Antonio Albanese “Cetto La Qualunque oggi non sarebbe un moderato”

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Tra i prossimi impegni “100 Domeniche”, film drammatico in uscita a novembre, e “Un mondo a parte”, atteso a febbraio 2024, diretto da Riccardo Milani

“Io mi vergogno ogni volta che interpreto Cetto La Qualunque perché è una somma di orrori, eppure se pensiamo alla politica di oggi Cetto è un gesuita, un moderato. Ma si può dire che io sto alla politica come Polifemo sta allo strabismo, come Formigoni sta al Kamasutra”, Antonio Albanese ospite del Giffoni Film Festival è stato accolto dai giovani giurati con standing ovation ed entusiasmo e, tra racconti di vita umana e professionale, non risparmia riflessioni più profonde soffermandosi su uno dei personaggi più amati della sua carriera.

“Ero completamente estraneo al mondo della politica. Da ragazzo a Milano, ho iniziato a frequentare i comizi e ne ho viste di tutti i colori. Ho sentito dire “Sarò leale e circonciso” da un politico che poi è diventato Senatore. Un altro si è presentato con una foto della moglie del candidato avversario e ha detto “Questa è una ‘bottana’, non potete votare un cornuto”, e poi ha vinto”. “Ma non c’è nessun riferimento preciso, Cetto è un insieme di brutture, non un’imitazione.

E’ un personaggio che esiste ovunque, non solo in Calabria. E’ quella politica malvagia, improvvisata” ha raccontato ai ragazzi del Festival. “I ricordi dei miei genitori, costretti a lasciare la Sicilia per mangiare, le loro fatiche, ti segnano. E quella politica malsana mi ha fatto venire i brividi. Ho cercato di rappresentarla in maniera ridicola per demolirla. C’è rabbia dietro la costruzione di quella maschera”. E tra ironia e serietà ha aggiunto “Avevo presentato il film al Festival di Berlino e durante la visione nessuno ha riso. Alla fine del film c’è un applauso pazzesco. Dopo il dibattito – perché lì fanno dibattiti per tutto – uno spettatore mi dice ‘Non ho mai visto niente di più drammatico nella mia vita’. E secondo me aveva ragione, è davvero drammatico. E’ stata una bella soddisfazione creare una maschera così”.

Ironia amara e tagliente la sua, “Ma la mia parola d’ordine è il rispetto – ha detto ai giovani di Giffoni – non ho mai avuto problemi con i miei personaggi perché non ho mai descritto o caricaturizzato una singola persona, non ho mai citato nessuno. Neanche quando ho girato la serie “I topi”, in cui parlavo di mafia. Lì ho mostrato l’orrore della mafia, noi attori abbiamo il dovere di far notare determinate cose. L’unico fastidio – ha confidato sorridendo – l’ho avuto con “L’intellettuale di sinistra”, che scambiava Che Guevara con Jovanotti”.

Amante del teatro e della cultura, Albanese ne è un grande sostenitore “Sono convinto che il teatro, come la cultura, siano indispensabili perché aprono la mente. Possono salvare gli esseri umani. La cultura è aggregazione, silenzi, pensiero, è un luogo sacro. La cultura ti dà la forza di convivere con tutti”.

Così come grande è il suo amore per la comicità “La comicità io l’ho scoperta dopo aver recitato Brecht, per caso, in un locale. Frequentavo l’Accademia di Arte drammatica, poi un amico mi ha portato ad uno spettacolo comico a Milano, e lì è scattata la scintilla. Secondo me è una delle forme d’arte più elevate perché è libera.

E’ capace di elevare e sospendere anche i momenti più tristi”. “Ma la comicità ha bisogno anche di tante energie – ha aggiunto – per questo è meglio alternare; il mio prossimo film, ad esempio, è molto duro”. E Giffoni è stata così anche l’occasione per parlare dei suoi prossimi progetti, che virano in altra direzione “A novembre uscirà il mio nuovo film, “100 Domeniche” che ho scritto, diretto e recitato. E’ un film che amo profondamente. Un film drammatico ma necessario, girato a Olginate, nel paesino in cui sono nato, sul lago di Como. Interpreto un operaio che a 59 anni va in pre-pensionamento e perde tutti i suoi soldi per un investimento sbagliato in banca.

Un personaggio che in realtà potrei essere io perché ho iniziato proprio facendo l’operaio”.

A febbraio, invece, sarà diretto ancora una volta da Riccardo Milani, un sodalizio artistico sempre più costruttivo “In “Un mondo a parte” interpreto un maestro elementare. Per farlo ho studiato molto ‘sul campo’, ho incontrato i maestri, li ho visti all’opera insieme agli alunni”, una nuova sfida, ambientata nel Parco Nazionale d’Abruzzo, dove Albanese sarà con Virginia Raffaele.

Ma tra le attrici a lui più vicine c’è sicuramente Paola Cortellesi “Con Paola siamo diventati molto amici, abbiamo fatto insieme tre film (“Come un gatto in tangenziale”, Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia de Morto”, “Mamma o papà?”, ndr). E’ una grande professionista, siamo molto simili, è una stupenda compagna di lavoro”.

E, sul suo percorso ha raccontato “Sono stato molto fortunato perché ho incrociato persone che avevano tante cose da insegnare, non like da esibire.

Penso al direttore dell’accademia Riccardo Palazzi, solo per citarne uno. Guide autorevoli senza le quali non sarei quello che sono oggi”.

Tra i progetti impegni c’è la realizzazione di un suo sogno “Tra 20 giorni vado a Monaco per visitare il museo di Karl Valentin. È stato un satiro incredibile, ha una scrittura capace di rendere felice, mi ha segnato profondamente. Già nel 1920 parlava di ambiente. Un comico meraviglioso, molto raffinato. Il monologo “l’Acquario” di Tingeltangel è straordinario. So che piangerò”.

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Il Gruppo ViviRoma fondato da Massimo Marino nel 1988, nasce come giornale murale per ampliarsi nel tempo in un magazine, TV e WEB.

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