Le stanzette di Sant’ Ignazio di Loyola

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Per circa due anni, cinquanta persone hanno lavorato al restauro di queste stanze e soprattutto del corridoio affrescato da Andrea del Pozzo.

La dimora fu quella del fondatore dell’Ordine dei gesuiti Inigo Lopez de Loyola, conosciuto da noi con il nome italianizzato di Ignazio da Loyola. Qui il santo trascorse 12 anni della sua vita fino a quando morì il 31 luglio del 1556.

Durante i lavori di restauro sono state scoperte porte e finestre che erano state murate e decorazioni di varie epoche ricoperte da precedenti lavori.

Gli appartamenti del Santo sono posti all’ultimo piano dell’edificio e vennero costruiti da Sant’Ignazio e da Codacio tra il 1543-1544. La costruzione però non era stata ben progettata e resistette fino al 1598, quando la disastrosa inondazione del Tevere ne danneggiò seriamente le fondamenta.

Nel 1599 il Padre Generale Acquaviva insieme al Cardinale Odoardo Farnese, la cui famiglia aveva costruito la chiesa del Gesù, posero la prima pietra dell’attuale Casa Professa. L’architetto gesuita Giovanni De Rosis progettò tutto il complesso a forma di quadrato, che poi i gesuiti usarono come quartier generale fino alla soppressione della compagnia del 1773 e di nuovo nella sua ricostituzione tra il 1814 fino al 1873.

Inigo Lopez de Loyola nacque nel 1491 nella regione basca della Spagna nel 1521. Per ben undici anni fece parte dell’ Armata Reale del re di Spagna. Durante la battaglia di Pamplona contro i franco navarresi venne ferito gravemente da un colpo di artiglieria.

La frattura della gamba a seguito del brutta ferita di guerra, ebbe una lunga convalescenza che Ignazio trascorse nel castello di famiglia. È qui che si avvicinò alla religione ed avvenne la sua conversione. Da ricco e invidiato cortigiano, passò ad essere un umile pellegrino e un povero missionario di Cristo.

Quando poté di nuovo camminare, si recò davanti alla Madonna di Monserrato, dove lasciò la sua spada e i suoi ricchi abiti per prendere quelli di mendicante.

Seppur con difficoltà riuscì ad arrivare a Gerusalemme in pellegrinaggio, senza però coronare il suo sogno di predicatore. Rimandato dalla Terra Santa in Spagna, qui riprese a studiare il latino, ma causa della sua opera di direzione spirituale, venne incarcerato dalla Santa Inquisizione con l’accusa di eresia.

Assolto da tali accuse, si trasferì dunque in Francia, dove radunò intorno a sé un gruppo di compagni, con i quali a Montmartre, fece voto di castità e di povertà per operare finalmente come missionario insieme a loro.

In quel periodo però imperversava la guerra tra Venezia e i turchi, ed era impossibile raggiungere Gerusalemme, così per la seconda volta Ignazio dovette rinunciare alla sua opera di predicatore in quella zona. Cominciò così a predicare in Italia, quando dirigendosi verso l’urbe, sulla via Cassia, ebbe una visione. Cristo si mostrò a lui confessandogli che andando a Roma avrebbe avuto una buona sorte.

Infatti nel 1540 Paolo III nel suo Palazzo Venezia, riconobbe il suo ordine religioso al quale donò poi la cappella di Santa Maria della strada dove lui e i suoi si insediarono.

L’appartamento di 80 metri quadrati di Ignazio invece è a ridosso della bella chiesa del Gesù. Tra le stanze a disposizione vi era una sala d’attesa, un luogo per le attività di segreteria anche usato come stanza da pranzo per accogliere i gesuiti che facevano visita al santo. Poi c’era la sua stanza da letto, dove Ignazio studiava, scriveva, lavorava ascoltava e pregava. Qui sono ancora conservati alcuni suoi oggetti come: quadri, libri, mobilia, vestiti e scarpe. Sia gli infissi che il tetto sono ancora quelli originali.

Il bellissimo corridoio affrescato risale invece al 1680. Frate Andrea del Pozzo fece dei miracoli architettonici. Un esempio?

Le travi del soffitto che sembrano dritte sono in realtà curve, così come molte parti del muro, alla fine del corridoio, la parete della cappella che sembra rientrare, è dipinta su una parete assolutamente piatta per altro in pendenza. Tutta l’architettura presente converge poi verso il centro della sala. Si tratta veramente di un capolavoro di architettura.

Sulle pareti tra le varie raffigurazioni, c’è la Beatitudine di Sant’Ignazio, alcune scene dei miracoli compiuti dal santo, lo Splendore celestiale, affrescato sul soffitto, e sparsi tutti intorno si trovano dei medaglioni monocromi che ritraggono i primi gesuiti dell’ordine. Al centro della parete invece c’è il gruppo della Sacra famiglia.

Nel 1667 frate Giacomo Cortese aggiunse dei dipinti nelle nicchie delle finestre, raffiguranti delle scene di vita che riguardano Sant’Ignazio.

La visita in questo luogo semisconosciuto vi lascerà a bocca aperta…

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