. Ho desiderato fortemente un teatro che potesse dare spazio ai giovani. È stata molta dura trasmettere questo mio desiderio: è facile dirlo ma poi ho dovuto trovare la forza economica per sostenere questa idea. È chiaro che trovandomi di fronte a diverse difficoltà mi sono spesso sentito le forze venire meno e, a volte, ho pensato di lasciar perdere, poi fortunatamente molte esperienze sono state positive e le soddisfazioni sono arrivate.

Durante il periodo della pandemia, tutto quello che avevo costruito nei tre anni precedenti è stato in qualche modo distrutto, ma io e il resto del team abbiamo trovato la forza di ripartire da capo.

Sei attore, direttore… che altro?

La parte che mi piace di più di questo lavoro è sicuramente fare l’attore e il regista. Non so fare una grande differenza tra i due ruoli, li amo entrambi allo stesso modo.

Fare il direttore artistico mi è venuto spontaneo, si sono presentate le occasioni per poterlo fare ed io ho saputo coglierle. Il caso è una componente importante nella vita e il caso, dunque, mi ha anche portato ad assumere questo ruolo che faccio ancora oggi con grande passione. È sicuramente meno divertente di fare l’attore o il regista ma mi dà comunque grande soddisfazione.

Ci parli della tua formazione?

Non si smette mai di imparare. La formazione più grande l’ho acquisita giorno dopo giorno sul palcoscenico mentre interpretavo e vivevo gli spettacoli. Non sono più Felice Della Corte delle prime rappresentazioni teatrali e sono convinto che questo processo stia andando avanti, sto continuando a crescere. Tra qualche anno non sarò l’attore e il regista che sono ora. L’importante è non perdere la passione per quello che si sta facendo. Sono molto curioso, continuo a sperimentare all’interno dei miei spettacoli e soprattutto vado a vedere gli spettacoli degli altri per imparare e anche per capire ciò che non si deve fare in scena. Però posso affermare con sicurezza che quando vado a teatro per assistere ad uno spettacolo e quando insegno il teatro agli altri, imparo tantissimo.

Quanto hai dedicato della tua vita allo spettacolo e al teatro? Sei soddisfatto della tua scelta di vita?

Dal momento in cui i miei figli sono cresciuti e non ho più dovuto occuparmi del loro sostentamento, tutta la mia vita gira attorno al teatro. Non esiste un mio privato che sia slegato dal teatro.

Mi parli del tuo nuovo spettacolo?

Quest’anno faccio insolitamente quattro spettacoli.

Il primo è un’esperienza che si è conclusa qualche settimana fa: si tratta di Sottobanco che vede protagonisti in scena me e Gaia de Laurentis assieme ad altri numerosi splendidi attori, per la regia di Claudio Boccaccini.

Il secondo l’ho fatto anni fa e lo ripeto quest’anno in maniera diversa. Lo ripropongo volentieri perché mi piace ed è molto divertente ed è Più Vera Del Vero di Martial Courcier. Debuttiamo al Nino Manfredi di Ostia dal 17 al 27 novembre e poi lo porteremo al Marconi e sarà lo spettacolo di Capodanno, in scena dal 27 dicembre all’8 gennaio. Qui sono sia regista che interprete.

Il terzo è, per me, un nuovo Pirandello dopo aver interpretato molti dei suoi testi: I Giganti della Montagna dal 26 gennaio al 5 febbraio al Nino Manfredi per la regia del mio grande amico e fratello Claudio Boccaccini.

L’ultimo è un testo inedito di Maria Letizia Compatangelo dal titolo La Cena di Vermeer. Lo spettacolo si ispira ad un fatto storico realmente avvenuto e racconta le vicende di un falsario, un’artista che falsificava le opere del grande Vermeer, denominato anche “il falsario che truffò i nazisti”. In scena al Nino Manfredi dal 4 al 14 maggio.

teatro marconiE della nuova stagione del Teatro Marconi cosa mi dici?

È una stagione che si realizza sul mio desiderio di portare in scena spettacoli belli e meritevoli ma che non fanno leva, la maggior parte delle volte, su nomi altisonanti, ma solo sulla loro qualità. Mi piacerebbe che lo spettatore che assiste anche solo ad uno di questi spettacoli, alla fine pensasse che è bello tornare a teatro.

Secondo te perché chi non conosce il Teatro Marconi dovrebbe venirci?

Esattamente per la ragione che ho spiegato nella precedente domanda.

Prenditi uno spazio tuo, fai un invito al pubblico che ancora non ti conosce perché venga a trovarti in questo tempio dello spettacolo.

Se per tempio si intende un luogo in cui si respira un fervore quasi mistico per il lavoro del teatro allora il Teatro Marconi è davvero un tempio dello spettacolo. Il teatro in generale va frequentato perché è uno dei baluardi della cultura e quest’ultima è senza ombra di dubbio il volano del progresso. Trascurare questo aspetto significa rallentare la crescita umana e della società. Frequentare il teatro non è solo un momento di divertimento ma significa anche dare forza all’asse portante dello sviluppo sociale.

Beh, allora Felice e il suo staff vi aspettano al Teatro Marconi, per offrirvi tanti spettacoli e trasmettervi attraverso questi e gli artisti che li interpreteranno la loro grande passione.

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