Intervista a Massimo Ceccovecchi

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esclusivaÈ un simpatico artista fiorentino, un talento naturale dell’improvvisazione. Oltre che attore, insegna anche quest’ arte grazie alla sua esperienza trentennale. Tempo fa lessi una sua riflessione, di cui riporto a seguito il link:

https://www.facebook.com/1312726799/posts/10229972782246307/

per aver più volte proposto un format televisivo sull’improvvisazione e, nonostante i tanti interessamenti mostrati da vari produttori, alla fine i suoi sforzi si sono sempre arenati davanti al timore di questi di investire su un’ idea nuova. Idea che però in America già da tempo viene proposta con successo con il format “Wohse line is it anyway”. Quando finalmente il nostro Massimo sembrava riuscire a coronare il suo sogno, convincendo anche il mitico Marco Baldini alla conduzione dello show e a dimostrare non solo le sue capacità, ma la fattibilità della proposta, Amazon Prime ha acquistato i diritti del programma americano per farne un programma italiano, vanificando i suoi ventennali sforzi. Il programma è “Prova, prova, sa, sa”, con Frank Matano, Maccio Capatonda, Maria Di Biase, Edoardo Ferrario e Aurora Leone. Programma simpatico, indubbiamente, ma che sembra più “improvvisato” che improvvisazione. Non basta, a mio avviso, portare nomi noti in un programma per proporre qualcosa che, credo, sia ben lontano dal format originale. Anche “Today spettacoli & tv” lo ha criticato con fondatezza:

https://www.today.it/media/serie-tv/prova-prova-sa-sa-recensione-serie-comica-amazon-prime-video.html

Massimo, interpellato nello stesso articolo, ha ben espresso la sua perplessità e spiegato cosa sia l’improvvisazione.

Sono qui con lui per parlare di questo e capire, da chi conosce bene l’argomento, cosa sia davvero l’improvvisazione teatrale e cosa non abbia funzionato nel programma, ma anche altro.

massimo ceccovecchiNon basta chiamare nomi noti per costruire un programma che non rispecchia l’originale, ma soprattutto che non presenta la vera l’improvvisazione. Puoi fare chiarezza su questo?

In Italia i maggiori programmi di intrattenimento sono format comprati all’estero. I produttori vedono quali programmi funzionano meglio, ne comprano i diritti e poi li ripropongono alla tv italiana. Prendendo uno dei programmi più visti e riusciti degli ultimi anni, Lol Chi Ride è Fuori, sappiamo che è un format giapponese che ha avuto successo in tutto il mondo ed è stato proposto anche in Italia, sempre da Amazon Prime, con ottimi risultati. Per far funzionare al meglio questi format i produttori si attengono scrupolosamente agli originali, così da ottenere il miglior risultato, poi possono “italianizzarlo” un po’, ma tendenzialmente per farlo rendere al meglio lo si “copia” in tutto e per tutto. Purtroppo questo con Prova Prova Sa Sa non è stato fatto, mi spiego meglio: volete proporre un programma di improvvisazione? Bene, usate degli improvvisatori. Molto semplice. Poi dopo se non dovesse funzionare possiamo prendere tutte le contromisure del caso, ma farlo prima di cominciare è come tirarsi la zappa sui piedi. Il format americano ha ottenuto consensi e ascolti fatto da improvvisatori? Perfetto, perché non riproporre in Italia la stessa formula? Mi piacerebbe veramente fare questa domanda ai produttori per capire cosa gli abbia portati a proporre un qualcosa di diverso da quello che hanno comprato. Sarebbe come se Amazon volesse proporre un programma sulla “pizza” e fa fare il programma a dei pasticceri. Si parte già con il piede sbagliato. Io non ho niente contro gli attori di PPSS, ci mancherebbe altro, anzi, li conosco e nel loro campo ritengo siano professionisti preparati che sanno il fatto loro, ma in un programma di improvvisazione hanno un po’ faticato.

