“La signorina Papillon”

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Teatro De Setvi
(Nel paese dei brutti sogni)
di Stefano Benni
Regia di Piero Di Blasio

Ludovica Di Donato, Mauro Conte, Valeria Monetti e Piero Di Blasio

La commedia è conosciuta come una delle più divertenti scritte da Stefano Benni, ed effettivamente lo è davvero. È ambientata, a giudicare dai costumi molto appariscenti e deliziosi, intorno alla fine dell’ ‘800, vista la presenza nella scenografia della Torre Eiffel, costruita alla fine di quel secolo.

La scrittura vuole essere esplicitamente critica nei confronti della società dell’epoca, ma anche di quella moderna, seppure in modo velato.

Anche i personaggi si esprimono con atteggiamenti riconducibili inequivocabilmente a quell’epoca, ma anche con rapide incursioni verbali dell’età moderna.

Il tocco geniale sta proprio nel saper contaminare con gusto, attraverso rapide locuzioni e gestualità comiche dei nostri tempi, l’atmosfera caratteristica del secolo senza però distruggerla, anzi vivacizzandola con gusto. Questi irresistibili ed impeccabili artisti strappano sempre applausi e risate.

Travolgenti ed esilaranti quando volutamente sbagliano le entrate, aiutati dalla complicità delle luci, che interrompono efficacemente ed irriverentemente la storia, conferendole ancora di più una geniale comicità al limite della demenzialità più intelligente.

Vidi questa proposta in un piccolo teatro più di un anno fa e ne rimasi estasiato, mi divertii moltissimo, apprezzando molto sia la scrittura che il portentoso e avvincente cast.

Lo spettacolo è chiaramente impegnativo, con i suoi forsennati ed incalzanti ritmi, e loro non sbagliano una mossa. Creano una divertente confusione in cui sembrano perdersi, senza però perdere mai una battuta. Affiatatissimi e professionali oltre ogni immaginazione, ci propongono dei personaggi piuttosto diversi tra loro.

Rose (una magnifica e deliziosa Valeria) è un ingenua dall’animo puro, amante delle rose e collezionatrice di farfalle; alterna la sua dolce infantilità a momenti di esuberante spregiudicatezza, espressi dalle grandi capacità recitative di Valeria, che dopo questo spettacolo ho seguito ed imparato ad apprezzare in ogni sua sfumatura.

Marie Luise (un’ irrefrenabile Ludovica) al contrario è una donna lussuriosa, subdola ed ambiziosa che si contorna di amanti importanti. Anche lei è una mia vecchia conoscenza, un’artista a tutto campo ricca di personalità e poliedricità.

Millet (un travolgente Mauro), poeta da strapazzo più legato all’apparenza che non all’arte della poesia e Armand (Piero), che invece è un individuo deliziosamente spregevole ed ambiguo; apparentemente altruista, appare militarmente impostato. Crede solo in un onore, quello personale e perciò alquanto discutibile. Anche loro sono assolutamente irresistibili e tutti insieme divengono una miscela esplosiva per una serata che ricorderete. Pensate che anche dopo averli visti, riescono ancora a divertirmi!

I tre marpioni vogliono sviare la povera Rose, corromperla, addirittura ucciderla, ognuno attraverso un suo espediente. Insieme formano una divertente e mefistofelica associazione a delinquere che ha come scopo quello di sottrarle i suoi beni. Tutto però prende i contorni di quello che è a metà strada tra un sogno e un incubo, o forse una surreale realtà; ma questo lo lascio capire o interpretare a voi. Qui si sfiorano i confini tra genialità e demenzialità che lascia in bilico lo spettatore fino all’epilogo, in quella che sembra una realtà onirico-realistica.

Già dalle prime battute, un anno fa capii di essere al cospetto di un cast di indubbio valore, affiatato e in grado, come dimostrò, di esaltare la pièce. Immaginate dopo un anno di esperienza cosa sono capaci di fare insieme…

Nonostante si tratti di una commedia profondamente comica, era chiaro già dai primi scambi quanto fosse faticosa, impegnativa e complessa. Come al solito in occasioni come questa, voglio sottolineare come spesso dietro ad una proposta comica, che al pubblico può sembrare leggera, si nasconda un lavoro certosino ed altamente professionale. Basterebbe un’entrata fuori tempo per far inceppare questo meccanismo perfetto… Invece pensate, riescono anche a fare delle improvvisazioni e con queste non solo divertire il pubblico, ma divertirsi anche loro!

Valeria con Ludovica creano una forte sinergia al femminile che esalta a fa spiccare i ruoli femminili. Due personaggi in antitesi che si completano e che danno forza alla scrittura. Dolce e infantile Valeria, cozza con una Ludovica arcigna ed arrivista. Insieme esprimono due caratteri così diversi ma ben incastrati tra loro e assolutamente riusciti. Due grandi interpreti femminili che si passano la palla come dei grandi goleador più propensi a dare spettacolo e divertire chi è sugli spalti con la loro classe e padronanza che preoccupati di segnare il loro immancabile gol.

Così, il personaggio intrigante, arrivista ed esuberante di Marie Luise si amalgama bene con quello imbarazzato e un po’ goffo di Rose, in un perfetto equilibrio. Entrambe inseriscono battute assolutamente vincenti ed efficaci.

papillonPiero sembra divertirsi sempre sulla scena. Nel suo sorriso criptico c’è un misto tra il ghigno provocatorio e quello beffardo. Il suo aspetto è mutevole: artificiosamente duro e al contempo smielato, nasconde la soddisfazione di un giocatore d’azzardo che sa di avere in mano un poker servito di mirabili artisti, consapevole che il suo spettacolo trascinante e divertente piacerà al pubblico.

Anche Mauro ha molte sfaccettature. Si cala ottimamente nel suo personaggio ambiguo dal carattere sfuggente, che cerca di imporsi e di spiccare nonostante le capacità si rivelino subito comicamente mediocri. Anche lui gioca benissimo con quei saliscendi che riempiono la commedia e che caratterizzano tutti i personaggi. Dà un forte impulso al suo ruolo rendendo esageratamente improbabile ma divertente il suo personaggio.

La commedia è sicuramente ben scritta, vincente. Questi attori hanno saputo sfruttare appieno la sceneggiatura, farla vivere, anzi esplodere coinvolgendo la platea che ha dimostrato di aver oltremodo apprezzato storia e performance.

La scrittura è pensata per distrarre con la sua comicità lo spettatore che, se attento, si accorgerà di quanto sia intricata e complessa. Nonostante le numerose e riuscitissime battute, rimane inalterato quel sapore di mistero ed intrigo che fa da sottofondo.

Assolutamente da vedere! Anzi, da rivedere!

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