TEATROVID-19 (l’energia e la forza del teatro)
Teatro 7
Scritto e diretto da Marco Zadra
Non so come definire Marco Zadra: un nostalgico, geniale, rievocatore innovatore? Pur proponendo degli spettacoli che si rifanno a un’epoca ormai passata, riesce a mantenere un trend che risulta sempre efficace ed innovativo, vedi per esempio “L’hotel dei fantasmi”, conosciuto anche come “L’albergo del libero scambio”. Costumi, ambientazione e soprattutto una recitazione dal gusto retrò e fortemente britannica ma dalla profonda impronta “zadriana”.
Quello che propone Marco non sa mai di ammuffito, di scontato, di già visto, perché riesce con la sua inventiva a trasformare e a modificare tutto continuamente, sia nei panni di attore che di sceneggiatore e regista, in qualcosa di fresco, nuovo e squisitamente spontaneo, frizzante, pazzesco ed esagerato, tenendo inchiodato il pubblico in sala per tutto il tempo. Non è certo così facile!
Immaginiamo di vedere una di quelle vecchie commedie in stile inglese riproposte da qualche produzione attuale… non credo che avrebbero lo stesso effetto, come invece fa Marco con il suo numeroso, capace e variegato cast. Il risultato risulterebbe forzato, forse contraffatto. Con il suo magico tocco invece, Marco stravolge facendo funzionare tutto. Gli va riconosciuta la capacità di ricreare quel gusto della comicità di Monty Python o Mel Brooks, folle e demenziale, riuscendo a traslarla in teatro in maniera godibile, anzi irresistibile per il pubblico italiano, elevandolo all’ennesima potenza.
È da numerosi anni (ben trenta!) che viene proposta questa commedia e sempre con grande successo. Il cast si muove in una scenografia deliziosa intrisa di atmosfera natalizia che inghiotte letteralmente lo spettatore, lo travolge e lo coinvolge nelle assurde e divertenti peripezie che avvengono sul palco, accompagnato da musiche azzeccatissime.
Gag esilaranti, sconclusionate, senza capo né coda e proprio per questo irresistibili con tempi serratissimi e comicissimi, vengono inserite in una trama che seppur folle ha un suo filo logico. I personaggi perdono quel loro aplomb apparentemente tutto britannico, inserendo nelle loro uscite dapprima un inglese impeccabile, per scivolare poi in uno marcatamente maccheronico, fino ad approdare a battute in puro dialetto romanesco, sardo, calabrese…
Questo spettacolo è davvero fantastico, geniale ed irresistibile; sfido chiunque, se non deceduto, a non rotolarsi sulla poltrona per le risate! Non si fa in tempo a smettere di ridere per una cosa che subito se ne accavallano altre travolgenti senza fine. “Il mistero del calzino bucato” arriva al Teatro Sette per conquistarlo e fare prigionieri tra il pubblico, per tenerli tutti in ostaggio e torturarli con il suo irrefrenabile buonumore per ben due ore.
Un detective, l’ispettore Pendleton, si trova a dover risolvere un caso piuttosto complicato in una casa di pazzi, forse il più difficile di tutta la sua attività presso Scotland Yard. Il 25 dicembre viene ucciso lord Timothy Pinkerton, uno degli uomini più ricchi della capitale inglese.
L’unico indizio è un calzino bucato…
Da subito sappiamo e vediamo chi è il colpevole, ma chi fa fatica a capirlo è proprio lo sprovveduto detective con il suo aiutante, che verranno inghiottiti da questa folle famiglia composta da stravaganti soggetti, come il maggiordomo cieco ma dotato pianista, l’intrigante nipote dell’assassinato con la moglie dalle sembianze topesche, una suora scippatrice, un prete stravagante evidentemente di origine sarda, una domestica con una capigliatura piuttosto singolare, un maggiordomo serioso e distinto, un tipo assurdo che spunta fuori all’improvviso, una sorta di comparsa vestita ogni volta in maniera improbabile e fuori luogo e impegnata in azioni che nulla hanno a che fare con la storia ma sempre esilaranti.
E poi una serie di famosi supereroi che appaiono e scompaiono come camei, due vecchie signore tremolanti e pettegole, una segretaria stralunata, un fratello identico al nostro caro estinto, con una moglie che per un piccolo difetto di pronuncia sputa su tutti quando parla… Di tutto, insomma!
