Chiara David e il suo “Rumori fuori scena”

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In occasione dello spettacolo di Matteo Cirillo “Aspettando” una chiamata”, subito dopo il lockdown (ormai quasi tre anni fa), mi trovai a fine serata a parlare con la deliziosa Chiara David.

La graziosa compagna di Matteo è un’ artista con i piedi per terra, professionale, affabile, oltremodo disponibile.

Il suo tono di voce pacato e suadente fece volare via un’ora senza che me ne accorgessi, mentre mi rivelava i retroscena del suo lavoro.

L’avevo vista in “Rumori fuori scena” nel ruolo di un’attraente attrice, ma alquanto svampita e dalle discutibili capacità recitative.

A distanza di tempo ho rivisto lo stesso spettacolo, ma con un altro cast e cercavo con lei di trovarne le differenze.

Quando mi ha detto che avrebbe voluto vedere la versione dei colleghi sono rimasto colpito.

Sì, perché Chiara sa quanto difficile sia portare in scena questo show ed è quindi interessata a conoscere come i suoi colleghi abbiano gestito le problematiche che lei ben conosce.

Rumori fuori scena calca i palchi da circa settant’anni, ormai i diritti d’autore sono scaduti e chiunque può, anzi potrebbe metterlo in scena.

Lo spettacolo presenta delle grosse difficoltà, prevede il cambio e lo smontaggio della scenografia durante le pause e dura più di due ore sviluppandosi in tre atti.

chiara davidQuando il regista Peter Bogdanovich volle proporlo in versione cinematografica, contattò lo scrittore Michael Frayn per un consiglio su come realizzarlo.

Quello gli suggerì di entrare in contatto con gli attori e gli attrezzisti italiani, i migliori secondo lui, quelli che meglio erano stati in grado di portarlo in scena.

Così accadde: il film omonimo uscì nelle sale nel 1992 sotto la regia di Peter Bogdanovich insieme ad attori noti come Michael Caine, Christopher Reeves, Jhon Ritter.

Chiara mi spiegava che quando il sipario si chiude per cambiare la scena, tutti corrono come impazziti muovendosi come ingranaggi all’unisono per far funzionare tutto.

“Se finisci di montare in quei pochi minuti a disposizione la scenografia e non hai il fiatone”, mi dice Chiara, “significa che hai dimenticato qualcosa!”.

La svampita ha quasi sempre lo sguardo vuoto, assente e distratto, ripete sempre la stessa battuta… Paradossalmente, questa è la cosa più difficile da fare.

Non puoi distrarti, devi fingere di farlo ma in realtà essere sempre molto attenta, non puoi permetterti che la tua mente vaghi o pensi ad altro durante le lunghe pause del personaggio.

Quando arriva la tua battuta devi essere cronometrica.

Mi ha raccontato degli imprevisti che sono all’ordine del giorno.

chiara davidLo spettacolo prevede la presenza di più porte che si aprono e si chiudono in continuazione, che rimangono bloccate o si smontano.

L’attore “attrezzista” deve quindi preparare, mentre recita o è fuori scena, quello che dovrà accedere dopo, e tutto deve funzionare in questa confusione come un orologio svizzero. Ma l’imprevisto è sempre dietro l’angolo…

A volte cade la maniglia, o si blocca, non si apre una porta o si apre quando non dovrebbe, ma gli attori devono saper gestire tutti gli inconvenienti. Il cast è composto da più persone e questo può creare confusione ed incertezze. Ognuno sa quello che deve fare, dal meccanismo che rappresenta dipende la riuscita dello spettacolo.

In scena vi è una scala assai ripida che porta al piano superiore della scenografia e che Chiara percorre più volte su dei tacchi vertiginosi.

La ringhiera, poi, è finta e non può neanche appoggiarvisi se non fingendo…ho immaginato cosa sarebbe successo se fosse scivolata… Per fortuna non è mai accaduto, ma vederla scendere e salire in maniera così disinvolta mentre con le sue movenze incerte cercava di suscitare ilarità, mi faceva preoccupare.

Ecco, questo è il sunto della nostra chiacchierata serale, un dietro le quinte non tanto dello spettacolo ma della mentalità, del lavoro, della fatica, dell’abnegazione e dell’impegno di chi opera come attore professionista in un teatro per farci divertire.

Dietro ad ogni parte ci sono lavoro, impegno, professionalità che spesso noi che assistiamo dalla platea non cogliamo.

chiara davidIo, nel mio piccolo mi sono incuriosito, ho voluto conoscere questi artisti, andare a disturbarli nei camerini per scoprire da Chiara, ma anche da altri di loro, alcuni “segreti” per scoprire poi che gli attori sono contenti dell’ interesse del pubblico nei loro confronti dopo una serata.

Ecco, io queste cose non le sapevo, perciò ho voluto dare voce all’ artista persona, a quello che pensa, che ha il piacere di dire, che desidera e che fa.

Anche questo è il mondo dello spettacolo.

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