“Trasteverini”

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Teatro 7

Spettacolo di Gianfranco Vergoni
Regia di Fabrizio Angelini
Musiche di Andrea Perrozzi
Testi di Armonioso, Vergoni, Tulli

Con Irene Cedroni, Francesca Cinanni, Valerio De Negri, Emanuele Di Luca, Silvia Di Stefano, Chiara Famiglietti, Roberta Marini, Valentina Naselli, Ilaria Nestovito, Andrea Perrozzi, Brunella Platania, Alessandro Salvatori, Elisabetta Tulli

Regia di Fabrizio Angelini
Liriche di Armonioso, Vergoni, Tulli
Musiche di Andrea Perrozzi

Non sono un appassionato di musica italiana, tantomeno di musical, ma Andrea e Alessandro, due artisti bravi e competenti che seguo con una certa assiduità, hanno un approccio molto personale, magico direi, tanto che riescono sempre ad appassionarmi, qualsiasi sia la loro proposta, dunque anche questa.

Loro si sono incontrati per la prima volta al Teatro Brancaccio di Roma durante le repliche di Jesus Christ Superstar e, diventati profondamente amici, sono ora inseparabili, anche sul lavoro.
Hanno calcato insieme molti palchi italiani con successo e io ne sono testimone, avendoli visti più volte in scena, sono rimasto sempre soddisfatto delle loro proposte.

In questo spettacolo (stasera siamo alla prima al teatro 7), coinvolgono una folta schiera di artisti di valore, di cui alcuni si avvicenderanno tra loro nelle varie serate.

I protagonisti della commedia musicale sono persone comuni, quelle che si incontrano tutti i giorni: un panettiere, un meccanico, un ristoratore, un’universitaria, un imbroglione, una cameriera, uno strozzino… La protagonista è però attraverso di loro la nostra Roma che fa capolino tra i sogni che ognuno di loro spera di realizzare, vivendo la propria realtà con quella semplicità e quella schiettezza tutta romana, uno dei punti efficaci di questa proposta.

Bello e suggestivo l’inizio in cui tutti compaiono dal buio sulle loro sedie mentre parlano confondendo volutamente le loro voci. Alessandro che impersonerà più personaggi, ci presenta in questo originale prologo ognuno di loro.

Tra i vari interpreti, troviamo l’ormai conosciuto e rinomato Andrea Perrozzi che impersona Dario, un trentenne che cerca di vivere con la sua musica suonando nei locali, ai matrimoni o per strada. Ha scelto questa vita un po’ controcorrente ma è felice; un po’ meno i genitori e la sorella Nina (Francesca Cinanni), che invece ha più i piedi per terra, studia infatti all’ università ed ambisce ad un futuro più solido.
Adriana (Brunella Platania), invece, è da sempre la fidanzata di Dario; lavora nel ristorante di famiglia e spera che anche lui si dedichi ad un occupazione più solida. Enrico (Valerio De Negri) è il migliore amico di Dario, proviene da una famiglia disagiata e lavora in un’officina.

I due, durante un’esibizione, vengono avvicinati da un discutibile impresario che vuole lanciarli nel mondo dello spettacolo. Enrico nel proseguo della storia, tanto per aggiungere pepe alle vicende si invaghirà di Gabriella (Elisabetta Tulli), la segretaria dell’impresario; mentre Dario, convincerà Adriana a prestargli tutti i suoi risparmi da dare al lestofante impresario affinché lo lanci verso il successo.
Al contempo Enrico si indebiterà con un usuraio (Mirko, Emanuele Di Luca) per lo stesso motivo. Lo strozzino intanto ha messo gli occhi su Nina cercando di ammaliarla con il suo fascino truffaldino.
Altri due personaggi in scena sono le due amiche di lei, Iva (Roberta Marini) e Sara (Chiara Famiglietti), loro tenteranno di metterla in guardia dall’uomo. La storia già intricata, si complicherà ancora di più, alternando momenti drammatici ad altri più brillanti e divertenti, fino un lieto fine se vogliamo piuttosto particolare…

Il titolo e il tema trattato possono indurre lo spettatore a credere di assistere ad una commedia old oriented, inspirata ad una delle tante già viste. In realtà, anche se nell’aria aleggia lo spirito della romanità, esso è però opportunamente rinnovato ed attualizzato. Ad essere sottolineati sono i desideri e le speranze dei protagonisti, che vivono ed operano in una Roma odierna, più vicina a noi spettatori.

Sogni, amicizia, famiglia e amore sono la roccaforte di questa proposta, insieme cercano di resistere come dei frangiflutti alle onde delle difficoltà, degli interessi personali, del mero guadagno e della truffa.

La scenografia è essenziale, la regia è costruita sulle deliziose coreografie di Fabrizio Angelini, capace performer, coreografo e regista, che dopo aver fatto parte del corpo di ballo dell’Opera di Roma e del San Carlo di Napoli, ha partecipato a numerosi spettacoli musicali e non, approda qui insieme ad un valido gruppo di artisti che emozionano e accompagnano la platea in questo piacevole viaggio attraverso i sentimenti dei protagonisti.
I personaggi risultano efficaci e realistici, le canzoni belle, ma soprattutto ben interpretate e cantate da voci capaci.

Si aggiungeranno alternandosi nelle prossime serate: Irene Cedroni (Gabriella), Silvia Di Stefano (Adriana), Ilaria Nestovito (Nina) e Valentina Naselli (Sarà)

Interessante è il ruolo di Alessandro Salvatori, voce narrante (Centovoci) che accompagna la storia come fosse un demiurgo, e che dà vita attraverso a continui travestimenti a numerose altre presenze, efficaci per lo svolgimento delle vicende.

Tra loro, altra mia conoscenza, è Elisabetta Tulli, apprezzata in “Ben Hur” con i già citati Alessandro ed Andrea. Brava attrice, stasera dimostra anche le sue capacità canore, ha una voce stupenda che spicca e si fa notare, potente e al contempo delicata, sempre ben modulata.

Nove attori che pur rimanendo quasi sempre in scena, non creano mai confusione, mantenendo invece elegantemente il loro spazio, spiccano al momento giusto con il loro carattere e la loro umanità, riuscendo attraverso la bella recitazione a toccare il pubblico nell’intimo.

Riconosco anche in questa proposta l’imprinting di Andrea ed Alessandro che sanno creare sempre spettacolo e coinvolgere la platea. Non da meno il resto dell’ottimo cast. Bello come tutti indistintamente intersecano tra loro le voci dando vita a bellissimi cori che portano avanti la storia, una melodia continua.
Tutti cantano senza microfono e questa è una scelta coraggiosa che va sottolineata e che ci permette di godere della personalità vocale di ognuno, senza artificiosi filtri ed effetti che altererebbero quella naturalità e semplicità di cui questa proposta spicca. Lo spettacolo è bello, delicato e profondo, ci si perde nelle soavi melodie che i nostri propongono e nelle vicende umane.
Il pubblico apprezza, ride, applaude, segue i brani e si fa cullare da queste dolci melodie.
Uno spettacolo proposto già da quindici anni, che conferma la sua validità mietendo ancora successi nei teatri in cui viene ospitato.
Non pochi tra il pubblico coloro che sono tornati entusiasti per rivederlo…

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