“Il Sesso di Colpa”

Pinterest LinkedIn Tumblr +
Teatro Golden
Di e con Patrizio Cigliano e con Beatrice Fazi e Davide Lepore
Regia di Patrizio Cigliano
Scene di Fabiana Di Marco
Aiuto regia: Marianna Menga
Grafica: Lillo Carpino

Che Patrizio Cigliano fosse un geniaccio non avevo dubbi. Scrivere un testo come questo non è assolutamente facile e non è alla portata di tutti.

Solo una mente brillante e capace come la sua poteva partorire un tale lavoro e portarlo in scena cimentandosi egregiamente anche nella recitazione. Torna in teatro, dopo ben venticinque anni di successi, questo suo spettacolo, dove ci sono altri due grandi artisti: Beatrice Fazi e Davide Lepore.

La storia orbita intorno ad un triangolo amoroso che mette efficacemente a nudo, attraverso un’ egregia scrittura, i sentimenti umani legati dall’amore a tre. Ad unire i personaggi, tra insicurezze sentimentali e problematiche affettive, è il mondo della musica.

Tutti i protagonisti, infatti, sono musicisti.

Questa piece, scritta quando I protagonisti (e anche gli attori) erano dei trentenni, non sente il peso degli anni. Senza troppi rimaneggiamenti, è stata soltanto riadattata efficacemente ai cinquantenni di oggi. Insomma, sia i personaggi che gli attori sono cresciuti insieme. Quelle che non sono variate con i tempi invece, sono le dinamiche amorose, uguali e sempre attuali.

La storia ci propone un’altalena di situazioni comiche e al contempo, con assoluta leggerezza, anche ironicamente amare: tradimenti, incertezze e paure prendono vita attraverso una serie di divertenti passaggi che coinvolgono i nostri in pedinamenti, appostamenti, investigazioni fai da te, ricerche continue di conferme e rifugio estremo nei consigli astrologici.

Si affrontano, così, l’infedeltà, la solitudine e la gelosia con un approccio assolutamente personale ma particolarmente attento, che evidenzia ogni sfaccettatura di questa paradossale e conflittuale relazione a tre.

Loro sono dei musicisti che vivono negli anni ’80, quindi la musica di sottofondo ci accompagnerà in questo viaggio nel loro amore alternativo, turbolento e sofferto, con di brani conosciuti del periodo, quelli di George Michael, Michael Jackson, i Beatles… alcuni sapientemente rielaborati e particolarmente godibili nella nuova versione.

Il punto di forza dello spettacolo è l’idea di inserire, in quella che sembra una classica commedia, tutto ciò che il teatro può offrire nella sua massima espressione, elevandolo all’ennesima potenza. Una visione senza limiti a trecentosessanta gradi di quello che è il teatro nel suo insieme, attraverso l’attento sguardo di un esperto del settore come Patrizio che ne estrae il succo e lo rielabora suo modo.

Nel testo c’è tanta umanità e voglia di amare, ma si avverte anche la paura di lasciarsi andare in un forte sentimento perché può ferire e far soffrire.

Allora la scelta è quella rimanere a cavallo delle situazioni senza scegliere mai definitivamente una posizione, così come spesso accade nella vita.

Tante le situazioni divertenti e paradossali, le folli sedute “tandem” dallo psicologo con dialoghi esplosivi, continui ed interminabili botta e risposta efficacissimi tra i tre in cui a turno, sempre in due, vestono i panni dell’analista come per rappresentare due punti di vista diversi della terapia, anche questa traballante; l’intelligente e divertente trovata di rappresentare un rapporto sessuale, in maniera assolutamente casta ma al contempo esilarante;

il suggestivo modo di dare sfogo ai pensieri, che si materializzano in efficaci monologhi dei tre artisti che equivalendosi, danno spazio ad ogni personaggio in cui spicca e viene esaltato l’alter ego libero di dare sfogo ai suoi pensieri più intimi.

