“Single(are)”

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TEATROVID-19 il teatro ai tempi del Corona e oltre

Teatro Tor di Nona

Di e con Carlotta Rondana

Regia di Francesca Nunzi

Conobbi Carlotta alcuni anni fa, quando recitò insieme a una sua collega, Viviana Colais, in uno spettacolo molto intenso che mi rimase impresso: “La Storia dello zoo”. Era qui, sempre in questo particolarissimo teatro, in cui campeggiano dipinti a sfondo mitologico molto belli che arricchiscono e colorano la struttura.

Ho rivisto poi recentemente Carlotta in un film delizioso dal titolo “Due fantasmi di troppo” in compagnia di una sua graziosa collega, Enrica Guidi, e di due simpatici pazzoidi: Nunzio Fabrizio Rotondo e Paolo Vita, attori e registi del film. Entrambe stupende e credibili nei panni di due dame fantasma sette/ottocentesche, facevano impazzire i personaggi maschili strappando continue risate.

Carlotta ha anche lavorato con Ferzan Ozpetek e Paolo Sorrentino; è una ballerina professionista di tango argentino ed è laureata in scienze politiche. Ha studiato e lavorato come attrice in Spagna ed ha pubblicato due romanzi: “Molo 23” e “La vertigine, il sogno e il caffè”, oltre a una raccolta di poesie dal titolo “Forse”.

Non ho più avuto modo di vederla, dunque stasera non potevo mancare all’appuntamento con il suo monologo. La regia, peraltro, è di un’attrice e artista che apprezzo molto, Francesca Nunzi, anche lei con una grande esperienza alle spalle tra cui il Laboratorio di arti sceniche diretto da Gigi Proietti, tantissimi spettacoli teatrali e molte apparizioni televisive e cinematografiche, dove ha lavorato con Carlo Verdone, Christian De Sica, Leone Pompucci, Pierfrancesco Pingitore, Nicola Pistoia…

Carlotta ci ospita nella sua casa in una scenografia molto essenziale ma efficace, che però si riempie di lei. L’essenzialità della sua dimora rispecchia proprio il suo carattere. Diretta, schietta, anche un po’ cattivella, sembra portare sulle spalle quella croce che contiene tutti i tabù che la donna ha involontariamente assorbito dalla società nei secoli; ma stasera, in maniera molto ironica e pungente, se ne vuole liberare vomitandola in una concentrazione di battute e punti di vista schietti e veritieri sul maschio e sui suoi comportamenti buffi, ma ahimè assolutamente veri. Un monologo a cavallo tra il cabaret e la stand up comedy che affronta con ironia e crudezza il tema della donna single per scelta, visto cosa la società le offre. Una Eva che non riesce a trovare il suo Adamo in questa giungla di burattini senza carattere con cui è impossibile vivere un rapporto sano.

Carlotta distrugge, attraverso il suo simpatico “tatto”, il mito del sesso forte; per lei non esiste l’uomo alfa, e dunque smonta efficacemente questa figura pezzo per pezzo raccogliendo insieme tutti quei luoghi comuni che lo riguardano; tutti veri, peraltro, con un gusto ed un’ ironia molto personali.

Affronterà molti temi in questo frizzante faccia a faccia con il pubblico; temi che però non affliggono solo il maschio come accade all’inizio del suo sfogo. Questa è la sorpresa che arriva a spettacolo cominciato: per par condicio, anche il genere femminile viene coinvolto. Come non parlare, allora, delle diete, della palestra, della chirurgia estetica… tutte cose riconducibili ad una sorta di asservimento all’ideale maschile che Carlotta vuole rompere, riuscendoci.