Il secondo atto si apre con il funerale nella casa del povero assassinato con tutta la famiglia al completo, che in memoria di quest’uomo canta facendo il verso a quei particolari funerali americani accompagnati da melodiosi gospels. I cori sono spaventosi, spettacolari, tutti a cappella e perfetti, con tanto di assolo di Zadra con le sue papere (come con le papere? Beh, andate a vederlo!). Spettacolare anche l’assolo del pianista che esegue una sequela di brani famosi e molto conosciuti mixati tra loro in maniera egregia.
Il cast è composto, credo (credo perché tra maschere, travestimenti continui, cambi di costume per dare vita a nuovi personaggi…) da almeno quindici attori! Peraltro, ogni sera possono essere sostituiti, cambiare ruolo o proporre più personaggi contemporaneamente. Quindi, come mi hanno riferito alcuni di loro, ci troviamo sempre di fronte ad una “prima”!
Non parliamo dell’improvvisazione, in cui Marco è assolutamente un maestro, così come il suo selezionato cast.
Marco è talmente imprevedibile che gli attori, soprattutto i nuovi arrivati meno abituati a lui, riescono a stento a non scoppiare a ridergli in faccia, davanti alle sue geniali trovate.
Personaggi che si muovono freneticamente entrando ed uscendo dalle porte della bellissima scenografia, peluche che appaiono e prendono vita dal nulla, oggetti che servono a creare le scene e che spuntano da ogni dove, mobili che si aprono da soli… un’atmosfera pazzesca che coinvolge gli stessi attori che, nonostante l’impegno, si divertono trasmettendo tutto questo al loro pubblico.
Parlando con Marco Zadra a fine spettacolo, gli ho chiesto come facesse ad avere tante idee così folli e riuscite. A mio avviso ci vorrebbero almeno una decina di sceneggiatori per mettere insieme tante trovate. Anche per le prove di uno spettacolo del genere, pensavo, che impegna un cast così numeroso e per uno spettacolo così complesso, chissà quanto tempo servirà… invece Marco mi ha spiegato che con una decina di prove, grazie ad una regia dalle idee chiare, si riesce a portare sul palco questo spettacolo e che sempre nuove idee vengono aggiunte a quelle già esistenti. Che dire? Se non che sono dei grandi artisti?
Giorni addietro, a Francesca Pausilli (la fantastica signorina con fattezze di topo), ho chiesto i nomi dei suoi colleghi per citarli nell’articolo; mi ha risposto che neanche lei conosceva il cast completo, perché a volte alcuni attori possono cambiare di sera in sera! Non a caso, la ragazza che faceva la governante della casa ha sostituito all’ultimo momento una sua collega e non so davvero come abbia fatto a trattenersi dall’ esplodere in una risata davanti alle trovate esilaranti di quel mattacchione di Marco.
Tiko Rossi Vairo, nei panni del prete era molto soddisfatto della serata, e mi ha spiegato quanto fosse pazzesco complicato e faticoso portare in scena questa proposta.
Mi sono poi complimentato con Giulia Zadra, per l’interpretazione del suo personaggio delizioso e fortemente ironico; poi con la cameriera governante, che all’ ultimo momento è riuscita a sostituire egregiamente la sua collega malata; con il pianista, con l’attore che ha interpretato lord Pinkerton e il fratello… insomma, non me ne vogliano se non ricordo o non so i loro nomi, ma ho fatto i complimenti a tutti quelli che sono riuscito ad incontrare.
Se vi sono piaciuti “Che disastro di commedia”, “Rumori fuori scena”, “ I trentanove scalini”, questo spettacolo fa per voi. Se non li aveste visti… beh fa comunque per voi! Assolutamente da vedere!
Gli artisti di ieri ( non me ne voglia chi ho dimenticato): Marco Zadra (Chester), Tiko Rossi Vairo (Reverendo), Siberia (John Pinkerton), Christian Galizia (zio Timothy Pinkerton/Fred Pinkerton/Frankenstein), Marta Degli Esposti (cameriera Rachel), Giulia Zadra (Susy), Francesca Pausilli (Sissy sorcio), Gaia Mencarini (segretaria Dorothy Driscoll), Giuseppe Curto (Ispettore), Francesco Raineri (Agente Fish), Fernanda Candrilli (zia Betty), Michela Facchiano (miss Grace Bloomington), Josè De la Paz (sportivo), Francesca Mari (suor Giuseppa), Emiliano Federici pianista, Alessandra Fineo direttrice del coro.
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1 commento
Confermo tutto: divertentissimo; intelligente; ben scritto; ben interpretato.
Da vedere