Flash mob: Roma ore 18.00

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Ore 18.00, io per rimanere in tema sto guardando ‘Contagion’, così tanto per tirarmi su il morale.

Spengo la televisione alle 18:05 ed esco in balcone per capire se qualcuno aderirà al flash mob musicale programmato sul web per distrarci da questo triste momento.

Una signora timidamente si sporge dalla ringhiera e urla coraggiosamente : ‘un applauso per questa Italia!…’

Rompe gli indugi:
Stereo accesi inondano le strade vuote con l’inno di Mameli, gente comune con bambini sorridenti batte pentole e urlano inneggiando al coraggio.

Un atto liberatorio che sfoga la frustrazione per i timori del virus che aleggiante come un’ombra funesta si aggira invisibile e vile tra di noi.

Ci scopriamo tutti uguali e tutti egualmente indifesi, tutti potenziali bersagli e veicoli inconsapevoli di questo male.

Ci sentiamo tutti oppressi da questa quarantena che dopo appena qualche giorno già anestetizza i nostri desideri e ci coercizza ad un distacco forzato dagli altri.

flashmobE allora a quel mancato contatto si sopperisce così così dai balconi, salutandoci senza neanche conoscersi, urlando insieme agli altri in solo coro uno sfogo collettivo, perché l’unione fa la forza, una forza che non possediamo per vincere questo morbo, ma che dobbiamo trovare per resistere.

Una resistenza contro un nemico che ci ha invaso, che ha conquistato già qualche vita e ci ha preso in ostaggio con la sua dittatura imponendoci un coprifuoco perpetuo.

L’unica nostra forza è non dargli forza, nonostante queste sbarre siano invisibili ci costringono comunque ad una vita insolita da segregati, siamo in gabbia e già dopo pochi giorni, sentiamo un pulsante bisogno di libertà.

Ben vengano queste manifestazioni spontanee, le uniche catene di Sant’Antonio che via WhatsApp si sono propagate più del virus, una sorta di vaccino piacevole che ci accomuna tutti al nostro incerto futuro, futuro che lascerà strascichi sia demografici ma soprattutto economici.

Ci riscopriamo uniti ed uguali in questa grande catastrofe mondiale.
Grazie anche a tutti coloro che hanno riempito il web di video simpatici per ammorbidire ed esorcizzare questo duro periodo.

Spesso sono gli stessi attori che per primi si sono visti negare il loro diritto al lavoro e che ora si sentono uguali agli altri disoccupati, che cercano però di reagire e regalarci dei sorrisi.

Un sorriso è un toccasana per la depressione, l’apatia, lo sconforto, la rassegnazione e la paura, tutti insieme forse anche più pericolosi della malattia stessa.

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