“L’Ispettore Drake e il delitto perfetto”

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TEATROVID-19 il teatro ai tempi del Corona e oltre

Teatro degli Audaci
di David Tristram

regia di Flavio De Paola

con Flavio De Paola, Emiliano Ottaviani, Ilario Crudetti, Serena Renzi, Valentina Mauro

Stasera agli Audaci sono di scena l’ispettore Drake e il suo aiutante Plod in una sorta di parodia dei più noti Sherlock Holmes e dottor Watson.

I due si trovano davanti ad uno dei misteri più intricati e complessi della carriera: devono scoprire chi è il misterioso ad ambiguo dottor Short e se è stato lui a uccidere la sua quarta moglie oppure lei ad uccidere lui, e devono anche scoprire chi è la vera sorella tra le due che si contendono il posto…

Insomma, incontreremo una pletora di personaggi assurdi, paradossali ed ambigui come le situazioni che li coinvolgeranno, tra misteri esilaranti che la coppia cercherà di risolvere. I personaggi insieme sono buffissimi: incompetenti e goffi, ma essenziali per dare vita ad una strepitosa commedia dal sapore inglese ricca di sorprese gag e tanti colpi di scena.

Credo che Flavio De Paola abbia trovato il giusto trend assieme alla sua compagnia degli Audaci. Non è la prima né sarà l’ultima volta che propone commedie importate dalla terra d’Albione deliziosamente adattate per il pubblico italiano.

Infatti, tutte le sue proposte, che non mi sono fatto sfuggire, mantengono il tipico humor inglese convincendo e divertendo il pubblico grazie all’ inserimento di una originale comicità italiana. Stasera l’ennesima conferma con questo spettacolo già proposto con successo nella notte di capodanno in una sala gremita e visivamente divertita.

Il sipario è ancora chiuso, si sentono i passi degli attori scricchiolare trepidanti sul palco, le luci si spengono. Eccoli!

Rupert Short (Ilario) nella prima scena, in una penombra che rivedremo riproposta efficacemente dal bravo tecnico delle luci, sembra proprio che stia per uccidere la moglie… Nella scena successiva, però, Rupert chiama la polizia per denunciare la scomparsa della donna. È in cerca di un alibi, o prova a depistare le indagini? Dunque arriva il sergente Plod (Emiliano) che chiamerà l’ispettore Drake (Flavio) per convincerlo a cercare la moglie “scomparsa”.

Arriverà poi in casa la pimpante sorella Sabrina (Serena), seguita da un’altra donna che si spaccia anche lei per Sabrina (Valentina). Il mistero si infittisce perché dopo la scomparsa della moglie, dal sergente viene trovato morto il signor Rupert, che però poi stranamente riappare! Intanto, le due donne continuano a litigare per appropriarsi del ruolo di sorella, facendo impazzire i due tutori dell’ordine. E siamo solo al primo atto!

La commedia, avrete capito, è ricca di fraintendimenti, battute demenziali, fatti improbabili, una fiera dell’assurdo insomma. Gli attori sono molto divertenti, rimangono impassibili e seri difronte a situazioni al limite del possibile, mentre sentenziano a raffica sciocchezze e amenità esilaranti.

Quello che mi piace delle commedie che propone Flavio è l’aggiunta del suo ingrediente segreto che rende digeribile ed assimilabile le parti più spigolose del gusto britannico, rendendo tutto irresistibile.

Il resto lo fanno gli attori con le loro espressioni, le gestualità plateali ed esagerate, gli atteggiamenti e le voci forzatamente alterate ricche di uscite comiche ma non scadenti, anzi dosate fino ad arrivare al limite del possibile senza scadere mai nell’esagerazione fine a se stessa. I costumi spiccano, mentre le parrucche donano quel tocco che personalizza il personaggio di Ilario, con una capigliatura improbabile, ma soprattutto le due donne.

Quello che mi ha colpito delle due ragazze è che nonostante le parrucche e gli atteggiamenti veramente buffi (Serena ad ogni ingresso presenta un trucco sempre più sbafato e colato), riescono a mantenere il loro fascino femminile immutato, cosa da non prendere sotto gamba. Questo gli permette di giocare con la loro forte recitazione su due piani ben distinti: quello comico e quello sensuale, così da risultare assolutamente credibili quando insidieranno il povero commissario mantenendo il loro sex appeal e facendo funzionare ancora di più gli stravaganti corteggiamenti.

La scenografia è deliziosa: la testa del cinghiale (di peluche) appesa al muro, preda di caccia di Rupert, è semplicemente fantastica per quanto è buffa e divertente.

All’apertura del sipario, prima che gli attori dicessero qualcosa, già ridevo…

Questa è una di quelle commedie che vanno rappresentate con tempi stretti, da cardiopalma, di quelli che non danno respiro al pubblico. I nostri si impegnano molto in quella giungla di battute e gag rapide e incastri geniali, in quella si rivela una commedia molto impegnativa e faticosa da portare in scena.

Gli attori? L’istrionico Flavio porta in scena un cast affiatato e versatile. Emiliano lo vidi in “Aspettando Godot” proprio al suo fianco, nella parte del servo sottomesso.

Vederlo stasera nei panni del sergente stralunato è stato fantastico perché ritrovavo in lui gli echi lontani di quel personaggio fusi in questo geniale ed irresistibile sergente con il suo forzato e serioso aplomb frammisto ad una grande comicità. Ilario? Neanche a parlarne, è stato progettato, concepito, fatto apposta per queste parti.

Estroso, estroverso, dinamico, esplosivo, sempre simpaticissimo: un personaggio, il personaggio. Serena è un’attrice di cui non finirò mai di tessere le lodi; in qualsiasi veste, riesce sempre a spiccare per bravura, professionalità e personalità. Insieme a Valentina, anche lei piuttosto dinamica, brava, divertente ed espressiva, sono riuscite a creare un’alchimia perfetta, tanto da riuscire a sovrapporsi con i loro ruoli entrando in una tale sintonia da sembrare in alcuni passaggi la stessa persona.

Questo denota non solo uno spiccato affiatamento, ma anche una preparazione attoriale e un’accentuata attenzione alle particolarità.

Alla fine lo spettacolo risulta molto divertente, trascinante, ma con qualche rotellina ancora da sistemare. Conoscendo questi ragazzi, so già che nelle prossime repliche smusseranno quelle piccole imperfezioni appena percettibili.

Da vedere, anzi, per me da rivedere volentieri!

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