“Direzione Laurentina”

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TEATROVID-19 Il teatro ai tempi del Corona (verso la fine dello stato di emergenza)

Di Veronica Liberale

Diretto da Pietro De Silva

Con Veronica Liberale, Daniele Antonini, Antonia Di Francesco, Simone Giacinti, Francesca Pausilli, Fatima Ali.

Teatro 7 Off

Nel confortevole ed ospitale Teatro 7 prende vita, partorito dalla brillante mente di Veronica Liberale coadiuvata dalla regia di Pietro de Silva, “Direzione Laurentina”, uno spettacolo tenero e dolce che rispecchia alcuni frammenti sociali della vita romana di tutti i giorni.

Quante volte ci siamo chiesti, mentre distrattamente in metropolitana ci dirigiamo verso la nostra destinazione, che cosa facciano o chi siano le persone che sfioriamo sulle scale mobili o di cui incrociamo gli sguardi nel vagone?

Bene, Veronica Liberale, autrice e protagonista, lo ha fatto. Ha estrapolato dalla folla in viaggio cinque personaggi e, come un dispettoso demiurgo che vuole saggiarne la personalità o forse concedergli un’alternativa, li ha imprigionati in una realtà che riporta alla mente una delle tante vicende mitologiche in cui una capricciosa divinità ellenica gioca con i comuni mortali come fossero marionette tirandone i fili, divertendosi a lasciare loro un po’ di libero arbitrio per saggiarne i comportamenti. Ne viene fuori una sorta di esperimento sociale con una supervisione registica divina che rimane nell’ombra.

I cinque si trovano bloccati sotto terra alla fermata Policlinico, direzione Laurentina, inavvertitamente chiusi dentro a causa di uno sciopero….

Tra loro c’è una madre ed una figlia, Francesca Pausilli nei panni della giovane Immacolata, in evidente stato avanzato di gravidanza, e Antonia Di Francesco nei panni della madre Teresa.

Entrambe sembrano provenire da una borgata di cui portano addosso tutte le problematiche sociali ed emotive. Lei è incinta non si sa di chi, la madre l’accompagna pigramente a fare un controllo medico mentre è alle prese con una forte depressione che la induce, per attirare l’attenzione, a parlare con i morti (beh, se è vero o meno lo scoprirete al teatro).

Nel gruppo c’è anche l’afghano Abused (Simone Giacinti) fuggito dalla sua terra finita nelle mani dei talebani, che sbarca il lunario cantando nella metro, vendendo accendini e lavando i vetri delle auto ai semafori.

Abused (il nome già racchiude il suo triste passato), viene subito pesantemente discriminato da una xenofoba, gretta ed ignorante, ma soprattutto insoddisfatta e sbandata guardia giurata di nome Manolo (Daniele Antonini).

Ciliegina sulla torta è l’avvenente snob che la guardia giurata soprannomina irriverentemente “cicalona”: Benedetta (Veronica Liberale), che si scoprirà in seguito avere un segreto che la ossessiona. La donna, con un atteggiamento da radical chic, snobba il gretto Manolo e, mantenendo le distanze, si schiera a protezione dell’afghano.

Tutti contro tutti, insomma: indifferenza reciproca, offese, provocazioni, velate minacce, addirittura uno scontro fisico che si interromperà per un accidentale colpo di pistola…

I cinque racconteranno, rimanendo sospesi in questo limbo, le proprie dure storie di vita, e così facendo entreranno pian piano nella simpatia del pubblico che comprenderà, dai loro vissuti, il motivo dei loro atteggiamenti e delle spigolosità. Personaggi molto realistici.

Virtualmente seppelliti nel sottosuolo mentre fuori si scatena il diluvio universale che gli impedisce di contattare i soccorsi, sono prigionieri di questa circostanza, costretti loro malgrado a sopportarsi e ad interagire.

Immacolata è inconsapevolmente il deus ex machina del dramma. Attraverso l’inizio delle doglie, sarà lei la chiave di volta che permetterà di creare nell’ eterogeneo gruppo di sbandati uno stato di armonia e comprensione.

laurentinaLa bimba verrà alla luce (o forse è il caso di dire al buio, visto che siamo sottoterra) grazie agli sforzi congiunti di tutti e l’evento permetterà ai nostri di riscattarsi verso loro stessi e gli altri. Una vera e propria seconda opportunità di vita. La situazione infatti è per tutti una sorta di “purgatorio” che permette a ognuno di rinascere come essere umano migliore.

Ma finirà così?…

Bellissimo il monologo di Fatima Ali, che interpreta Laurentina ormai adolescente e ci racconta la sua storia di bambina venuta al mondo grazie al buon cuore di questa famiglia allargata.

Veronica Liberale ha una penna magica: facendoci ridere, ci sbatte in faccia la realtà della società contemporanea dominata spesso dal pregiudizio, dall’indifferenza, dal non saper ascoltare e vedere negli altri quello che di bello c’è. Con una chiave umoristica riesce ad aprire la porta della speranza in un’umanità migliore e lo fa attraverso i suoi personaggi; o forse vuole anche dirci che non siamo ancora pronti per costruirla?

E Laurentina? Forse non nascerà mai, o forse è già tra noi, magari con un altro nome…

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