“Amore sono un po’ incinta”

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TEATROVID-19 Il teatro ai tempi del Corona (verso la fine della pandemia?)

Teatro De Servi
di e con Marco Cavallaro
e con Sara Valerio, Guido Goitre e Antonio Conte

Avere un figlio cambia già la vita ad una coppia “normale”, immaginiamoci se il nascituro arrivasse in una coppia improbabile che si è conosciuta per caso, dopo una notte brava sotto gli effetti dell’alcol, senza neanche ricordarsi il nome dell’altro…

La coppia ideata dalla magica penna di Cavallaro si troverà ad affrontare questa nuova esperienza che cambierà drasticamente la vita sommergendo entrambi in timori, responsabilità ed incognite, raccontati con molta, moltissima ironia.
Marco affronta, con la sua solita verve e simpatia, un tema reale infarcendolo di situazioni comiche e inserendo personaggi simpatici e sensibili, ma soprattutto realistici e schietti.
Lo spettacolo è più che divertente: è esilarante, pieno di cambi di scena velocissimi e visibilmente impegnativi per gli attori. Rappresenta situazioni paradossali e gustose che si svolgono in una scenografia che si trasforma di continuo in modo efficace.

La scena inizialmente appare al pubblico come un’officina dove Maurizio (Marco Cavallaro) e Armando (Guido Goitre) lavorano; poi come la casa di Roberta (Sara Valerio) dove spesso si incontra con l’attempato amico gay Ugo (Antonio Conte); e poi come una strada con l’entrata di una farmacia, o come una discoteca e ancora un bar con tanto di tavolino, o un pronto soccorso e via dicendo. Tutte trasformazioni messe in atto dagli stessi attori, con l’aiuto di tecnici che si muovono sulla scena e dietro di essa con una fantastica e cronometrica precisione. Antonio e Guido poi sono impegnati in continue trasformazioni nei panni dei personaggi più strampalati, comparse riuscitissime e sempre divertenti.

Il primo atto è una risata continua. Battute, gag, situazioni esilaranti sottolineate con espressioni e movenze che questi ottimi attori usano efficacemente grazie alla grande esperienza che hanno maturato nella loro impegnata vita artistica. Cavallaro e Goitre insieme sono qualcosa di fantastico, dei cicloni della comicità. Si alternano e si spalleggiano di continuo riportandomi alla mente quei personaggi di cui i film con Fabrizi, Sordi e Montesano erano pieni; le loro idee divertenti, le personalità e gli atteggiamenti schietti, naturali e caricaturali fanno il resto.
Divertentissima è anche Sara che si incastra bene con la coppia sopracitata; irresistibile quando, arrabbiata, scalcia come un cavallo. Ultimo citato, ma non ultimo, una testa di serie che risponde al nome di Antonio Conte, con alle spalle un’esperienza quarantennale nel mondo dello spettacolo tra teatro e cinema e che si manifesta nel suo personaggio in tutta la sua simpatia e profondità, ma soprattutto con un’innata naturalezza e nonchalanche che lo fanno sembrare vero.
Poi si trasforma in altri personaggi che sono delle macchiette vincenti che si sposano bene con quelli che propone Guido.

Maurizio è il proprietario di un’officina dove lavora con Armando, il suo simpatico aiutante meccanico con una grande passione per il cibo e vorace come un piranha. Maurizio, ferito da una precedente relazione, viene invitato da Armando ad andare in discoteca per distrarsi; situazione analoga che vive Roberta che viene invece invitata da Ugo. Maurizio e Roberta, ubriachi, si incontrano in discoteca e finiscono a letto, e da questa relazione lei rimane incinta. Da qui in poi viene il bello della storia, che si intreccia tra spassose situazioni, ma anche con profondi e toccanti risvolti che coinvolgono i due e li costringono ad affrontare la nuova vita, aiutati sempre dagli onnipresenti “satelliti” Ugo e Armando, sempre spassosi e geniali.

Per tutto lo spettacolo ci accompagnerà la voce narrante di Monica Ward, nota doppiatrice, che con la voce di Lisa Simpson dà parola ai pensieri della bambina nel grembo di Roberta. Il bello è, come ci ha raccontato Marco a fine spettacolo, che la bravissima Monica ha montato i suoi dialoghi senza sapere nulla dello spettacolo… Davvero unica!

La commedia mi ha riportato alla mente il film di John Travolta e Kirstie Alley “Senti chi parla”, dove a dare voce al nascituro era Paolo Villaggio. Lo spettacolo, a parte questa citazione, non ha niente a che vedere con il film, perché sviluppa una trama completamente differente.

Il primo atto è un’ immersione nel più puro e folle divertimento, mentre il secondo decide di dare una svolta e scava nel profondo della coppia, che muta le sue abitudini con l’arrivo della nascitura, aiutata sempre dai due improbabili ma geniali baby-sitter Ugo ed Armando.
Tutte le scene come in un film hanno la loro avvincente colonna sonora scelta tra brani che spesso e volentieri sono attinti dal panorama rock e che Marco ha inserito con gusto e ricercatezza, riuscendo a dare ancora più risalto a tutto. Non vi nascondo di aver battuto il piede e simulato una batteria virtuale nell’accompagnare questi brani che fanno parte della mia cultura musicale.

incintaLo spettacolo è un continuo andirivieni di scene incastrate tra loro con precisione ed i nostri, si intuisce, dietro le quinte si impegnano oltremodo e con successo come lancette cronometriche per rispettare la sincronia che la scena richiede. Andrebbero premiati con il podio in una disciplina ginnico-teatrale olimpica, se e esistesse. Tutto funziona alla perfezione nelle circa due ore di spettacolo di una “prima” direi più che riuscita.

Non so dove Marco trovi tutta questa ispirazione nel partorire sempre trovate così brillanti, che riescono a divertire di continuo la sala. Allo stesso tempo gli va riconosciuto di aver affrontato un tema se vogliamo delicato con tatto e ironia, arrivando poi verso l’epilogo a toccarci nell’intimo.

Le scene che più mi hanno divertito sono quelle iniziali, dove i nostri si travestono da spermatozoi ed a tempo di musica cercano di fecondare Sara, che sembra quasi una frittata invece di un ovulo; o quando nei panni di fiore è circuita da loro nei panni apette… Da sentirsi male dalle risate! Degna di nota la telefonata in cui simultaneamente Roberta e Ugo da una parte e Armando e Maurizio dall’altra si parlano tra di loro e la geniale sceneggiatura riesce a far accavallare e poi quasi a fondere le due conversazioni. Divertente la scena degli improvvisati ma dolcissimi baby sitter Ugo e Armando con la bimba e la spassosa scena nella sala parto. Ma anche la scena dell’insegnamento o quella del matrimonio…
Queste sono alcune delle scene che mi hanno colpito di più, ma tutto lo spettacolo è un susseguirsi ad alto livello di continue e godibili trovate.
Il gioco delle luci e la sapiente regia mettono il fiocco e finiscono di confezionare il tutto, ovvero un prodotto di prima classe.

Quattro superbi artisti che portano a casa un grande centro di cui il Teatro de Servi si può vantare.
Uno spettacolo adatto a tutti che merita di essere visto e che, vi assicuro, vi farà passare una serata all’insegna del grande divertimento!

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