Ci parli di te, della tua formazione artistica, delle tue esperienze e collaborazioni?

Ho iniziato a fare improvvisazione 33 anni fa a Firenze grazie ai Match d’improvvisazione Teatrale e da li non ho più smesso. Andai a vedere uno spettacolo e rimasi folgorato, dissi subito che quella sarebbe stata la mia professione e cosi è stato. Mi sono formato con i più bravi improvvisatori nazionali ed esteri diventando a mia volta insegnante. Mi sono specializzato nella formazione aziendale, sempre grazie all’improvvisazione teatrale e insegno in varie scuole nazionali e all’Accademia Laboratorio di Arti Sceniche diretta da Massimiliano Bruno. Adesso ho iniziato a collaborare con Marco Baldini, storica spalla di Fiorello, e spero da qui a breve di portare in radio un programma proprio con lui.

massimo ceccovecchiCos’è l’improvvisazione? Come nasce?
Si dice che l’improvvisazione teatrale sia una forma di teatro dove gli attori non hanno testo, scenografia e costumi e dove tutto ciò che esprimono nasca in quell’istante. Vero, tutto vero ma io penso che l’improvvisazione teatrale sia molto, molto di più. Per me l’improvvisazione teatrale è un meraviglioso ossimoro io definisco l’improvvisazione teatrale “un istinto razionale”. Quando si improvvisa si agisce istintivamente ma in quell’istante esprimiamo esattamente la nostra scelta, l’idea giusta, quella che riteniamo al momento la migliore e questo ci porta costantemente ad agire in maniera istintivamente razionale o razionalmente istintiva. Nel mondo dell’ improvvisazione non esiste l’errore, lo sbaglio ma esistono opportunità di vedere le cose da un’angolazione differente, quindi partendo da questo assunto, la tua prima reazione in scena sarà sempre quella giusta. Da dove parte l’improvvisazione? Beh, qui dovremmo prenderci più tempo per rispondere, ne abbiamo traccia già nell’antica Grecia con Aristofane e Plauto, passando dalla Commedia dell’Arte fino ad arrivare alla fine degli anni 80 con i Match D’improvvisazione Teatrale. Ma nel mezzo c’è, ovviamente tantissimo altro.

Tempo fa rimasi molto colpito dal tuo sfogo, poi uscì il commento di Angela D’Onofrio,

https://www.facebook.com/1566416699/posts/pfbid02tuRPnCYkEgw8kMaMUWZH6sHvBUZ8hNvUUvVXxtTb4msXRV1Cs7Z1MLEgiW8amMT9l/?app=fbl

peraltro tua collega di comicità, che mi riportò immediatamente alla mente il tuo. Vuoi spiegare di cosa parlo ed il tuo punto di vista?

Nella mia trentennale carriera con l’improvvisazione teatrale ho fatto tre numeri zero del format Whose Line Is It Anyway. Tre produttori che mettendo soldi a fondo perduto hanno investito tempo e denaro per portare l’improvvisazione in televisione. Si sono lasciati affascinare da questa meravigliosa arte e insieme a me e ai miei colleghi, hanno creduto in questa opportunità. Purtroppo ci siamo scontrati con lo scetticismo e i meccanismi delle produzioni televisive italiane e siamo sempre rimasti al palo. In Italia se non fai parte del giro e vuoi proporre un programma in Tv, devi portare il prodotto finito, ovvero tutte le puntate registrate come se dovessero andare in onda ma senza la certezza che questo accada, quindi i “miei” produttori avrebbero dovuto registrare 8/10/12 puntate, con relative spese, senza avere la certezza e la garanzia di rientrare dei soldi investiti. Ovviamente un’impresa improponibile. Poi quando sembrava che avessi bypassato tutto questo, avevo trovato un’emittente con studi, mezzi e operatori che aveva sposato il progetto, con Marco Baldini alla conduzione, ecco che arriva Amazon Prime a interrompere questo sogno. La cosa atroce è che hanno fatto la conferenza stampa il pomeriggio prima del nostro numero zero. Una beffa terribile,

massimo ceccovecchiPrima della tua esibizione ai “Nuovi tragici” presentato e diretto da Pietro De Silva, credevo che l’improvvisazione fosse una dote in più. Mi spiego: un attore sbaglia una battuta ed esce dall’ impasse improvvisando. Oppure si trova in una situazione anomala, fuori dal copione, e grazie alle sue capacità la gestisce improvvisando. Ma che l’improvvisazione potesse essere usata per fare spettacolo… era per me impensabile!

