Rumori fuori scena fino al 1 marzo 2020 al Teatro degli Audaci

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Avevo già assistito a questo spettacolo in un teatro più grande e con un cast differente.

Ora mi trovo a rivederlo con qualche accorgimento e modifica riproposto in un teatro più piccolo, senza però che questo svilisca il valore dell’esibizione.

Credo anzi che vada riconosciuto ai nostri un plauso, perché lo spazio limitato a disposizione ha sicuramente reso più complessa la gestione dell’apparato tecnico.

Una scenografia intera che cambia e viene ribaltata per ben due volte non è cosa da poco, soprattutto se lo spazio a disposizione è limitato e sono gli stessi attori a doverlo fare!

Siamo al Teatro degli Audaci, accogliente teatro di periferia in zona Porta di Roma, voluto e realizzato con sudore, impegno e amore da Flavio De Paola, guarda caso anche instancabile regista, direttore artistico e attore in questa commedia format.

Il cast da lui voluto si avvale dell’immancabile braccio destro Gianluca delle Fontane, sempre al suo fianco nelle avventure teatrali, che nonostante abbia una indubbia personalità recitativa, porta con sé a mio avviso un pizzico di reminiscenza del mai troppo compianto Ugo Tognazzi.

Flavio in scena è il padrone, simpatico e professionale nelle vesti di un personaggio ironico, fa’ gli onori di casa accogliendo il suo pubblico in quella che può reputatsi la sua seconda dimora.

Sapientemente sfrutta tutti i suoi collaboratori sul palco in questa che è un’opera che definirei ginnica oltre che cronometrica.

teatro degli audaciLo spettacolo si basa sul far credere al pubblico di essere al cospetto di un gruppo di attori che non riuscirà mai a portare dignitosamente in scena uno show.

Troppi conflitti interni, troppi problemi personali e interpersonali ne minano (divertentemente) la riuscita.

Lo spettacolo è un’ idea davvero originale: nel primo atto viene proposta una prova generale già di per sé disastrosa e che è un antipasto di ciò che vedremo in seguito.

Attori che sapientemente costruiscono dei personaggi disastrosi, distratti, imbranati ma adorabili.

L’idea geniale viene espressa nel secondo atto, quando viene proposto tutto quello che accade nel backstage mentre lo spettacolo è in corso; ovviamente la scenografia viene completamente capovolta, ricreando ora le quinte del teatro che prima non vedevamo perché eclissate dall’ambiente principale.

Intanto, coinvolti nel retroscena, abbiamo comunque modo di risentire anche quello che accade in scena.

Tutto è riproposto ‘al negativo’: quello che abbiamo visto nel primo atto avviene fuori scena e diventa un sottofondo, mentre davanti al pubblico si palesano tutta la confusione e i bisticci che accadono nel retroscena.

Litigi, oggetti tirati, sberleffi, isterismi, dispetti, un susseguirsi di situazioni tragicomiche divertentissime e continue, che coinvolgono tutti in un esasperato frullato di gag senza fine e senza respiro. E il pubblico gradisce.

Il terzo atto, quello in cui finalmente lo spettacolo va in scena, è completamente stravolto.

La scenografia è ricomposta come nel primo atto e, da spioni impiccioni che la seconda parte ci aveva obbligato a diventare, ci troviamo finalmente ad essere spettatori della Prima serata della commedia.

Neanche a dirlo, tutto questo strappa applausi e risate al pubblico presente. Attori ovviamente scelti da De Paola per le loro innegabili capacità: Ilario Crudetti nei panni di un assonnato e stanchissimo operaio super sfruttato e che di volta in volta è costretto a sopperire alla mancanza di qualche attore che si è perso per strada, di aggiustare la scenografia o fare da inserviente.

Poi troviamo la deliziosa Giorgia Masseroni, nei panni di una sensuale svampita e improbabile attrice di ruolo perché amante del regista.
Un po’ stralunata e con seri problemi visivi, maldestramente perde di continuo le sue lenti a contatto, creando scompiglio tra i suoi colleghi, che sono costretti a camminare come in un campo minato nel timore di calpestare la lente.

Divertentissima quando corre per la scena in biancheria intima mostrando le sue grazie, suscitando però ilarità e divertimento.

Esilarante la governante della casa, che dimentica le battute e le entrate in scena, la simpatica Antonella Rebecchi, che nonostante non sia una giovincella, corre e salta senza remore.

Aurora Sebastiano, anche lei amante in declino del regista, è l’assistente tuttofare della compagnia, sempre impegnata a correre dietro agli imprevisti, a tappare i buchi e a sostituire anche lei gli attori che si perdono o spariscono.

Michele Schena veste invece i panni di un attore alcolista sulla via del declino. Mezzo sordo, fa impazzire gli altri peché capisce sempre fischi per fiaschi; tenuto costantemente sotto il controllo vigile degli altri per il timore che si ubriachi e mandi all’aria tutto.

La coppia marito e moglie formata da Antonio Coppola che, sotto stress, comincia a perdere sangue dal naso. In attrito con De Paola, esce sempre malconcio dagli scontri con lui, che lo maltratta e lo tormenta suscitando il divertimento della platea.

Coadiuvato da una bravissima e portentosa Serena Renzi, paziente compagna di vita di questo divertente soggetto.

Tutti immersi nel proprio personaggio collaborano tra loro come piccoli ingranaggi minuziosamente programmati.

Con la loro bravura ci convincono di essere davanti ad un’improvvisazione continua, rendendo gli imprevisti e i vuoti di memoria degli attori credibili oltre che divertenti.

Uno spettacolo faticoso per chi lo porta in scena, ma che sicuramente regala soddisfazioni a questo gruppo di artisti, una soddisfazione che credo compensi la fatica spesa nel realizzare questo spettacolo.

Un attore è preparato ad imparare una parte, a recitare, ad interpretare, ma abbinare queste sue indiscusse capacità a ad uno sforzo fisico come quello che abbiamo visto, è decisamente un impegno notevole che va riconosciuto ai nostri.

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