Il teatro ai tempo del corona: Titta

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Attraverso la terza fase (piena di colori)

Una bella, seppur fredda giornata di fine settimana di gennaio, mi spinge temerariamente ad uscire in scooter per una passeggiata in centro con la mia dolce metà.

Borgo Pio, le mura Leonine, Castel Sant’Angelo, il Tevere e lo spettacolo su Mastro Titta!

Si, seppur con difficoltà, il teatro cerca di resistere all’ infausto periodo pandemico che l’affligge.

Partecipanti a numero ristretto, distanziamento interpersonale, mascherine anche per gli attori, che portano in scena, anzi è più corretto dire in strada, la storia di Mastro Titta e di alcune sue vittime.

Una visita teatralizzata ad opera dei ragazzi della “Fenix 1530” e del tour operator “I Viaggi di Adriano”, che con impegno e molta fatica portano avanti il loro lavoro in questo periodo difficile per il turismo e gli artisti.

Andrea Papalini de “I Viaggi di Adriano”, simpatica, preparata e valida guida turistica, accompagna in questa visita teatralizzata il pubblico in un viaggio indietro nel tempo, in compagnia di Giovanni Battista Bugatti, “er boja de Roma” che, in 68 anni di attività cominciando alla tenera età di 17 anni verso la fine del 1700 e per gran parte del 1800, giustiziò per conto del papa, 516 persone.

Tutte annotate sul suo taccuino, in cui compaiono il nome, il luogo, l’accusa, la condanna, la data…

Grazie a questo e ad altre informazioni storiche, Luca Basile (sceneggiatore, attore e fondatore della “Fenix 1530”) ha scritto il dramma trasformandolo in una visita guidata che si snoda tra Borgo Pio e la fine di Corso Vittorio, portandoci sui luoghi dove visse e operò Mastro Titta: la sua bottega di ombrellaio, la sua casa, la chiesa dove pregava, alcuni luoghi dove giustiziò…

Oggi nel cast troviamo Massimo Genco Balza nei panni di Mastro Titta, che riesce a fare vivere questo personaggio con la sua maestria recitativa, emoziona e commuove.

Giovanni Bonacci bravissimo ad interpretare diverse vittime del boia, evocando il loro lato umano e donando ad ognuno la sua unicità.

Giovanna Cappuccio veste i panni di una popolana sorella di un condannato.

Forte della sua interpretazione, suscita commozione, partecipazione e coinvolgimento emotivo in chi la segue.

tittaQuesti tre artisti suggestionano, ammaliano ed emozionano i convenuti apparendo all’improvviso agli angoli delle strade, inscenando i loro drammi con forte passione.

Mentre Mastro Titta è inseguito dai suoi fantasmi, Andrea ci racconta aneddoti, particolarità e approfondisce il periodo storico in cui si svolge il dramma. Tutto in perfetta sinergia con gli artisti, che fanno vivere e rivivere entusiasmando e ‘riscaldando’ (è il caso di dire vista la temperatura di oggi) i convenuti.

Insomma, nonostante la fredda giornata, la pandemia e le restrizioni, lo spettacolo ha avuto successo, il pubblico ha dimostrato entusiasmo ma soprattutto ha manifestato una calorosa vicinanza ai lavoratori di questo settore in questo momento difficile, complimentandosi per la loro bravura e per il coraggio nel continuare a proporre spettacoli.

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