“I miei giorni migliori”

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Teatro Trastevere
con Giovanna Cappuccio e Ornella Lorenzano
scene e costumi di Paola Salomon
regia di Giancarlo Moretti

Un’ intensa ora e quaranta di emozioni partorite dalla penna di Giancarlo che, non so come, riesce ad entrare nella psicologia della donna e crea due personaggi femminili plasmati dalla sua fantasia e materializzati sul palco. Tutto, ogni cosa che dicono e fanno è realistica, vera, intensamente femminile. Giancarlo si dimostra, come sempre, un osservatore empatico dell’animo umano e stasera, in particolar modo, della sfera femminile.

L’impressione non è quella di vedere uno spettacolo, in nessun momento della storia. Si è semplicemente immersi e assorbiti in una serie di dinamiche tra due sorelle completamente diverse: Paola, la più grande (Giovanna) e Daniela (Ornella). La prima sarà alle prese con l’improvvisa ed improrogabile partenza della seconda, ferma sulla sua posizione di voler cambiare drasticamente vita. La notizia è talmente inaspettata che tra le due nasce un’accesa discussione in cui riemergono tutti i non detti, i sensi di colpa, i rancori. Ma solo grazie a questo Paola scopre di non conoscere neanche lontanamente la condizione di vita della sorella, i suoi traumi, ma soprattutto la sua stanchezza di vivere.

Paola è, infatti, troppo assorbita dagli impegni familiari e lavorativi per accorgersi di cosa le capiti intorno. Situazioni che hanno sviluppato nella donna una metodicità tipica delle donne sposate con figli, che non hanno mai un attimo di tempo per loro, ma che se l’avessero, scoprirebbero la loro solitudine e tutta la frustrazione che le hanno fatto maturare un guscio protettivo e un carattere a tratti ruvido e spigoloso. Al contrario, Daniela è sola, non ha una relazione, è introversa, malinconica e ha sviluppato una grande sfiducia nelle persone, nella vita, ma anche in sé stessa.

Non ha saputo costruirsi lo stesso guscio della sorella, così la vita ha giocato con lei e i suoi sentimenti, depauperandola di ogni forza e speranza.

Nonostante le sue indiscutibili capacità, decide quindi di abbandonare tutto ciò che le rimane, con grande dissenso della sorella che tra momenti di concitazione e altri affettuosi, cerca di dissuaderla dall’assurdo proposito di morire socialmente, di sparire dalla società facendosi volontariamente fagocitare da un annullamento individuale.

Lo sguardo di Daniela è sempre malinconico, sembra guardare lontano e la vediamo sempre di prospetto sul palco, come per vedere oltre il pubblico attraversandolo con tutta la sua tristezza; al contrario, sua sorella Paola ci appare sempre di profilo, come fosse sviata dalle frenetiche incombenze della sua vita e non riuscisse ad avere lo stesso punto di osservazione dell’altra.

Così, Daniela ci appare sicuramente più introspettiva della sorella, assai più profonda, ma per questo anche più delicata, indifesa e ricolma ormai solo di sogni infranti e perduti.

Tra le due si creerà un confronto continuo, a volte aspro, diretto e duro, altre profondo, toccante e delicato, tutti molto intensi. Dinamiche che sottolineeranno le loro grandi diversità caratteriali e ne evidenzieranno i loro stati d’animo e le emozioni attraverso gli scontri, i disaccordi, ma anche i ricordi passati, soprattutto quelli familiari che le hanno viste crescere insieme, con quelle rivalità, invidie e complicità tipiche tra fratelli e sorelle. C’è anche spazio per una flebile speranza, un timido sguardo verso il futuro che sembra tetro per Daniela e più roseo per Paola e che lo spettatore può liberamente interpretare.

Questa drammatica situazione riavvicinerà e al contempo allontanerà le due donne, troppo distanti tra loro, ma almeno avranno imparato a conoscersi meglio.

Non mancherà un toccante monologo che farà scendere il gelo nella sala, quando Ornella racconterà i motivi celati dietro la sua scelta, seguito immediatamente dal monologo di Giovanna in risposta. Due bellissimi e magistrali assoli di recitazione che Giancarlo ha saputo ben inserire nel dramma. Questo è il punto forte di Moretti: grazie alla sua sensibilità e profondità, riesce sempre ad analizzare gli aspetti e i lati più nascosti dell’animo umano, traendone ispirazione e creando dei testi teatrali sempre molto interessanti che fanno riflettere.

giorni miglioriPer portare in scena i suoi lavori si avvale sempre di ottimi interpreti; stasera ci commuove con due magiche e coinvolgenti artiste: Ornella Lorenzano e Giovanna Cappuccio, artiste che seguo sempre fedelmente con grande interesse perché riescono sempre ad emozionarmi, coinvolgermi e sorprendermi con le loro notevoli capacità recitative, la loro mimica, la padronanza del palco, la capacità di entrare profondamente nel personaggio, ma anche per la loro naturalezza. Con tutte queste doti riescono a presentarci uno spaccato di vita reale che ci fa dimenticare di essere in un teatro a guardare uno spettacolo.

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