“Il balcone di fronte”, commedia di Stefano Terrabuoni

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TEATROVID-19 il teatro ai tempi del Corona (verso la terza dose, mentre arriva un’altra variante…)

Teatro Porta Portese
con: Ines Le Breton, Maria Adelaide Terribili e Marco Massimiani.

Conobbi Ines dopo un suo spettacolo, “Di tanto amore” di Checov, una bella mattonata per chi non conosce questo tipo di teatro. In realtà Giancarlo Moretti propose una versione molto più digeribile, per stomaci come il mio ancora a digiuno di teatro “impegnato”. Il cast comprendeva attori da me conosciuti, come le spettacolari Ornella Lorenzano e Giovanna Cappuccio, nonché Natalia Simonova, oltre ovviamente al resto del cast che però non avevo mai visto. Nonostante Ines non avesse un ruolo di spicco, mi colpì subito nella sua parte drammatica. Sembrava scivolata fuori dalle pagine di Cechov, tanto era credibile il suo personaggio. La avvicinai con timore reverenziale alla fine dello spettacolo perché mi sembrava distante, schiva e irraggiungibile. In realtà mi trovai davanti ad una persona affabile e cordiale, molto contenta di ricevere i miei complimenti. Poi il lockdown non mi permise di assistere a una commedia dove invece si sarebbe cimentata in un ruolo comico. Si trattava di “Lo vedo e non lo vedo”; nel cast c’era anche Maria Adelaide Terribili, che ritroviamo nella commedia di stasera. Purtroppo potei vedere solo la registrazione video; una serata molto divertente, come quella di oggi, che per altro ha anche avuto una serie di riconoscimenti: migliore rappresentazione al Primo Festival IL CANOTTO PARLANTE, organizzato dall’associazione LA CIAMBELLA; e menzione d’onore all’autore Stefano Terrabuoni, nell’ambito dello stesso festival, sezione drammaturgia.

Lo spettacolo è ospitato al Teatro Porta Portese. Mi piace il gusto con cui è arredato, quello che propone e chi lo frequenta. Qui incontro artiste del calibro di Jessica Agnoli e Titti Cerrone, che sono di casa insieme a Tonino Tosto, l’ospitale direttore del teatro.

Questa sera i nostri propongono una storia realistica, come ne potremmo trovare tante, sublimata da una forte recitazione e da un’attenta retrospettiva dei personaggi. La vicenda si svolge in pieno lockdown, sul palco sono ricostruiti due balconi posti sui lati ed un soggiorno al centro, dove gli attori si muoveranno tra telefonate, video collegamenti e sbirciatine reciproche dai rispettivi balconi. La scenografia è deliziosa, dipinta egregiamente e con gusto da Marco Massimiani, uno degli attori. I personaggi sono tre: Cristina (Ines Le Breton) single, semplice, che vive l’infatuazione che ha per Guido (il già citato Marco Massimiani) in maniera adolescenziale, da sognatrice; ma mostra anche una velata insicurezza a causa, si scoprirà poi, di un trauma subito con un ex compagno sbagliato, superato solo grazie al supporto della sua amica del cuore Agnese (Maria Adelaide Terribili nel ruolo di avvocato alle prese con un serio problema familiare). Guido è un commercialista oberato di lavoro nonostante il lockdown; all’inizio risulta un personaggio un po’ antipatico e opportunista, che dimostra interesse per Cristina. Si potrebbe dire “L’amore ai tempi del Corona”, parafrasando simpaticamente parte del titolo del romanzo di Gabriel Garcia Marquez, visto che si tratta di un embrionale e nascente storia d’amore tra i due in piena pandemia.

balcone di fronteInes è impressionante, un’attrice che riempie il suo personaggio di mille sfumature. Grazie alla sua mimica, espressività, gestualità che attinge da anni di esperienza teatrale, ma anche dalla sua sensibilità e dalla sua personalità. Gioca con Cristina mantenendola in bilico tra fragilità, insicurezza ed a la finale presa di coscienza, che restituisce al personaggio quella dignità e quel carattere che le è mancato all’inizio della vicenda, quando trasognata si nutriva degli incerti sviluppi della storia e alzava la sua corazza di difesa al primo segno di incertezza e dubbio. Estremamente toccante un passaggio della storia, quando Cristina si abbandona ad una risata isterica che finisce in un pianto liberatorio che pone il personaggio sull’orlo della schizofrenia. Si vive empaticamente il suo momento di imbarazzo e vergogna, che lei credeva dimenticato, della sua storia passata e di cui Guido è a conoscenza. Questo confronto le fa rivivere quell’ umiliazione e quel dolore, in cui tutta la sua fragilità viene fuori. L’ ex compagno, l’uomo che doveva amarla e proteggerla, la ferisce, la schernisce, la mortifica.

La donna ricorda una situazione vissuta con l’ex su una barca; era caduta in acqua e, non sapendo nuotare, dimenandosi aveva perso il costume da bagno per non affogare. L’imbarazzo della nudità che si trova a descrivere non è esteriore, ma è un’analogia inconsapevole del suo smarrimento e della sua vulnerabilità interiore di fronte alla violenza psicologica dell’uomo che, mentre lei è in seria difficoltà, la deride. Un sentimento di frustrazione radicato nel suo io che la strugge. Questo stato d’animo è trasmesso in maniera così forte e realistica da investire il pubblico come una mazzata. Un momento di alta scuola di recitazione e al contempo una forte denuncia alla violenza sulle donne.

balcone di fronteMaria Adelaide invece ci propone un personaggio sicuro di sé, stoico ed imperturbabile, ricco di temperamento; una virago, che entrerà però in crisi con se stessa. Si risveglierà da una sorta di torpore che la sicurezza le ha dato, trovandosi di fronte ad una drammatica realtà familiare che non aveva colto. Questo la farà sprofondare in una forma di insicurezza ed incapacità di reagire. Anche Maria Adelaide mostra la seconda faccia della medaglia del personaggio con la sua recitazione: dal ruolo carismatico scivola efficacemente in una fragilità depressiva che in seguito, dopo il buio, la porterà a reagire e le restituirà dignità e sicurezza. Le due figure femminili allora si incontrano in questo passaggio e si scambiano per un attimo i ruoli, due picchi contrapposti che si equivalgono e si pongono nuovamente agli estremi, senza però mai perdersi. Marco darà una colorazione differente al suo personaggio, dimostrando di sapersi distaccare da quel suo lato cinico per abbandonarsi al sentimento verso la donna riscattando così anche la figura dell’Uomo di fronte alla Donna. Insomma, di fondo ognuno svela una personalità diversa e più profonda, ognuno degli attori lo farà a modo suo, seguendo indubbiamente il copione, ma manifestando inequivocabilmente la sua preparazione artistica che donerà sfumature, colori, toni e gradazioni alla storia e arricchirà la scrittura e i personaggi che Stefano Terrabuoni ha partorito dalla sua mente, conferenogli una vita propria ed una propria autonomia, che forse hanno stupito anche lo stesso sceneggiatore. Stefano avrà visto i tre prendere vita dalle sue parole, animarsi, crescere e, come bozzoli, diventare farfalle per spiccare il volo vivendo di vita propria, allargando i confini della sua storia. Una vera soddisfazione per lui e per il pubblico che ha visto presentato, come dicevo, uno spaccato di vita di tutti i giorni in maniera emozionante, toccante e anche divertente.

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