(L’arte Povera è diventata troppo ricca)
di Klaus Mondrian
Se la Venere degli Stracci fosse veramente stata incendiata da un clochard (dunque da uno dei due protagonisti dell’opera, la Bellezza Canonica e la Vita Stracciata di Tanti) l’opera di Pistoletto avrebbe superato il mero concetto di rappresentazione per farsi carne creativa.
Peraltro va ricordato che l’opera non e’ affatto nuova, è un ingigantimebto di una istallazione museale del 1967 (55 anni fa).
Se fosse stata distrutta da una bravata social (come si era ipotizzato all’inizio) ovviamente la cosa avrebbe avuto tutt’altro senso.
Ma che quello che la società Canonica considera uno “straccio d’uomo” non veda nulla di Bello nella rappresentazione della sua vita vera ci deve interrogare.
È più importante l’Arte o la Vita?
Entrambi, si può subito dire! Vanno insieme.
Ma se una va molto avanti e l’altra rimane troppo indietro come la mettiamo?
Si può fare Arte, commuoversi di fronte agli stracci venerei, e poi non accorgersi delle persone ridotte a stracci?
Insomma. L’Arte oggi (e sempre) ci consola? Ci lava la coscienza? Ci illude che guardando gli stracci abbiamo vissuto per qualche istante la vita di chi quegli stracci indossa? L’Arte insomma ci fa riflettere. E basta. Dopo la riflessione cosa accade? Se non accade nulla, gli stracci su cui abbiamo filosofato restano stracci?
Non ho una risposta.
Ma mi interrogo sul senso di fare e farsi Arte.
E non posso non farmi domande anche su chi bruciando la bellezza forse ci dice: ci sono anch’io, solo distruggendo i vostri stracci finti vi accorgerete magari di quelli veri.
Lo so è una domanda eterna, ma dobbiamo porcela se non vogliamo ridurre l’Arte (soprattutto quella che illumina la miseria umana) a pura “Bellezza”.
In termini poi meramente artistici il gesto è potente.
Perché Pistoletto è noto per i suoi specchi che imbarazzano chi guarda.
Qui non abbiamo specchi ma un senzatetto che si rispecchia ugualmente.
Gli Autori di quest’Opera per me ora sono 2: Pistoletto e il Clochard!
E anche se la cosa appare vandalica è un atto artistico omeopatico con pochi precedenti.
L’Opera è andata oltre se’ stessa! Nei suoi bassi napoletani. È tornata dove era nata. Come se gli stracci non amassero essere fotografati e andare sulle riviste d’arte. L’orgoglio dello straccio che non si vuole abbellire per il turista giapponese.
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