“Il fazzoletto di Dostoevskij”

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TEATROVID-19 il teatro ai tempi del Corona e oltre

Teatro Le Salette

Di Giuseppe Manfridi

Regia di Claudio Boccaccini

Con Paolo Perinelli

Il Teatro le Salette è un piccolo e accogliente spazio a due passi da San Pietro e stasera ospita un interessante spettacolo di Paolo Perinelli.

Siamo in un’anticamera con un arredamento essenziale dove si svolgerà il monologo. Un tavolino accoglie una corona di fiori, delle candele e la fotografia di Lizeta, la defunta moglie del protagonista. Quello che era un giovane, adesso è un uomo avanti negli anni che ci racconta di come avesse sedotto Anija, la moglie del vecchio Fedor Dostoevskij. Lui è Pavel Petrovic.

La spiegazione del titolo è presto fatta: Petrovic ci racconta di essersi trovato, in passato, al cospetto di un vecchio morente, Dostoevskij in persona, che nell’ultimo guizzo di vita si impadronisce del suo bel fazzoletto di seta da cui lui a malincuore dovrà separarsi. Solo in seguito rientrerà in possesso del fazzoletto su cui ancora compaiono sbiadite le tracce di quel trapasso. Venderà questa reliquia al servo dello scomparso poeta che desidera averlo.

Un monologo che si muove tra il comico ed il grottesco in cui Pavel si svela, si confida, si pente di alcune cose ma si compiace di altre, davanti a tutti i convenuti giunti per il funerale della giovane moglie.

Comincio con il dire che a me Paolo piace, e tanto. Mi piacciono il suo approccio recitativo, il tono di voce, la presenza scenica, il suo modo di interpretare i personaggi… Quando lo vidi la prima volta sul palco, la sua figura mi metteva soggezione. L’ espressività, il modo di presentarsi, il viso austero, serioso e a tratti altezzoso, distante… al contrario, si rivelò poi essere una persona solare, affabile, molto simpatica e alla mano ma soprattutto un attore di grande qualità che subito ho imparato ad apprezzare.

In questo spettacolo di un’ora e un quarto ci presenta un monologo complesso, difficile, dai tempi serrati, ricco di picchi che riesce a sottolineare con grande maestria incantando e affascinando con la sua invidiabile verve e uno spirito giovanile strabordante di energia sprizzante da tutti i pori.

Tanti gli argomenti toccati in questo raccolta di ricordi che si accavallano ed intrecciano tra loro, raccontati in maniera esaltante.

Paolo sfonda subito la quarta parete ed entra immediatamente in contatto con il suo pubblico scendendo dal palco, coinvolgendolo e trascinandolo con grande entusiasmo.

Interpreta questo personaggio ormai in là con gli anni che ha perso da poco l’amata compagna. Affranto, arrabbiato, addolorato ma anche provocatorio e rancoroso. Sembra essere in cerca di un’ assoluzione per i suoi peccati passati, ma al contempo non pare neanche troppo preoccupato se non dovesse riceverla dal prete presente tra i convenuti. Lui va oltre, interpella direttamente Dio per conferire con lui, in maniera schietta e diretta con l’esuberanza, forse esagerata, che caratterizza Pavel. Sagace, in modo diretto, burbero, estroverso e sempre, sempre provocatorio.

Racconta la sua vita agli spettatori in cui vede parenti ed amici accorsi al capezzale della donna ormai senza vita e li usa per il suo egoistico sfogo personale, quasi dimenticando la sua dolorosa perdita; o forse, attraverso questo intenso discorso, cerca semplicemente di lenire il dolore per la perdita della donna che, pur non volendolo ammettere, ha chiaramente amato anche se in un modo tutto suo. Si racconta attraverso questi ricordi, parla del suo rapporto con la vita, con le amanti, con la moglie, con Dio, con le persone conosciute, arrivando addirittura a cacciarne alcune giunte al funerale perché le sente giudicanti, o perché conserva ancora nei loro confronti un rancore passato.

Paolo è semplicemente fantastico, non sbaglia nulla, mai un cedimento, un calo di tensione. Con grande intensità parla attraverso gli occhi e la sua inconfondibile mimica. La voce a tratti si fa più intensa, più arrabbiata, poi sofferente, nostalgica, flebile, sussurrata, schernente, spavalda. Ci porta lontano nella terra di questo scrittore che sminuisce, criticandone l’aspetto e il lavoro.

Sceglie una recitazione che si discosta dal gusto sovietico, di cui mantiene però il retrogusto prediligendo un approccio dalle forti colorazioni italiane, in cui di tanto in tanto si affaccia anche un tocco di romanità. La sua è un’ interpretazione molto personale, direi “perinelliana”.

Il pubblico presente chiaramente lo ama. Oggi, infatti, è una giornataccia per Roma: lo sciopero dei mezzi, il traffico natalizio, il pallido e sfocato miraggio di un parcheggio in zona, ed il maltempo imperversa… Chi è riuscito ad arrivare, lo ha fatto con dedizione nei confronti di questo artista e ha potuto godere di uno spettacolo che lui già ha proposto in passato con successo.

Qualcuno dei presenti, infatti, lo ha già visto ed è tornato per gustarlo nuovamente.

Avevo già visto in azione Paolo in altri spettacoli, ma mai in un monologo completamente dedicato a lui, in quello che ho sempre ritenuto il passo più difficile per un attore, quando può contare solo su sé stesso e dimostrare quanto vale. Qui si notano ancora di più le doti di un artista che nel tempo a disposizione, deve interessare, stupire, divertire, appassionare, ammaliare e rapire il suo pubblico.

Lui è semplicemente fantastico, è bravissimo; quest’ora ed un quarto scivola via piacevolmente.

Durante lo spettacolo non ho potuto fare a meno di notare le espressioni di alcuni volti del pubblico: interessati, assorti, affascinati. Poi ho scorto Alessandra Berton, una deliziosa e brava attrice collega di Paolo che è stata in scena con lui recentemente.

Era impossibile non leggere nei suoi sguardi e nel sorriso che ha mantenuto per tutto il tempo e il suo entusiasmo, assistendo alla performance di Paolo.

Un altro spettatore andando via si confidava con un amico palesando la sua ammirazione per questo attore che nonostante l’età (ben settantuno anni!), riesce a sostenere con tanta energia una performance di questo genere, meravigliandosi della sua memoria che gli permette di ricordare un monologo così lungo e ricco di intrecci così complicati.

Paolo è un attore talentuoso, dalla grande esperienza e con ancora tanta passione che riesce a trasmettere a tutti.

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