“Andrà tutto bene”

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TEATROVID-19 il teatro ai tempi del Corona (quarta ondata… terza dose)

È un cortometraggio pensato e realizzato dagli artisti del teatro degli Audaci.

Uno stimolo, uno sprone, un invito atto a portare di nuovo a teatro un pubblico ormai disabituato anche ad uscire di casa, in seguito alla lunga pandemia che ha messo in ginocchio, tra gli altri, anche questo settore.

Presentato all’UCI cinema di Porta di Roma, questo corto è interpretato da Flavio De Paola, Gianluca Delle Fontane, Serena Renzi, Ilario Crudetti, Antonio Coppola, Andrea Lami, Michele Schena ed altri attori che fanno capo al Teatro degli Audaci, sito ad un passo da questo centro commerciale.

Attori ormai divenuti fantasmi, attendono dopo il lockdown la tanto attesa riapertura, ma il pubblico non c’è, nessuno viene a teatro. Dunque l’idea! Se il pubblico non va al teatro, il teatro va dal pubblico. Allora perché non sfruttare le risorse del III Municipio dove il teatro degli Audaci è nato? Magari ripercorrendo i luoghi della cultura qui presenti, alla riscoperta di un territorio ricco di storia come il Ponte Tazio o il Mausoleo di Menenio Agrippa, o dove hanno vissuto Rino Gaetano e Peppino De Filippo…

Un viaggio per ricucire quel cordone ombelicale reciso tra pubblico e teatro da questa maledetta pandemia, per non fare morire la cultura che lo spettacolo offre.

Il corto comincia con Flavio, il direttore artistico nonché attore del teatro degli Audaci, visibilmente depresso ed apatico, che aspetta, o meglio che spera in preda all’avvilimento, di tornare in scena e ricominciare a lavorare. Una situazione più che realistica, in cui ho visto molti amici attori sprofondare, abbandonati dalle istituzioni. Tocco che lenisce la tragicità della situazione è il simpatico stalker Sig. Vacca, un appassionato di teatro che tormenta telefonicamente il povero Flavio per sapere quando potrà di nuovo assistere ad uno spettacolo.

Poi Flavio fa un sogno, forse un impulso dell’inconscio che in questa dimensione onirica gli fa vedere i suoi attori in scena. Questo lo spinge a tornare al suo teatro, dove incontra gli attori “fantasmi”; in realtà sono il suo cast che si sta dissolvendo perché, abbandonato a se stesso dal pubblico e dallo Stato, sta perdendo la coscienza di sé, e della sua utilità. Una parte molto carina, toccante, con una punta nostalgica ma anche ironica.

Poi la pellicola propone un incontro con intervista alla responsabile della biblioteca “Ennio Flaiano” che parla dell’utilità del luogo come centro di cultura, incontro ed aggregazione, e introdurrà all’ultima parte, quella che vede gli attori impegnati a portare in vita “La guerra spiegata ai poveri”, uno scritto di Flaiano realizzato dopo la Seconda Guerra Mondiale che spiega con sarcasmo ed ironia, attraverso grotteschi personaggi che rappresentano importanti istituzioni, “l’importanza” della guerra ad un poco convinto giovane militare che non vuole recarsi al fronte senza una valida motivazione. Personaggi e spiegazioni demenziali che sfiorano quasi l’approccio comico di Mel Brooks o Monty Python, per quanto assurdi.

Flaiano è stato un giornalista, scrittore, sceneggiatore, insomma un uomo di cultura a cui è stata giustamente intitolata questa biblioteca comunale.

Ovviamente tutti bravi nel realizzare un’idea davvero intelligente con un tocco delizioso, non priva di una buona dose di impatto emotivo soprattutto all’inizio, quando Flavio trasmette tutta la sua angoscia ed incertezza verso il futuro. Bella l’idea degli attori fantasmi.

Frase azzeccata e ciliegina sulla torta quella riportata da Flavio attribuita a Churchill: quando gli chiesero di ridurre i fondi destinati allo spettacolo per convogliarli nelle spese belliche del Secondo conflitto, lui rispose: “Ma allora per cosa combattiamo?”

audaciEbbene, la nuova “guerra” è quella contro l’indifferenza, contro il disinteresse in cui versa la cultura e al contempo contro i dannosi effetti collaterali socio culturali che questo maledetto virus, oltre a portare via vite umane, ha provocato in tutti noi.

Il cortometraggio dura 50 minuti, emozionando cerca di spiegare l’importanza dello spettacolo e della cultura. Una puntata pilota che vorrebbe essere la prima di una lunga serie che il progetto ha in mente di realizzare. Un viaggio tra i luoghi della cultura del III Municipio per poi spargersi a macchia d’olio, chissà. Io lo spero ardentemente.

Al termine, un incontro finale con gli attori che hanno realizzato il docufilm, e con alcune cariche istituzionali che hanno parlato di proposte ed idee per diffondere la cultura nel quartiere e nel Comune.

A seguito due link con video di presentazione dell’evento:

https://www.facebook.com/flavio.depaola.9/videos/274077298154503/

https://www.facebook.com/flavio.depaola.9/videos/405736667977188/

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