“Amori in soffitta”

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TEATROVID-19 il teatro ai tempi del Corona (verso la fine della pandemia? Ma intanto i contagi aumentato di nuovo…)

Teatro Marconi

Scritto e diretto da Andrea Bizzarri

Con Alida Sacoor, Filippo Valastro, Guido Goitre, Andrea Bizzarri, Matteo Montaperto.

Mi trovo piacevolmente davanti a quattro quinti dell’ottimo cast di “Viva la guerra”, che ho visto poco tempo fa. Ritornano sul palco per questa nuova commedia, dolce e spiritosa, con tanta carica e voglia di divertire il pubblico.

Degli operai di una ditta di sgombero scoprono, dopo l’arrivo di una ragazza giustamente piuttosto arrabbiata, che quella che hanno quasi finito di svuotare non è la soffitta che andava liberata. Il bello è che questa storia è successa veramente! I nostri a fine spettacolo ci hanno raccontato della simpatica disavventura accaduta a dei loro conoscenti, talmente divertente che non poteva non essere usata per farne uno spettacolo!

Un agente immobiliare scambia per errore le chiavi di una soffitta e incarica una ditta di liberare il ripostiglio di un’anziana signora defunta. La ditta, come di consueto, svolge il suo lavoro facendo sparire tutto quanto contenuto in essa per portarlo poi nella discarica. Sparisce così anche un particolare presepe, peraltro di valore, al quale è molto affezionata una vecchia signora, la vera proprietaria della soffitta, che gode ancora di ottima salute…

La storia già di per sé fa sbellicare dalle risate; se ci aggiungiamo un ottimo e rodato cast, una sapiente regia ed una valanga di battute molto semplici ma schiette e naturali condite con le divertenti espressioni di tutti gli attori, le situazioni create ed alcune trovate geniali… Il risultato è un pubblico molto divertito che applaude spontaneamente di gusto.

amori in soffittaMatteo è il distratto agente immobiliare dal forte e divertente accento milanese; lo avevo visto nel sopracitato “Viva la guerra” nei panni di un veneto, credo conosca i dialetti di tutta Italia… E li ripropone credibili, aggiungendo un suo spirito molto personale. Alida è la “ferilliana” nipote della signora rimasta senza presepe, più la vedo più mi sembra l’incarnazione di una di quelle attrici romane ormai scomparse che hanno fatto la storia del nostro cinema; divertente, prorompente è una portabandiera della romanità femminile; Filippo è il capo operaio dal forte accento napoletano, anche lui ricorda quegli attori del vecchio cinema partenopeo, e non so perché ma in alcuni momenti mi ha riportato alla mente Michele Placido (in versione vesuviana)… Andrea, un operaio, è un ex professore di università, dunque si presenta con atteggiamenti ponderati e seriosi, ma con uno spirito comico di fondo che sa dosare e mostrare sempre al momento giusto.

Lui è finito suo malgrado a fare questo lavoro perché… (beh, se vi racconto tutto…); e Guido è il divertentissimo ed irresistibile romanaccio DOC, lui è sempre una potenza, un jolly, un giullare sopraffino di quelli contesi dalle migliori corti medievali. Insieme sono cinque ingredienti essenziali per proporre una commedia riuscitissima in cui si ride dall’inizio alla fine grazie a battute azzeccate, farcite da movenze ed espressioni così naturali da farci avere la sensazione di vivere una situazione realistica, di quelle che si vedono per strada e che si raccontano la sera tra amici o parenti. Forse è proprio questa la chiave vincente: la loro naturalezza. Riescono a portare in scena una storia vera dandogli un ritmo pazzesco. Alcune sono davvero trovate geniali, come quella per sopperire alla mancanza di questo benedetto presepe, per cui i nostri trovano un escamotage che non può non sorprendere il pubblico e farlo divertire. Funzionano tutti, personaggi ed attori, tutti con le loro spiccate ed esilaranti caratteristiche, per un turbinio continuo di comicità. Non si smette mai di ridere!

Questi cinque artisti intrattengono il pubblico dall’inizio alla fine dello spettacolo con grande professionalità ma soprattutto con una spiccata comicità, lasciando spazio anche a momenti toccanti e romantici che però non vi svelo, perché danno quel tocco in più. Tutto all’insegna di una spensierata serata nell’accogliente teatro Marconi.

Bravi, bravi, bravi!

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