“La macchina delle immagini di Alfredo C.”

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TEATROVID-19 Il teatro ai tempi del Corona (verso la fine della pandemia?)

Nuovo Cinema Sacher
di Roland Sejko

Sejko è il direttore editoriale dell’Archivio Storico Luce, curatore del MIAC, il museo del Cinema e dell’Audiovisivo di Cinecittà. Nato e cresciuto in Albania, nel suo Archivio Centrale di Stato scopre la storia di Alfredo Cecchetti, un testimone di fatti storici legati prima al regime fascista, poi al successivo regime comunista in Albania, che prende il potere subito dopo la sconfitta tedesca e che trattiene nei suoi confini l’italiano Alfredo, insieme ad altri 26.000 nostri connazionali.

alfredoSejko sceglie Pietro De Silva per impersonare Alfredo, lo colloca in un grande magazzino pieno di pellicole e di ricordi, assorto tra i suoi pensieri, in compagnia di migliaia di immagini ricche di volti che sono passati, seppur da persone semplici, attraverso la storia. Visi immortalati dai poteri dittatoriali ed usati per la propaganda, per poi essere immediatamente dimenticati insieme alle pellicole. Attraverso un nostalgico e romanzato Alfredo, incarnato dai silenzi e dalle magiche espressività di Pietro, le citate pellicole riprendono vita con la complicità della sua voce narrante fuori campo; ad arricchire la comunicazione ci sono efficaci musiche, suoni, gesti, espressioni, silenzi, ma anche oggetti, particolari inquadrature in ambientazioni ricreate volutamente scarne, polverose ed essenziali. Il tutto riporta fedelmente a quell’epoca, tra il ’39 e il ’43. Sfilano allora, davanti alla cinepresa, migliaia di volti di italiani e di albanesi, gente qualsiasi la cui immagine rimarrà impressa per sempre sui filmati. Persone di cui non si conosce il nome, ma che rappresentano e testimoniano la nostra storia passata. Chi passeggia, chi combatte, chi lavora, chi sfila davanti al duce. Pietro, attraverso Roland e tutto il suo professionale staff, come uno stregone si impossessa di queste esistenze dimenticate impresse nella cellulosa e le riporta in vita per noi. Vecchie immagini inedite ritrovate tra gli scaffali di polverosi archivi, insieme alle speranze e alle illusioni di questi individui, sapientemente restaurate e montate scorrono davanti ai nostri occhi, restituendoci quella realtà.

Il film viene proiettato nel Nuovo Sacher. Dopo la guerra il locale fu adibito a teatro di varietà e a cinema, il Cinema Teatro Arena Nuovo. Chiuso per anni è stato poi acquistato negli anni ’90 dalla Sacher film di Nanni Moretti, ed oggi propone proiezioni di film d’autore come quello di stasera.

alfredoRoland ci regala una pellicola ricca di pathos, raccontata da Alfredo attraverso la calda, profonda, rievocativa ed inconfondibile voce di Pietro. Ma è soprattutto attraverso l’uso sapiente delle espressioni nei non detti, negli sguardi e nei gesti, nelle pause e nei silenzi sottolineati da un accompagnamento sonoro accurato e prezioso che l’attore riesce a trasmetterci le emozioni del protagonista. Alfredo, è evidente nel film, ama il suo lavoro ed al contempo ne è prigioniero. Da sempre le immagini sono importanti per la propaganda e lui ne è stato reso schiavo. Il destino beffardo lo ha imbrigliato per ben due volte nelle vicende di due diversi regimi dittatoriali che hanno ben saputo sfruttare il suo “sguardo”.

Cercherà in seguito di tornare in patria, i documenti trovati da Roland lo confermano, ma non prima che il nuovo regime lo divida dalla sua macchina da ripresa, che grazie al sequestro verrà consegnata ad uno dei più grandi operatori del regime albanese che lo stesso Alfredo aveva formato. Attraverso quella macchina che continuerà a lavorare, ci sarà sempre un pezzo di Alfredo C. Un uomo che ha visto i tempi cambiare, e che attraverso la sua sensibilità mai palesata ne ha testimoniato il passaggio attraverso le sue pellicole.

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