“Che classe!”

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Piazza Dell’Immacolata San Lorenzo
Sabato 22 luglio

Scritto da Veronica Liberale, regia di Pietro De Silva.

Con Antonia di Francesco, David Marzullo, Francesca Pausilli, Antonio Losito, Patrizia Casagrande, Alessandro Moser, Veronica Liberale.

Veronica Liberale con questo testo vinse il Comic Off nel 2016. La commedia, apparentemente leggera e divertente, appassiona e fa riflettere. Ogni personaggio mostra un carattere ben delineato dalla sceneggiatura e reso chiarissimo dalla regia, oltre che dall’eccellente cast.

La professoressa Nora Cosentino De Cupis (Veronica Liberale) è la figlia di un’amata ex preside che ha lasciato un segno nel suo istituto. Nora, quarantenne nubile, è oppressa dal continuo confronto con l’ombra della madre. Abbandonata la scuola tradizionale, si dedicherà ad un corso serale per la formazione di adulti che non hanno potuto terminare gli studi superiori. Con dolcezza ed impegno ha tanta voglia di riscattarsi e affrancarsi dall’ingombrante figura materna, ma anche e soprattutto di sentirsi utile per questi studenti “ritardatari”.

Veronica ha una penna sublime e sensibile che traspare sempre nei suoi lavori, in cui sa mostrare il lato più profondo e umano dei suoi personaggi tendendogli al contempo la mano per risollevarsi dalle cadute della vita e concedendogli sempre un’opportunità e una via per riscattarsi. Evidentemente ha fiducia nel genere umano e crede che ogni persona debba avere una seconda chance. Da brava attrice, oltre che sceneggiatrice, sa far vivere le sue parole e i suoi pensieri attraverso il personaggio che veste, dosandolo in scena con profonda umiltà e altruismo. Come una mamma attenta, sa mettersi in secondo piano per affiancarlo, stimolarlo e portarlo per mano in un continuo crescendo emozionale. È così sempre, in ogni sua opera.

I suoi sono sempre capolavori di sensibilità: “Che classe!”, “Direzione Laurentina”, “Gregory”, “Dalla parte della cicala”, “Questa strana voglia di vivere”, “Pane latte e lacrime”… Capolavori ricchi di profonda attenzione nei confronti dei più deboli, spesso schiacciati da una società disattenta e soverchiante.

Ad affiancarla nel ruolo di insegnante c’è una collaboratrice scolastica eccezionale, una schietta e verace romana, Tecla. Antonia Di Francesco, che la interpreta, è un’attrice oltremodo dotata: divertente, grintosa ma anche tanto delicata. Disegna con mirabile attenzione e cura il suo personaggio, come fa con tutti quelli che le ho visto portare in scena. Si muove con destrezza abbandonando di volta in volta la maschera comica per indossare quella drammatica, con grande disinvoltura e naturalezza. In molti spettacoli affianca Veronica, che ne riconosce il particolare talento e che di certo non se la lascia scappare.

Nora insegna letteratura italiana a quattro maturandi, rappresentati in maniera alquanto realistica di un istituto di recupero. Seduti tra i banchi, esprimono un’adolescenza sopita con i loro atteggiamenti ed eccessi. Sono dei Peter Pan che la società ha anestetizzato e a cui forse non ha saputo dare la giusta spinta per farli crescere e progredire.

Sono crisalidi dormienti in attesa del tempo giusto per schiudere il bozzolo ed affacciarsi al mondo. Ognuno di loro è speciale nella sua diversità e al contempo problematico, ma ha sempre qualcosa da insegnare e dare agli altri. La scuola è il giusto humus per sviluppare e forse per risvegliare le proprie capacità dormienti dopo essere stato preso per mano da un maestro attento.

Veronica qui rappresenta quelle realtà forse poco conosciute in cui docenti, non docenti e responsabili si muovono in un sottobosco sconosciuto creando percorsi concreti, efficaci e propositivi che offrono possibilità di crescita.

Sono gocce nell’oceano, che possono tramutarsi pian piano da increspature in onde e poi in tsunami atti a cambiare e rivoluzionare mentalità ed approcci formativi. Veronica rende un tributo a tutti queste coraggiose e appassionate figure.

Incontreremo alunne persone svogliate e demotivate dalla vita e dalla società come Calogera, che preferisce sostituire il suo nome con quello più moderno e sfizioso di “Sharon”; è una sguaiata e sgrammaticata youtuber di periferia. Francesca Pausilli, che la interpreta, è una grande giovane attrice ricca di sfumature che sa far convivere nella sua recitazione una profonda dolcezza e una spiccata spigolosità e durezza tipiche della periferia.

Costantino lavora nel ristorante del fratello; è la pecora nera della famiglia, sottovalutato e compresso, pronto ad esplodere in cerca di una rivalsa personale. Il bravissimo David Marzullo ci restituisce un ragazzo duro, grezzo, sfrontato, a tratti fastidioso e provocatorio, ma con un cuore grande pieno di sensibilità.

Liubotchka è un’odontotecnica russa che in Italia è costretta a lavorare come badante. Patrizia Casagrande è una grandissima interprete di ruoli drammatici, mi ha stupito per la sua bravura. Impegnata in un ruolo che trasmette sofferenza, rabbia e chiusura di una donna straniera che cerca di affermarsi.

Alfonso è afflitto dalla sindrome di Asperger; ricorda Raymond Babbitt, il tenero e toccante personaggio interpretato da Dustin Hoffman in Rainman. Alessandro Moser, in questo difficile ruolo, è semplicemente fantastico; non perde di vista neppure per un attimo il suo personaggio, mentre ci strappa qualche sorriso di tenerezza, ci tocca e ci commuove profondamente. Un altro attore che seguo da tempo, un altro marchio doc di questa scuderia attoriale. Semplicemente grande.

Poi troviamo una figura di disturbo, simpatica ma surreale, che sembra innestata di prepotenza nella storia. Sì tratta di un altro tocco d’artista di Veronica. È il mago Buranza, un personaggio volutamente fuori dal coro che cerca di prendere un posto nella commedia. È il diverso per antonomasia, delicatamente invadente, simpatico e dolce.

Nello spazio di due atti, vivrete una valanga di forti emozioni. Quella di Veronica è pura poesia, quella del cast una potente sinergia espressiva che ne materializza l’essenza suscitando tante forti emozioni nello spettatore che si diverte e in alcuni momenti versa qualche lacrima.

Pietro De Silva alla regia ha dato il suo palpabile ed inconfondibile contributo, esaltando passaggi cruciali e personaggi.

Uno spettacolo da vedere.

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