TEATROVID-19 Il teatro ai tempi del Corona (estate con impennata di contagi)

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Così, quasi per caso mi sono trovato a muovermi in due epoche piuttosto lontane tra loro, ma estremamente vicine alla storia della mia città: il Cinquecento e l’Ottocento, il Rinascimento dei Borgia e la Repubblica Romana di Garibaldi.

Che relazione c’è tra loro? Nessuna e tutte. Lontane nel tempo, le vicende sono estremamente diverse. In comune hanno la nostra storia, quella con la “S” maiuscola, fatta di realtà e fatti drammatici con implicazioni umane che l’hanno segnata.

Due epoche che rivivono diventando visite teatralizzate scritte da Luca Basile e portate in scena dai suoi bravi attori, quelli della scuderia “Fenix 1530”. Insieme al tour operator romano “I viaggi di Adriano”, da anni propongono numerosi spettacoli: “Il Marchese del Grillo”, “Aldo Moro”, “Beatrice Cenci”, “Mastro Titta”, “Trilussa”, “Michelangelo”, “Caravaggio”, e tanti altri… Una ventina di interessanti proposte, tutte inscenate nelle vie di Roma, dove i protagonisti hanno vissuto, agito e lasciato il segno. Luca ci intrattiene, ci emoziona e diverte attraverso queste storie che si materializzano davanti ai nostri occhi attraverso un’immaginaria porta del tempo, resa realistica dai costumi e dall’ottima recitazione. Ci sembra di essere testimoni delle vicissitudini, dei pensieri e delle emozioni dei protagonisti. Anni fa rimasi incantato da quello che per me era un nuovo modo di fare spettacolo e cultura, così li avvicinai…

Da lì nacque la mia voglia di scrivere delle loro “imprese”, prima sulla mia bacheca personale di Facebook, poi nella mia nuova pagina, sempre su Facebook, dedicata al teatro, “Il mio teatro – di Riccardo Massaro”; e infine da lì sono approdato su Viviroma .tv, che pubblica regolarmente i miei articoli. Un mondo a cui devo molto, prima di tutto per avermi accolto e poi per avermi dato modo di conoscere in profondità questa realtà e chi ne fa parte.

Persone comuni, con una grande passione, quella del teatro e della recitazione, che a mio avviso meritavano di avere un altro spazio che parlasse di loro e che ne approfondisse la conoscenza. Credo sia giusto che un pubblico più vasto li conosca meglio, che diventi consapevole del loro grande impegno e della loro bravura.

Sia la “Fenix 1530” che “I viaggi di Adriano” hanno creduto molto nel loro progetto, e ci credono ancora. Nonostante lo stop dovuto alla pandemia, sono ancora qui, tra le tante difficoltà che coinvolgono il settore della cultura, per continuare ad emozionare il loro pubblico.

Io? Li ho supportati, dapprima come spettatore, poi come affezionato amico seguendoli e aiutandoli nei sopralluoghi e negli spostamenti per le vie di Roma come fossi del loro staff, infine recitando con loro in alcune piccole parti de “I Borgia e de “La Repubblica Romana”. Ho vissuto gomito a gomito con questa compagnia e l’ esperienza mi ha cresciuto e dato molto. Ho messo a disposizione la mia esperienza decennale di Maestro d’armi e di studioso di oplologia, ritagliandomi un paio di scene d’azione entrate a far parte della sceneggiatura. Gli attori invece mi hanno insegnato a recitare dignitosamente le piccole particine, nelle quali per me è doveroso fare il meglio per senso di responsabilità verso la loro bravura e professionalità.

È tanta la soddisfazione nel sentire il suono degli applausi del pubblico, a cui seppur in minima parte ho contribuito, e di far parte di questa grande famiglia, nonostante io non sia un attore. È bello condividere con tutti anche le difficoltà che di volta in volta si devono fronteggiare per i vicoli di Roma. È bello arrivare a fine della serata, quando gli spettatori soddisfatti applaudono e si avvicinano per complimentarsi, palesando la simpatia per questo o quel personaggio, o sottolineando alcuni passaggi di scene che li hanno colpiti. Vivere dall’altra parte di quella “linea immaginaria” (visto che in strada il palco non c’è) che separa gli artisti dal pubblico e vederla infranta da questa “invasione” affettuosa da parte degli spettatori che, insieme agli attori, diventano unica comunità, è molto emozionante. Tutte le emozioni si mescolano in un caloroso abbraccio in cui ogni barriera cade. Le emozioni di tutti si mescolano tra loro e lasciano i dolci sapori della soddisfazione, del calore umano, della riconoscenza. Sentimenti che danno a questi ragazzi la spinta per andare avanti e la conferma di aver fatto un ottimo lavoro. Un toccasana per dimenticare tutte le mille difficoltà affrontate in questo lavoro.

Io sono tra loro, e pur non essendo uno di loro, mi sento tale; mi sento come una piccola parte di un grande ingranaggio che funziona all’unisono con le altre; una piccola parte appena visibile, appena percettibile, ma che può godere a fine spettacolo di una sua piccola porzione di quell’applauso finale che arriva e guardare il pubblico contento, con soddisfazione.

Di fronte a me non ho più gli attori da applaudire come quando sono in teatro, bensì sono in piedi, accanto a loro. Sono quegli stessi attori che tanto ho applaudito in teatro, o seguito sulle fiction, al cinema o riconosciuto in qualche pubblicità. Oggi ho la fortuna di provare la stessa soddisfazione che provano loro… Se non è una bella esperienza questa…

Gli scatti sono miei e i più belli dei Borgia di Agnese Carinci

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