“Fiabafobia” di e con Arianna Porcelli Safonov

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TEATROVID-19 Il teatro ai tempi del Corona (un estate calda, sia per temperatura che per contagi)

Giardini della Filarmonica Romana

Il 6 luglio è partita la XXXVIII rassegna teatrale de ”I solisti del teatro”, storica kermesse diretta da Carmen Pignataro ospitata nei Giardini della Filarmonica Romana. Tanti i nomi in cartellone, tra cui Francesca Reggiani, Carmen di Marzo…

Stasera c’è la fantastica Arianna Porcelli Safonov. Dopo averla seguita su internet per molto tempo, ho avuto modo di apprezzarla dal vivo al Teatro de’ Servi quest’inverno per poi conoscerla a fine spettacolo di persona. Simpatica e cordiale, ha un modo tutto suo di far ridere; stimolando la nostra materia grigia, ci fa riflettere attraverso le sue effervescenti stand up comedy.

Una bella serata fresca ci accoglie negli invitanti giardini, mentre gli spettatori prendono posto. Tra loro, anche Nicola Pistoia. Lo avvicino per conoscerlo di persona e per complimentarmi per alcuni spettacoli che ho visto, dei quali ha curato la regia: “Gregory” e “Direzione Laurentina”. Due capolavori teatrali firmati da Veronica Liberale a cui Pistoia ha dato il suo contributo. Si è da subito dimostrato molto disponibile e cordiale. Nel giardino ho visto, sempre impegnata, anche Rocchina Ceglia, dell’Ufficio stampa. Presente e attenta, con occhio vigile controlla che tutto sia in ordine e funzioni al meglio. Mi accomodo in seconda fila, nonostante l’alta affluenza, e trovo vicino al posto che ho scelto il simpatico e piacevole Adriano Bennicelli, prolifico sceneggiatore e capace responsabile del Teatro Sette Off; è in compagnia della sua gioviale moglie. Ovviamente io e la mia compagna ci immergiamo con loro in un amabile e piacevole conversazione. Può cominciare meglio la serata?

Nella delicata e rigenerante temperatura serale, una brezza annuncia l’entrata in scena della tempestosa artista…

Arriva sul palco Arianna, accompagnata da quella sua tipica espressione da bimba dispettosa che sta per compiere un marachella. Le si legge in faccia ciò che ha in serbo per noi, con il suo sorriso a mo’ di ghigno con cui ci fa intendere che avremo pane per i nostri denti. “Fiabafobia” affronta infatti il tema delle fobie, quelle che tutti noi ci portiamo dietro. Arianna, con la sua irriverente e divertente schiettezza, ci mette a nudo di fronte alle nostre paure. Lo fa con la classe e comicità che la contraddistinguono. Riflessiva, ironica, caustica, sagace e pungente, Arianna fa ridere a volte a scoppio ritardato; sì, perché le sue battute non sempre dirette si insinuano a volte maliziose come una bomba con spoletta settata a tempo, ed entrano subdolamente per stimolare la nostra corteccia cerebrale. Consapevole, dopo le battute più ricercate, perle di ironica e sfrontata saggezza, rimane lì, in attesa, guardandoci con aria di sfida come per dire: “L’avete capita, no? Io aspetto, eh!? Tanto so che il suo effetto è ritardato e vi colpirà a tradimento!” Una strategia con cui arriva nel nostro intimo non solo per farci ridere, ma anche per indurci a riflettere su noi stessi. Intanto piano piano dal pubblico si alzano una, poi due, tre e via via sempre più numerose risate… La sua comicità a tratti irriverente è a mio avviso particolare: non si ride mai sguaiatamente, il suo è un umorismo di classe, surreale, per palati fini. Ci regala così un’ora intensa di “sballottamento” grottesco e spassoso con cui affronta le nostre paure: quelle che si manifestano a contatto con gli altri e quelle che si generano davanti ai cambiamenti; e poi la paura degli insetti, delle malattie, del covid o del suo vaccino, ma anche e soprattutto la paura dell’opinione degli altri. I suoi sistemi per sconfiggere questo sentimento? Cantare o parlare a voce alta. Arianna ci parla anche della paura del giudizio della nostra mamma, che ovviamente sfocia nel racconto del rapporto con la sua, con tutti i traumi che ne conseguono. Altro tema affrontato è quello delle relazioni malsane con i partner o con gli amici, e poi quello dell’atavica fobia dei serpenti. Divertentissimo il suo racconto sull’ incontro di questi rettili.

arianna porcelliArianna ci parla anche della paura di perdere il nostro prezioso tempo a causa delle relazioni con gli altri e della condivisione di momenti di vita quotidiana, a tal punto da indurci a preferire la grande distribuzione alla piccola bottega sotto casa dove è facile incorrere in chiacchierate più o meno lunghe. Per evitare dunque di conoscerci meglio, noi e gli altri, e di metterci a nudo, forse troppo, scegliamo l’anonimato dei centri commerciali. Può mancare poi la paura di volare? Divertente fino all’esasperazione il suo racconto su questa esperienza.

Mi piace molto Arianna quando esprime una sorta di rassegnazione ironica, fortemente canzonatoria, verso quella fetta di genere umano detestabile a cui piace vivere esclusivamente di apparenza. È molto brava ad ironizzare con il suo cinico sarcasmo sui nostri luoghi comuni e a scherzare con Il pregiudizio che si radica in noi a causa dell’opinione comune, ereditato da quella stessa parte di umanità che si diverte a tirare in ballo per dileggiare con classe. Brava, originale ed intelligente, si esce sempre soddisfatti e contenti da ogni suo spettacolo.

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