“I due Cialtroni”

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Teatro Tor Bella Monaca
scritto e diretto da Pier Francesco Pingitore
con Maurizio Maturani (Martufello) e Marco Simeoli
con la partecipazione straordinaria di Laura Garofoli e con Elena Ferrantini e Lucrezia Gallo

scene e costumi Graziella Pera
realizzazione scene Giovanni Nardi direttore di scena Ludovica Costantini
assistente alla regia e promozione Francesca Spagnolo Foto di scena Pino Ranieri

Centro Teatrale Meridionale | Generazioni Spettacolari

Sono arrivato molto presto al teatro Tor Bella Monaca, dunque ho avuto l’opportunità e il piacere di conoscere finalmente Maurizio Maturani, in arte Martufello, che per anni ho seguito come molti di voi nelle apparizioni televisive ascoltando le sue infinite barzellette che hanno divertito generazioni.

Subito dopo è arrivato Marco Simeoli, attore che conosco, stimo moltissimo e seguo da anni. Per l’aperitivo prima di andare in scena c’erano con loro la produzione e altri membri dello staff e del cast, come la solare Laura Garofoli. Dopo questo goliardico momento a suon di simpatiche battute che svelano il clima sano e familiare instaurato tra i membri del cast e dello staff, i nostri lasciano i tavolini e le libagioni per dirigersi al teatro dove daranno vita all’ennesimo esilarante lavoro partorito dal prolifico maestro Pingitore.

La commedia ha già riscosso notevole successo grazie ai ritmi incalzanti a cui ci ha da sempre abituati Pingitore, ma anche grazie alla recitazione di nomi illustri dello spettacolo come Marco Simeoli e Martufello. Una storia simpatica, godibile e allegra che si svolge in una scenografia che riproduce una baita di legno con un grande finestrone da cui si ammirano delle bellissime montagne innevate.

I due protagonisti, ignari della presenza l’uno dell’altro, si incontrano nella baita per caso, proprio nella stessa settimana di vacanza che vorrebbero passare staccando la spina.

Dal loro atteggiamento piccato si capisce immediatamente quanto i due, attori piuttosto famosi ed amati dal pubblico, siano rivali sia nel lavoro che nella vita.

In questa permanenza forzata i due, che sembrano frustrati non solo per la rivalità che li contrappone ma anche per l’età che avanza e le insoddisfazioni in campo lavorativo, si rivelano velatamente uno lo specchio dell’altro. Così, la coppia non farà che scambiarsi battute sarcastiche e pungenti miranti a sottolineare i difetti caratteriali, la discutibile notorietà e le criticabili capacità artistiche.

A queste si aggiungono accuse velenose e goffe, ma anche divertenti, ed inevitabili quanto impacciati tentativi di difendere la propria onorabilità, facendo ognuno i conti con la propria passata e “gloriosa” vita professionale e sentimentale, con picchi esilaranti quando si confrontano sulle loro scolorite prestazioni con le donne.

Questo darà vita ad una serie di mezze confessioni ricche di fandonie, spacconate e mezze verità atte a confondere, se non a nascondere, la vera natura e realtà dei due. Il pubblico continuerà a divertirsi con i battibecchi e gli scherzi velenosi che si protrarranno fino alla fine della vacanza, prolungata a causa di una valanga che li tiene bloccati.

La paradossale situazione che li tiene prigionieri in questo purgatorio terreno permette ai due di sfogarsi ma anche di riconoscersi, accettarsi e scoprirsi sempre più simili.

La vicenda è arricchita da tre deliziose figure femminili inserite, come ciliegine su una torta, per addolcire le situazioni o quanto meno provarci, vista l’aspra rivalità che agita i due.

Le ragazze si inseriranno in queste dinamiche aggiungendo dolcezza e leggiadria, ma anche ariosità alla pepata vicenda.

Lo spettacolo, seppur comico, vuole mettere a nudo le vite di due attori qualunque che sono stati famosi ma ormai sulla via del tramonto. In chiave comica e a tratti grottesca, gli spettatori saranno sballottati tra affermazioni esagerate e altre più goliardiche che, nonostante tutto, hanno un retrogusto velatamente amaro.

i cialtroniC’è qualcosa di realistico, uno spaccato di vita che riporta alla realtà dove la cialtroneria, l’esagerazione, la goffa caricatura sottolineano le debolezze di due persone in là con gli anni timorose di essere dimenticate.

In questo inevitabile passaggio che la vita pone davanti a tutti, i due si anestetizzano dal dolore facendosi dispetti infantili, nella speranza di rivalere l’uno sull’altro, pur rimanendo ben consapevoli della loro realtà di fondo che evidentemente non vogliono accettare.

Nel primo atto Maurizio e Marco duellano a suon di battute infuocate e di sfottò provocatori continui, mentre appare la deliziosa Laura, la padrona della baita, che conosce e apprezza entrambe gli artisti. La poverina, invece di godersi i suoi divi, si ritrova a fare da badante e mediatrice in mezzo ai due contendenti.

In questo ruolo non voluto Laura accompagna ogni battuta con una ricca gamma di divertenti espressioni, mentre cerca di dividere i due che sfiorano costantemente la zuffa.

Marco e Maurizio sono semplicemente loro stessi con i loro buffi atteggiamenti eclatanti, i toni di voce riconoscibilissimi e la schiettezza smisurata.

Sembrano proprio a loro agio in questa parte, che portano in scena con molta naturalezza e semplicità, giocando con i loro personaggi attraverso una palpabile leggerezza e spontaneità maturate grazie alla grande esperienza artistica maturata nella loro indiscutibile carriera.

È chiaro che si divertono ad impersonare i due buffi e molesti cialtroni, e tanto sono bravi che quelle provocazioni che suscitano l’ilarità del pubblico sembrano davvero facciano parte di loro stessi. Due grandi e conosciuti artisti che, come mi ha detto il produttore, hanno alle spalle almeno una cinquantina di repliche di questo spettacolo. Sicuramente anche questo gioca a favore della naturalezza e della disinvoltura che si percepisce in scena di cui parlavo prima.

Nel secondo atto entrano in scena Lucrezia ed Elena, una nei panni di una dolcissima ragazza montanara dal forte accento nordico che vive dirimpetto, l’altra in quelli dell’improbabile briosa e deliziosa fidanzata ventenne di Marco.

Simpatiche, effervescenti e disinvolte, con il loro ingresso le tre ragazze spezzano il continuo litigio tra i due dando respiro alla pièce, ed inseriscono una nota di colore che ringiovanisce l’atmosfera. Hanno ovviamente un approccio recitativo completamente diverso dai due marpioni maschili, ne nasce così un confronto piacevole che mette in risalto le doti di tutti e la diversa scuola ed esperienza artistica.

Il testo di Pingitore ricalca il suo stile, forse un po’ datato ma sempre efficace, divertente e riconoscibilissimo. Chi apprezza questo autore non rimarrà deluso e non potrà non riassaporare quello stile e quella comicità che hanno reso memorabile l’era mai tramontata de “Il Bagaglino”.

Non manca nel finale anche qualcosa che riconduce a una morale.

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