Non può, quindi, non criticare le favole con cui siamo cresciuti, con quel principe azzurro ormai sbiadito e piuttosto discutibile superato nel suo cliché ormai demodé e fuori tempo; e poi prendere di petto i suoi di “principi”, ovvero gli ex che sono durati e continuano a durare davvero poco perché insoddisfacenti o perché finiscono tutti per volerla condurre all’altare insieme alle loro fisime. Lei no, non è proprio il tipo; lei è single per scelta, ha bisogno di aria, di libertà, ma anche del buon sesso, che invoca e cerca con passione senza che sia vincolato ad un legame stabile, che poi finisca per svilirlo. Il suo personaggio non è però quello di una femme fatale, e il suo atteggiamento non è superficiale; in fondo, è una donna passionale che ha anche paura di spegnersi impegnandosi definitivamente, o perché nei suoi maschi trova sempre, a ragione, qualcosa che non va. Forse la colpa è anche sua, forse in lei c’è una continua coazione a ripetere, un continuo loop che la porta sempre ad una scelta sbagliata.

singleAffronta dunque con coraggio ed intelligenza il tema della sessualità, attraverso una miscela di serietà e riuscita ironia. Il piacere è, e deve essere, una prerogativa non soltanto maschile. Rompe, così, anche il tabù della donna che cambia spesso il partner senza essere necessariamente etichettata come una poco di buono. La sessualità non necessariamente deve svilupparsi in una coppia legata per la vita, e non per forza deve condurla a generare un figlio o arrivare al matrimonio, secondo quello he è uno schema ricorrente ed imprigionante.

Durante il monologo Carlotta ne ha anche per le “colleghe” del suo stesso sesso, e non ci va giù piano, tutt’altro. Questo repentino scarto pregno di accuse verso il sesso femminile, rompe anche qui gli schemi del political correct, scelta che devo dire mi è piaciuta molto, perché ristabilizza e bilancia il suo spettacolo disorientando lo spettatore.

Anche la donna, alla fine, ha le sue pecche e debolezze e allora perché farsele scappare? Così, quello che sembrava uno sfogo incentrato su di lei e sui suoi rapporti, alla fine si trasforma, si amplia e finisce per inglobare con molta efficacia entrambi i sessi.

Tutto lo spettacolo ha dei ritmi molto serrati che Carlotta riesce a mantenere per un’ora e un quarto, facendo divertire ma anche riflettere. In molti punti la sua recitazione e alcune sue divertenti uscite mi hanno ricordato quelle della grande Francesca Nunzi, ma in Carlotta c’è anche molto altro, tanto. Lei è esuberante, vulcanica, esplosiva, molto espressiva, ironica, sagace e pungente.

All’inizio dello spettacolo ci propone una sorta di introduzione divertendoci con un confronto con il suo Alexo, che altri non è che la parodia di Alexa al maschile. Questa sembra l’unica forma virile a tenerle testa ed il confronto che ne esce è assai esilarante. Dopodiché Carlotta si scatena in un racconto paradossale di scontro – incontro tra i due sessi, riuscendo a far passare entrambi da sciocchi. Carina l’idea di portare in scena due sagome, una maschile e l’altra femmine, a cui lei dà voce e attraverso cui dà vita ad un botta e risposta, e carino anche il puff su cui si rotola per terra, esternando così la sua instabilità emotiva, ma anche riportando alla mente una versione fantozziana al femminile.

singleAllo spettacolo Carlotta dà un’ impronta molto personale con il suo pungente umorismo che nasconde una grande profondità. Il monologo è forsennato, senza respiro, dai ritmi serrati; l’attrice balla, si dimena, si agita, si rotola in terra, ma sempre con un occhio attento a lasciare spazi a momenti di riflessione che danno risalto al suo lavoro. Coinvolge il pubblico con le sue divertenti uscite ridicolizzando i nostri difetti e debolezze, tanto da fare sorridere anche lei quando racconta alcune cose che la riportano inevitabilmente a situazioni realistiche in cui tutti ci siamo imbattuti. Insomma, un’interpretazione bella e divertente in cui possiamo ritrovarci tutti, sia uomini che donne. Tanti gli applausi che hanno fatto commuovere la brava Carlotta durante i saluti finali, e che sicuramente sono serviti per ritemprarla e gratificarla dopo questa prova molto impegnativa.

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