“Coppie scoppiate”

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TEATROVID-19 Il teatro ai tempi del Corona e oltre

Teatro degli audaci

Di Derek Benfield

Con Flavio De Paola, Serena Renzi, Ilario Crudetti, Antonio Coppola, Antonella Rebecchi, Luca Basile e Valentina Mauro.

Regia di Flavio De Paola

Nell’accogliente teatro di Flavio De Paola sito a Porta di Roma, viene proposto questo spettacolo scritto dal prolifico Derek Benfield. Attore di teatro, comico inglese, l’artista ci propone attraverso una successione di gag esilaranti e molto movimentate, le peripezie di due coppie sul punto di “scoppiare” a causa della routine o della noia della vita matrimoniale.

La commedia nonostante “l’italianizzazione”, mantiene quella sua comicità dal forte sapore britannico, colma di uno spirito molto sottile, oserei dire raffinato se non talvolta anche di nicchia.

La sceneggiatura e molto allegra e frizzante, ricca di un humor da risate a denti stretti, compita ed educata e non di quella comicità che induce alla grassa risata.

Il palco ripropone due ambienti paralleli di due dimore diverse in cui le vicende di accavallano. La scenografia è molto ben curata e le luci fanno risaltare gli ambienti e la scena in atto con efficacia, il tutto accompagnato da inserti musicali gradevoli e allegri. Le coppie impelagate nella storia, cercano di evadere dalla propria monotona quotidianità. Entrambe abitano sulla stessa via e si conoscono anche tra loro; questo crea ovviamente delle divertenti complicazioni ben sfruttate dalla scrittura.

Mentre le due coppie cercano maldestramente di trasgredire, vengono disturbate da un buffo e invadente addetto alla sicurezza del quartiere, che suo malgrado ne ostacola i piani aggiungendo altr confusione alle già strampalate situazioni. Gli intrecci che si sviluppano tra i vari personaggi impacciati e pasticcioni, si rivelano spesso surreali e questo è una dei punti di forza della sceneggiatura, ricca di fraintendimenti, malintesi ed aggrovigliati e spassosi equivoci.

Insomma ci sono tutti gli ingredienti essenziali per creare un divertente guazzabuglio di situazioni per far divertire il pubblico. Tra una bugia e l’altra i nostri si arrampicano sugli specchi per nascondere ai rispettivi compagni i loro tentativi (per altro falliti) di tradimento. Secondo alcuni critici, lo spettacolo vuole mettere alla berlina alcuni aspetti della vita coniugale della nostra società e far riflettere su quelle vicende che accadono quotidianamente nella coppia. Complice l’utilizzo di una forte carica comica e surreale, che però a mio avviso svia dalla volontà di rispecchiarne la realtà. Forse è la chiave dell’umorismo inglese, o la mentalità albionica che con i suoi approcci troppo distanti dalla nostra cultura, non riescono a rendere questa “realtà” che così diventa esageratamente improbabile. Ma è proprio questo un altro dei punti di forza di questa proposta, che così messa in scena permette anche al pubblico italiano di apprezzarla e divertirsi.

Lo spettacolo è diviso in due atti, nel secondo appare una divertentissima donna delle pulizie dal simpatico accento meridionale, che viene sballottata dalle nostre improbabili e goffe coppie scoppiate tra una casa all’altra, finendo per essere invischiata nelle loro infedeltà e arricchendo di comicità le situazioni.

Il secondo atto è ancora più frenetico del primo: i dialoghi sono ancora più veloci e le situazioni diventano ancora più intricate, sottolineando di più le capacità di Benfield nel saper creare una sceneggiatura sapientemente aggrovigliata. Devo dire che gli attori si districano con grande professionalità e dimostrano grazie a questa voluta confusione grandi capacità interpretative. Quello che all’apparenza sembra essere uno spettacolo semplice, si rivela se si fa attenzione assai complesso, fisico e cronometrico. I cambi di scena repentini e la frenetica loquacità dei personaggi mette a dura prova l’impegno di quelli che posso solo definire grandi artisti, dotati di indubbie capacità recitative e di una marcata ed efficace espressività arricchita da azzeccate frenetiche e plateali movenze.

Credo sia davvero difficile districarsi senza perdersi in mezzo a tutti questi dialoghi così serrati sull’orlo del paradossale, ma loro hanno dimostrato di sapere come intrattenere il pubblico e divertirlo, e siamo solo alla Prima!

Avvicinandosi all’epilogo la commedia si trasforma sempre più in un turbinoso crescendo, di quelli che piacciono molto a Flavio. Spesso infatti gli ho visto proporre nel suo teatro commedie di questo genere, accompagnato dal suo cast affiatato e preparato della scuderia del Teatro degli Audaci.

Le due coppie fedigrafe sono composte da un’ammaliante, conturbante, espressiva e divertente Valentina Mauro che flirta con un dolce, tenero, comico ed impacciato grande Ilario Crudetti.

L’altra coppia è formata dall’affascinante e simpatica Serena Renzi, dall’aspetto e dall’approccio che seppur molto personale, mi riporta sempre alla mente quelle affascinanti attrici di altri tempi. Lei è in combutta con l’esuberante ed istrionico capo truppa Flavio De Paola. Inoltre spicca tutta la verve e la carica comica molto personale di Luca Basile nei panni del marito tradito da Serena.

Sono loro che reggono il grosso dello spettacolo e si avvicendano freneticamente nelle scene senza mai un intoppo.

Il condimento a questo succulento piatto è dato dall’esuberante e travolgente Antonella Rebecchi, vero tornado che entra nel secondo tempo come un giocatore fuoriclasse tenuto in serbo per il gran finale nei panni della citata donna delle pulizie, arricchita dalla ciliegina sulla torta, ovvero Antonio Coppola, il disturbatore seriale addetto alla sicurezza che compare e scompare sempre a sproposito, ma al momento giusto per insaporire il prelibato piatto preparato dagli altri.

Spettacolo spensierato e frizzante adatto per un pubblico eterogeneo e per le famiglie.

Vorrei aggiungere solo un parere molto personale sui personaggi principali, maturato da una riflessione nei due giorni successivi allo spettacolo. Conosco molto bene Flavio, Ilario, Serena e Luca; per la prima volta, invece, vedo Valentina. I primi tre lavorano da molto tempo insieme e hanno a mio avviso maturato il loro stile nel “tradurre” questo tipo di commedia. Ciò li mette in qualche modo sullo stesso piano, sono una sinergia in cui giocano molto l’esperienza insieme e affiatamento. Ho notato, invece, nell’espressività e nella gestualità di Valentina una piacevole dissonanza con gli altri; “italianizzando” se non forse anche “romanizzando” il suo personaggio, ha creato una frattura piuttosto piacevole con gli altri tre, spezzando quell’armonia ma aggiungendo una dose molto personale di comicità.

Luca, a mio avviso, si pone sempre nel mezzo: nonostante abbia una certa connotazione romana, anche se ben celata e mai troppo esplicita, entrato da poco nel gruppo si è ben amalgamato con gli altri, e secondo me ha saputo sfruttare bene tutta l’ esperienza maturata con i personaggi di “Che disastro di commedia” e di “Che disastro di Peter Pan”, entrambi made in England ed ormai esportati in molti paesi. È riuscito, come aveva già fatto lì, a trovare la giusta via di mezzo per adattarsi ad un pubblico diverso da quello inglese.

Antonella ed Antonio, beh, l’ho detto, sono due chicche fuori dal coro che stravolgono e che accentuano con successo il distacco dalla mentalità inglese.

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