Coco Chanel

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Teatro Accento
“Radioritratto… a teatro”

L’idea di questa e delle serate già proposte è di far conoscere la storia e i curiosi aneddoti sui personaggi famosi attraverso un approccio improntato sulla simpatia e la leggerezza. Pur adottando questa chiave, l’argomento è affrontato con estrema profondità e serietà e riscrive l’idea dello spettacolo in versione storytelling.

Il progetto è ideato e condotto da Roberta Pompili e Floriana Corlito.

Una radio pop, giovane, brillante che si materializza in carne e ossa davanti ai nostri occhi, in forma teatrale.

Nel 2020 è stato inaugurato “Radioritratto”, un programma radiofonico dove in ogni puntata si raccontavano le biografie di personaggi pubblici del mondo dello spettacolo, della moda, della musica, dello sport…

Dopo i riscontri positivi ricevuti, Roberta e Floriana hanno pensato di proporlo in una versione teatrale. È così che è nato “Radioritratto… A teatro!”

Ogni puntata prevede la presenza di un ospite che accompagnerà il racconto, chi cantando, chi disegnando, chi leggendo delle poesie… Poi, verso la fine della serata, quando oramai il pubblico avrà imparato a conoscere il personaggio, viene proposto un gioco; una versione di “Nomi, cose e città’” in cui gli spettatori avranno a disposizione due minuti di tempo per pensare al nome di una cosa, città, pietanza (e via dicendo…) che possa essere messa simpaticamente in relazione con il personaggio della serata. Chi risponderà in maniera più originale vincerà un biglietto omaggio per la prossima puntata di “Radioritratto… a Teatro!”

Insomma, una formula nuova che scava nell’intimità di personaggi noti ed amati in chiave ironica.

Stasera è la volta di Coco Chanel, all’anagrafe Gabrielle Bonheur Chanel, la celebre stilista francese che ha rivoluzionato il concetto di femminilità del XX secolo e ha fondato la casa di moda che porta il suo nome, famosa anche per i profumi e le fragranze femminili.

Al teatro incontro Daniele Coscarella, persona gioviale e cortese, che si rivela un perfetto padrone di casa. Attore, regista, produttore… insomma, una vita dedicata al teatro. Daniele è una di quelle persone che vedo sempre con piacere e di cui stimo l’approccio artistico.

La sua “casa” è deliziosa, una piccola bomboniera nel cuore di Testaccio dedicata all’arte. Dopo l’accoglienza con un bicchiere di vino per tutti i presenti, il pubblico prende posto davanti a Floriana e Roberta, che intanto si aggirano tra le persone, disinvolte e simpatiche, riempiendo gli ultimi bicchieri in attesa dell’arrivo di Cocò Chanel.

Tante le cose che ho scoperto, grazie a loro due, sulla figura della stilista.

Cocò è il soprannome, ricavato da una canzone con cui la donna si esibiva nei night parigini come brava e dotata cantante. Si sposerà con un suo strenuo corteggiatore, un bell’uomo piuttosto ricco che la porterà a vivere nel suo castello. Raggiunto un ceto elevato della società, Cocò si troverà a frequentare esponenti della borghesia e della nobiltà. Amante dei cavalli, è la prima donna a non cavalcare all’amazzone ma a cavalcioni, fino ad allora prerogativa degli uomini. Si presenterà in un ippodromo davanti all’alta società, indossando un cappello di paglia fatto da lei e che piace molto ad una nobile signora, tanto colpita dallo stile, che le commissiona il capo. Fu solo l’inizio.

Conoscerà in seguito un intimo amico del marito, figlio di un grande produttore di tessuti. La sartoria è un’altra sua grande passione, così con l’aiuto dell’uomo aprirà un suo primo negozio di moda in cui realizzerà cappelli e vestiti. Prediligerà colori sobri come il bianco, il nero, il beige, il blu e il grigio, ispirandosi alle tonalità degli abiti delle monache con cui ha vissuto la sua adolescenza rimasta orfana della madre. Sarà la prima ad usare il jersey, un tessuto all’epoca usato solo per confezionare abiti da lavoro maschili, perché molto comodo. Cocò si ispirerà molto al modo di vestire maschile, rompendo quegli schemi che condizionano la moda femminile castigata ed imbellettata. Ne esalta la fisicità e la libera da quella prigione mentale creata loro dall’uomo, che vede le donne costrette all’uso della gabbia sotto la gonna e del corpetto, così scomodi e artificiosi.

Durante la prima guerra raggiungerà il suo apice confezionando abiti femminili appropriati per il lavoro, visto che le donne dovevano sostituire gli uomini impegnati al fronte. Attraverso questo successo, restituì il prestito avuto dall’amico del marito, ormai diventato suo amante, che le rimarrà vicino in questa veste per tutta la vita.

Roberta e Floriana raccontato questa storia in maniera discorsiva, scherzando ed improvvisando deliziosamente con il pubblico, senza mai sovrapporsi. Danno vita ad una scorrevole ed appassionata descrizione della vita di questa donna appassionando la platea. Il loro è un approccio familiare, lo stesso che userebbero ad una cena tra amici e che, devo dire, funziona bene perché mette a proprio agio i presenti.