Anni fa conobbi Pier Paolo Pederzini, il “Rimattore”; bastava che gli si dicesse il proprio nome per fargli tirare fuori sul momento dei discorsi in rima in cui imbrigliava il malcapitato, con tanto divertimento dei presenti. Un artista dalle grandi capacità. Poi ti vidi in quello spettacolo, chiedesti delle parole a caso al pubblico e, una volta annotate, le usasti per inventare una storia molto divertente che suscitò stupore, risate ed applausi.

Ma quella dell’improvvisazione è una dote innata? O si apprende coltivandola con fatica e sviluppandola con impegno e passione?

Noi diciamo sempre che l’improvvisazione non si improvvisa ma si studia. Io dico di provare perche nessuno conosce realmente le proprie potenzialità finche non prova. Poi piano piano troverai le tue caratteristiche in scena, affinerai le tue potenzialità, ne scoprirai delle nuove, ma se non studi non lo saprai mai. Inoltre per essere un bravo improvvisatore devi comunque studiare anche altre discipline. Canto, ballo, clown, mimo, danza, musica e via dicendo, più studi e piu sei completo.

Non conosco a fondo questa realtà. Oltre a te ci sono altri attori che si dedicano a questa specialità?

Certo, in Italia c’è un vero e proprio movimento di improvvisatori, ci sono associazioni e realtà in moltissime città italiane. Io ad esempio sono socio fondatore e insegnante della scuola più “anziana” di Roma, l’associazione Verbavolant

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Come dicevo prima spero di fare il prima possibile un programma in radio con Marco Baldini, poi sto approfondendo la formazione aziendale, attualmente insieme alla mia amica psicologa Luigina Sgarro stiamo portando avanti un progetto con la SNA (Scuola della Pubblica Amministrazione) molto importante, infine ultimo ma non ultimo, non ho perso la speranza di portare in televisione l’improvvisazione teatrale.

massimo ceccovecchiUna domanda provocatoria: quanto quello che sembra essere un flop di “Prova, prova, sa, sa”, potrebbe invece trasformarsi in una grande occasione per te e i tuoi colleghi dell’improvvisazione ?

Diciamo che non ne ho la più pallida idea. Non saprei proprio come le persone che non conoscono l’improvvisazione possano vedere, nel programma, una possibilità di imparare questa meravigliosa arte. Diciamo che questo lo dirà il tempo.

Come si può fare per far conoscere al grande pubblico l’arte dell’improvvisazione?

Ovviamente il mezzo più veloce, rapido, di grande portata rimane la televisione. Prova Prova Sa Sa poteva essere una grandissima occasione e una meravigliosa opportunità, però a mio avviso, non è stata colta, anzi, mi auguro e spero che non faccia il opposto

Perché una persona che non ti conosce dovrebbe venire a vederti? Insomma, cosa si perderebbe chi non lo facesse?

L’improvvisazione porta leggerezza, freschezza, novità, buon umore, complicità, passione, euforia, basti pensare che la parola che sento dire più spessa ad una persona che vede uno spettacolo d’improvvisazione la prima volta è: “FOLGORATO”.
Ecco, se non vuoi perderti tutto questo devi venire assolutamente a vederci!

Spero che questa chiacchierata abbia dato qualche informazione in più a chi era digiuno su questa realtà, o che quantomeno lo abbia incuriosito. Ora non ci rimane che seguire Massimo dal vivo!

Scrivi a: redazione@viviroma.tv
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