Tutto è supportato da una brillante e coinvolgente colonna sonora, coadiuvata dall’ottimo uso delle luci che fa risaltare ogni scena, in una scenografia essenziale ma perfetta: un letto che diviene automobile, luogo di incontro e di scontro; che divide e che unisce, rifugio, ma anche trappola. utto orbita intorno a lui, perché il talamo rappresenta il luogo adibito alla coppia, ai sentimenti profondi, all’intimità, alla fedeltà. Un luogo che protegge, in cui ci si ama, ma che qui ospita stavolta insolitamente un triangolo.

Assistiamo a sketch dinamici e iperveloci in cui i protagonisti si raccontano, si confrontano e si scontrano tra loro, palesando il loro Io interiore in momenti di riuscita e profonda riflessione, ispirati e virtuosi assoli. Momenti che mettono a nudo non solo i caratteri dei personaggi, ma anche quelli di tutto il genere umano, assillato dal desiderio di essere amato e di amare, anche quando non ne esistono i presupposti. Proprio come in questo caso.

Sì, perché Beatrice veste i panni di una donna persa tra dubbi ed incertezze, incapace di portare avanti una sana relazione, che si rapporta con superficialità ai suoi compagni. È fragile, immatura e allora sfugge al suo rapporto con l’emotività. Come un’ape laboriosa e mai paga, passa di fiore in fiore suggendo quello che può per nutrirsi di un amore che in fondo la spaventa.

Davide sembra accettare questa situazione consapevolmente, e veste la figura di amante e al contempo di uomo tradito. Patrizio, invece, ne soffre fortemente e la sua ferita si riapre ad ogni nuovo tradimento di lei.

Ma come in ogni amore malato, da succube non riesce a staccarsene. Il classico triangolo dalle dinamiche già conosciute, ma che certamente non avete mai visto raccontate ed interpretate in questa chiave e soprattutto con questa classe.

Uno spettacolo difficile, complicato, ricco di sfumature a volte inafferrabile, tanto sono numerose e complicate, che “aggrediscono” lo spettatore. Uno spettacolo che meriterebbe di essere rivisto per coglierne ed assaporarne ogni momento che può essere sfuggito. Una proposta teatrale sopraffine, profonda ed intelligente, che accarezza e sfrutta magistralmente tutti i diversi linguaggi e stili utilizzati dal teatro per fonderli e concentrarli sapientemente in un’unica, efficace essenza. Direi che l’eccesso è la regola, in questa fantastica proposta.

Patrizio, Beatrice e Davide hanno messo in campo una sfida con sé stessi e con il pubblico, regalandoci un lavoro originale, innovativo e travolgente che non credo abbia prodotti simili con cui confrontarsi.

Credo siano poche le menti così aperte e geniali in grado di scrivere qualcosa del genere, qualcosa che riesce a sfociare anche nel teatro dell’assurdo pur rimanendo con i piedi per terra, senza sconfinare e cadere nella trappola di una proposta troppo ingegnosa ed acuta ma alla fine per pochi intimi.

Patrizio riesce a farci assaggiare e gustare ogni passaggio con rapide escursioni oltre i confini conosciuti, per poi rientrare al momento giusto e recuperare lo spettatore che è lì lí per perdersi. In questo è maestro.

Certo, si fa fatica a stare dietro a tutte le sue geniali trovate, ai repentini cambi di situazione, ai drastici mutamenti degli stati d’animo dei tre. Patrizio decide di far parlare non sono le persone ma soprattutto gli animi, i sentimenti, le parti più recondite dell’Io; questo è il punto di forza e quella forte dose di assurdo nella sua opera.

I tre artisti sulla scena sono perfetti, cronometrici ma soprattutto travolgenti, realistici ed impareggiabili.

Spettacolo semplicemente geniale! Cast magnifico!

Scrivi a: redazione@viviroma.tv
Share.

Leave A Reply

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com