“I Nasoni raccontano” ottava edizione

Pinterest LinkedIn Tumblr +
Quartiere Pigneto
Un progetto ideato e scritto da Fabio Morgan.

Con Matteo Cirillo, Ilario Crudetti, Lorenzo De Mico, Alessandro Di Somma, Diego Migeni, Giulia Nervi, Francesca Pausilli, Lorenzo Semeraro, Riccardo Viola, Emiliano Morana.
E con Tommaso Di Somma, Anita Farina, Camilla Pujia.
Regia Fabio Morgan.

Direzione di produzione, scene e costumi Alessandra Muschella; aiuto regia Emiliano Morana; organizzazione Gianni Parrella; partner stampa HF4.
Direttore musicale Fabio Cuozzo, Simone Cecconi alla tuba, Berardo Di Mattia alle percussioni, Luigi Mele al clarinetto, Valerio Sbravatti sax tenore, Giulia Vela percussioni, Stefano Xaralli sax contralto.

Dopo aver affascinato oltre 20.000 spettatori negli ultimi anni, tornano “Nasoni raccontano” con questa ottava edizione ricca di nuove storie improntate sul quartiere Pigneto.

I “Nasoni”, per chi non lo sapesse, sono il nomignolo con cui i romani chiamano le fontanelle pubbliche; sono ben 2.500, disseminate dal 1872 ad oggi in tutta la capitale. In queste serate prendono vita per raccontarci le poco conosciute storie di Centocelle, Gordiani, Quadraro, Torpignattara.

Quest’anno il mini tour a piedi interesserà il Pigneto e partirà dal Parco del Torrione, quel mausoleo a pianta circolare che comunemente ed erroneamente veniva chiamato “Tomba di Enea” ma che in realtà è di epoca Augustea e accoglieva i membri della famiglia del primo imperatore romano.

Nel medioevo fu adibito a cantina, ma stasera si presta come punto di accoglienza per lo staff de “La città ideale” e per il pubblico che gratuitamente, previa prenotazione, potrà assistere alla visita teatrale itinerante.

Qui prenderanno vita le storie raccontate da ben tredici attori. Il numeroso pubblico, a cui spesso si unisce qualche ignaro cittadino incuriosito che incappa per caso nell’evento, dovrà seguire un percorso prestabilito che lo porterà in aree predisposte per i racconti. Un plauso particolare va all’organizzazione, che contribuisce alla riuscita della serata.

Conosceremo le storie di persone comuni che spesso si muovono in archi temporali distanti tra loro. L’ottimo cast di attori sarà accompagnato da luci, suoni e costumi studiati per ogni scena. Una bella esperienza che cerco di replicare ogni anno, incuriosito dalle nuove proposte.

Si comincia dunque all’ombra del Torrione con l’immancabile presentazione di Fabio Morgan, che accoglie e informa il pubblico sullo svolgimento della serata.

Ci si sposta poco più in là dove prende vita la prima storia, quella del “Fascista innamorato”, una parodia con Matteo Cirillo in formissima nei panni di una “camicia nera” apparentemente convinta del suo credo. Riccardo Viola è il ”fascista innamorato” che spera, con l’affiliazione al partito, di essere collocato in una nota azienda della zona dove lavora una ragazza di cui è perdutamente innamorato.

I due ci strappano risate ed applausi, ma arriva il momento drammatico con l’ingresso di Diego Migeni, padre dell’innamorato, e di Giulia Nervi, la madre.

Entrambi sono strepitosi nella loro parte alle prese, in seguito, con i due picchiatori Lorenzo Semeraro e Lorenzo De Nico, due novità che si dimostrano amalgamati e all’altezza del cast. Il triste epilogo ci riporta alla memoria storica del tempo e ci sbatte in faccia, senza fronzoli, la cruda realtà dell’epoca.

Quest’anno, invece della solita cassa musicale trasportata dallo staff accompagnare il percorso, troviamo una banda musicale che come un pifferaio magico porta dietro di sé un pubblico appassionato che riempie letteralmente le strade del Pigneto.

La seconda scena prende vita davanti alla chiesa di san Leone I, a Piazzale Prenestino. Troviamo Alessandro Di Somma e il figlio Tommaso insieme alla brillante Francesca Pausilli; poi Ilario Crudetti, Riccardo Viola e Giulia Nervi alle prese con una valigia trafugata ad un tedesco che all’interno contiene documenti scottanti, utili per un eventuale colpo di mano della Resistenza di cui il gruppo fa parte.

Il contesto storico è chiaro: si parla di deportazioni, di Mussolini esautorato, del bombardamento di San Lorenzo e delle aziende della zona come la Viscosa, la Pantanella, la Serono.

Sono nomi e situazioni che ci riportano agli anni bui della guerra da cui San Lorenzo ed il Pigneto sono stati inevitabilmente coinvolti. Il racconto è drammatico quando le donne raccontano dei crolli sotto le bombe dei “Liberatori”.

Brillante il testo, che attraverso uno sfogo, sottolinea la confusione di quegli anni passando per il crollo del fascismo, l’occupazione tedesca e lo sbarco degli Alleati.

Il discorso sulla Resistenza sottolinea come questa si opporrà sempre ad ogni pericolo per il popolo: che sia fascismo, nazismo, comunismo, americanismo.