Quando l’amante di Cocò morì, lei cominciò a vestirsi di nero.

Poi dovette tagliarsi i capelli corti a causa del frequente uso del ferro da stiro per renderli lisci. La sua acconciatura destò scandalo e stupore, e nonostante tutto ci fu chi la imitò. Era assurdo per l’epoca vedere una donna con un’ acconciatura maschile! Aggiunse a questa singolarità una pelle sempre abbronzata dal sole, anche questa cosa inconcepibile per l’epoca, antico retaggio di una mentalità ereditata dal medioevo che voleva il nobile di carnagione chiara, non esposto ai raggi del sole come i contadini costretti a lavorare all’aperto. Chanel così infrange anche questo cliché, sinonimo di distinzione tra ceti diversi. Neanche a dirlo, venne imitata da altre donne. Solo Caterina de’ Medici aveva osato tanto nel XVI secolo, vantandosi dei suoi bagni di sole, mentre le sue contemporanee usavano addirittura misture a base di calce per sbiancare il viso!

Di tanto in tanto, tra un intervento e l’altro, interviene un giovane cantante per spezzare il racconto. Si esibisce su una base registrata cantando dal vivo. Si tratta di Alessandro Dean che ci fa conoscere il suo crossover composto di alternative pop, trip hop e conscious rap.

Roberta e Floriana continuano il loro racconto scomodando anche Marilyn Monroe e una sua dichiarazione piccante. Pressata dai giornalisti che volevano sapere cosa indossasse quando andava a dormire, lei provocatoriamente rispondeva di coricarsi indossando solo una goccia di Chanel… Questa frase portò ulteriore successo a Cocò. All’epoca le fragranze più usate erano il muschio e il gelsomino, profumi però prettamente usati da donne ritenute poco di buono. Anche qui Cocò volle rompere le etichette mettendo sul mercato un profumo con una mistura di queste fragranze dedicato a tutte le donne. Scelse tra le dieci fragranze commissionate la boccetta numero cinque…

Nasce così Chanel n° 5 che andrà letteralmente a ruba. Il successo fu raggiunto grazie all’impegno economico sostenuto dai fratelli Pierre e Paul Wertheimer che la sovvenzionarono fiutando l’affare. Avendo firmato un contratto per un misero dieci per cento che furbescamente questi due finanziatori ebrei le avevano proposto, Cocò li porterà in tribunale per ottenere una revisione del contratto, perdendo però la causa. Cercherà di vendicarsi denunciandoli durante le persecuzioni razziali, ma loro saranno già fuggiti e avranno intestato il contratto ad un ariano…

Una delle rivali storiche di Cocò sarà Elsa Schiapparelli, una vera e propria antagonista. Le due si rispetteranno e stimeranno, ma saranno sempre rivali. Elsa però aveva uno stile diverso rispetto a quello di Cocò, utilizzava per i suoi capi colori molto vivaci. Arriva il secondo conflitto. Cocò non nasconderà le sue simpatie naziste. Sarà coinvolta sia emotivamente che politicamente con dei gerarchi nazisti e diventerà anche una spia Verrà scelta per l’ operazione Moder Hoot, il cui obiettivo consisteva nel trattare con Churchill una resa onorevole della Germania. L’operazione però abortì. Quando la Francia venne liberata, le sue simpatie la portarono ad essere arrestata, ma questo “inciampo” non influì sulla sua notorietà, anzi le portò ulteriore successo!

Ho voluto raccontare la storia di Cocò per farvi capire con quanta attenzione e profondità queste ragazze si siano impegnate nello studiare la sua biografia e con quanta bravura siano poi riuscite non solo nel ripercorrerne tutta la vita, ma anche a presentarla in maniera interessante, leggera e ricca di dettagli. Informazioni a me sconosciute, come per molti altri. Davvero un bel lavoro, un’attenta ricerca ed un’ ottima presentazione.

Parte quindi il gioco di “Nomi cose e città”!

Ognuno dice la sua, chi ispirandosi ai racconti delle artiste, chi cercando di essere originale. Ogni foglio consegnato viene poi letto e le risposte più divertenti vengono commentate con il pubblico per riderne insieme.

Le nostre ragazze si rivelano delle vere e capaci intrattenitrici. Simpatiche, divertenti e molto carine, molte attente ai dettagli con cui hanno arricchito la storia e che non sono sfuggiti alle loro ricerche. Con la loro disinvoltura e personalità ci hanno intrattenuto con la stessa passione che le ha fatte conoscere alla radio.

Un modo diverso di fare spettacolo. Non si tratta di cabaret, di recitazione di stand up comedy o di reading, ma forse di tutto questo insieme, atto a regalare ai presenti una piacevole serata in cui trasmettono il loro grande interesse e la passione per le biografie.

Purtroppo non ho mai avuto il piacere di sentire la loro trasmissione radiofonica, ma chiudendo gli occhi e con un attimo di fantasia, mi è stato possibile immaginarlo, anzi, mi hanno fatto rivenire in mente quelle trasmissioni che ci fanno compagnia la mattina in mezzo al traffico quando ci rechiamo al lavoro. Il prossimo appuntamento, sempre qui all’ Accento Teatro, è per metà maggio, con Renato Zero. Chissà cosa avranno scoperto su di lui…

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