Ho trovato molto efficace questa parte del testo e, se vogliamo, anche moderna, privata dei soliti luoghi comuni a senso unico.

Si parla di libertà nella sua accezione universale. Immancabile la canzone “Bella ciao” nel finale, da sempre erroneamente associata ai partigiani ma che è e rimane il simbolo della rivolta del popolo contro ogni forma di prevaricazione e controllo.

Giungiamo poi ad una piazzetta dove viene ricreata una di quelle tipiche fraschette dove il popolino si riuniva per giocare a carte e bere del vino. Qui Ilario Crudetti, Alessandro di Somma, Matteo Cirillo, il giovane Lorenzo De Mico e Francesca Pausilli nei panni di una ostessa, parlano dell’imminente arrivo di Pasolini, che vuole girare con loro il film “L’Accattone”.

nasoniGli attori ci propongono uno spaccato molto efficace inserendo battute, bisticci ed atteggiamenti tipici di quel periodo. Povertà e omosessualità sono gli argomenti toccati.

Giungiamo poi ad un parchetto. Dai costumi (sempre attenta la costumista Alessandra Larsen Muschella), siamo inequivocabilmente negli anni ‘70. Troviamo sfiorite e consumate dalla droga due ragazze ormai tossicodipendenti (Camilla Pujia e Alba Tisani), che con i loro atteggiamenti e il modo biascicato di esprimersi, danno ad intendere di essere in crisi di astinenza.

Recitano insieme a Lorenzo De Nico e Lorenzo Semeraro, entrambi nei panni di giovani malviventi. In questa scena Ilario Crudetti si impegna a diventare uno spacciatore di primo livello. Arriva il boss della zona, un arrogante Diego Migeni.

Entrambi sono così perfetti nel loro ruolo da risultare estremamente fastidiosi. I temi affrontati sono chiari: spaccio, tossicodipendenza, prostituzione, criminalità… Un quadretto squallido ben riproposto. Vi aspetta un finale inaspettato dal forte impatto emotivo.

Eccoci arrivati ad un piccolo campo di calcio, sempre accompagnati dalla banda che suona brani conosciuti. Riccardo Viola, nei panni di un marocchino, è il presidente di un’associazione per la tutela degli immigrati, e sta parlando con Matteo Cirillo che interpreta un geometra impacciato che dovrà fare da tramite con due loschi figuri, Diego Migeni e Alessandro Di Somma, due malavitosi del quartiere grezzi, trucidi, coatti ed ignoranti, votati al guadagno facile senza la minima remora di calpestare i diritti altrui.

È una scena che si ripete ad ogni edizione; cambiano le situazioni, i temi affrontati, le battute, ma i personaggi e il succo della storia rimangono quelli. Molto efficace, divertente e… triste.

Si va verso il finale, troviamo delle prostitute a caccia di clienti. Fenomenali Francesca Pausilli, Giulia Nervi e… Diego Migeni ed Emiliano Morana nei panni di due fantastici travestiti. Il gruppetto si lamenta davanti al pubblico e si sfoga contro lo Stato che non tutela i loro diritti, mentre fanno i conti con i bassi guadagni dovuti dall’accanita concorrenza.

Un bel quadretto che presenta la guerra tra poveri e che affronta velatamente il tema dell’immigrazione. Quartetto fantastico, costumi spettacolari. I loro atteggiamenti riescono non solo a colpire ma anche ad imbarazzare, tanto sono veri.

Ultima scena, torniamo di nuovo sul sagrato della chiesa di San Leone I per il gran finale. Riccardo Viola, Matteo Cirillo, Ilario Crudetti, Alessandro e Tommaso Di Somma, Francesca Francesco, Giulia Nervi vorrebbero compiere un colpo che cambierebbe loro la vita, ma tutti insieme sembrano un po’ i protagonisti de ‘Il colpo dei soliti ignoti”.

Nonostante vogliano rapinare i discutibili introiti di un’azienda di slot machine, vere e proprie truffe autorizzate, i nostri si perdono per strada. Finale simpatico con morale. Poi eccoli arrivate tutti insieme sul sagrato per i saluti finali.

Serata piacevole, grazie anche ad un clima mite. Cast impeccabile come sempre, una garanzia! Le new entry non sono state da meno. Insomma, tutti hanno confermato grandi capacità, adattabilità alle situazioni impreviste del teatro di strada e ai camaleontici e continui cambi di personaggio.

La serata ha avuto un’impronta più seria rispetto a quelle del passato; non sono mancate le risate, ma i temi sono stati affrontati con maggiore durezza del solito. La scelta di portare sempre un forte realismo nelle sue proposte è un marchio tipico de “La Città ideale”.

Rivedrei la scena finale, che risulta a mio avviso un po’ dispersiva, e qualche finale che rimane volutamente in sospeso ma che ha lasciato il pubblico un po’ smarrito.

Probabilmente si voleva chiudere queste scene con l’ingresso della banda musicale a distogliere il pubblico dal poetico quadro finale e dagli attori ancora in scena, ma purtroppo (o per fortuna) il grande afflusso di persone ha impedito quest’ effetto. Ciò non toglie che la serata sia ampiamente riuscita ed abbia soddisfatto le aspettative di tutti.

Al prossimo anno!

Scrivi a: redazione@viviroma.tv
Share.

Leave A Reply

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com